Il procedimento si terrà davanti al notaio Vicari, delegato dal giudice Scavuzzo. Base d’asta 8milioni e 315mila euro. Attualmente sull’immobile risulta trascritto atto di destinazione alberghiera: speriamo resti tale
Un altro pezzo di Messina rischia di smarrire il suo splendore. Il prossimo 15 novembre infatti, alle ore 16 presso la sede dell’ufficio notarile Uneim di Messina, si effettuerà la vendita senza incanto, in un unico lotto, dell’edificio con destinazione alberghiera di via Garibaldi n.126: oggi Jolly Hotel. Prezzo base d’asta 8.315.000 euro, rilancio minimo in aumento 50mila euro. Il procedimento si terrà davanti al notaio Giuseppe Vicari, delegato dal giudice esecutivo, Ugo Scavuzzo.
Questi i dettagli della struttura riportati nell’annuncio di vendita (consultabili all’indirizzo www.tribunale.messina.it): l’edificio consiste in quattro elevazioni fuori terra e parziale piano seminterrato, a copertura piana confinante ad est con Via Vittorio Emanuele, a Nord con Via San Leo, ad Ovest con Via Garibaldi e a Sud con Via Chiasso dei Marinai. Al piano seminterrato sono ubicati i locali servizi e i locali tecnologici; a piano terra si trovano la hall con i relativi spazi accessori, due grandi sale soggiorno, la sala ristorante, il salone feste, due sale riunioni, il bar, la cucina, i servizi igienici e vari accessori. Ai piani primo, secondo e terzo (serviti da due ascensori, scala interna, ascensore di servizio e scale esterne di sicurezza) si trovano 95 camere, tutte dotate di servizi, di cui diciotto recentemente ristrutturate e le altre in buono stato di conservazione. Sul solaio di copertura, accessibile da una scala di servizio a scomparsa, sono collocate le unità esterne per il condizionamento e le antenne satellitari e terrestri.
Superficie lorda complessiva, esclusi gli accessori, mq. 4.035 circa. Non è compresa nella vendita l'azienda corrente nell’immobile. Attualmente l’immobile risulta «occupato da terzi in virtù di affitto di azienda dell’1 luglio 2009, non opponibile alla procedura, relativamente all’immobile pignorato». Secondo quanto riportato negli atti, inoltre, risulta essere trascritto un contratto di affitto di azienda datato 25 febbraio 2006, la cui affittuaria è fallita. Nel contratto è stato pattuito che lo stesso si sarebbe risolto ipso iure, nel caso di fallimento dell’affittuaria.
Sull'immobile risulta trascritto atto di destinazione ad uso alberghiero. La speranza è che rimanga tale: un altro edificio a fine abitativo diverrebbe veramente insopportabile da digerire per una città che sembra ormai cibarsi solo di mattoni e cemento. (E. Rig.)