Dopo 105 anni le antiche icone bizantine della Chiesa ortodossa di San Nicola tornano in riva allo Stretto, dove sono state ospitate per secoli. Da sabato e fino al 26 maggio saranno in mostra al Museo regionale che per l'occasione la notte del 23 resterà aperto e con ingresso gratuito.
Le antiche icone della Chiesa Ortodossa di San Nicola in Messina, distrutta dal tragico terremoto del 28 dicembre 1908 che rase al suolo la città dello Stretto, tornano nell’antica Zancle, porta della Sicilia. Il 23 marzo presso il Museo Regionale il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, inaugurerà la mostra “Immagine e Scrittura”, in gran parte incentrata sulle icone messinesi, recuperate da sotto le macerie e messe in salvo su una nave da guerra greca giunta per portare soccorsi. Dal 1916 esse fanno parte della collezione del Museo Cristiano e Bizantino di Atene. Dopo quasi centocinque anni, tornano quindi nella città che le ha conservate per secoli.
Sono 41 le icone provenienti dal museo ateniese, altre 9 fanno invece parte della collezione del Museo di Messina. In mostra anche 16 manoscritti conservati nella Biblioteca Regionale Universitaria e provenienti originariamente dallo Scriptorium del monastero messinese di San Salvatore dei Greci.
La mostra è stata realizzata dalla Fondazione Federico II, dal Museo Bizantino e Cristiano di Atene, dal ministero della Cultura Greca in collaborazione con l’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, il Museo Regionale di Messina e la Biblioteca Regionale di Messina.
L’esposizione sarà aperta dalle 18 alle 24 con ingresso gratuito il giorno dell’inaugurazione (sabato 23 marzo) e visitabile a pagamento tutti i giorni tranne il lunedì fino al prossimo 26 maggio.
La mostra sarà presentata alla stampa sabato mattina alle 10,30 nei locali del Museo regionale. All’incontro parteciperanno: il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, il direttore generale del Museo Bizantino e Cristiano di Atene, Anastasia Lazaridou, il direttore del Museo, Giovanna Bacci, il direttore della Biblioteca regionale universitaria, Rocco Scimone, il segretario generale dell’Istituto di Studi Bizantini e neoellenici, Renata Lavagnini e il segretario della comunità ellenica dello Stretto, Daniele Macris.
La foto rappresentata nell’articolo, mette in mostra un museo cittadino chiamato della vergogna.
Penso sia il caso sostituire la foto con quella dell’attuale museo aperto al pubblico.
Grazie.
quella parte del museoi è chiusa ed inaccessibile. Mounmenti della Messina del 600 che negli anni 30 sono stati smontati e catalogati sono ancora lì nei giardini così come lasciati da 80 anni.