Atm, parlano i vertici: "L'azienda va liquidata, non ci sono altre strade"

Atm, parlano i vertici: “L’azienda va liquidata, non ci sono altre strade”

Francesca Stornante

Atm, parlano i vertici: “L’azienda va liquidata, non ci sono altre strade”

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venerdì 06 Settembre 2019 - 17:00

I commissari liquidatori, l'ex presidente oggi esperto Pippo Campagna e i direttori hanno fatto il punto sulla liquidazione dell'azienda e sul perché è urgente lavorare in questa direzione con serenità

A che punto è la liquidazione dell’Atm? E soprattutto: è l’unica strada percorribile o ci sono ancora i margini per salvare l’azienda di trasporto pubblico di Messina? 

Perché l’Atm va liquidata

Sono state queste le domande a cui oggi hanno deciso di rispondere pubblicamente i vertici dell’Atm. Con una conferenza stampa i commissari liquidatori, l’ex presidente e oggi esperto Pippo Campagna e i direttori Natale Trischitta e Vincenzo Poidomani, hanno deciso di spiegare a che punto è l’iter. Lo hanno fatto per chiudere le polemiche delle ultime settimane con una parte sindacale, nello specifico Cgil e Uil. E lo hanno fatto per lanciare un messaggio di “pace” che suona più quasi come un appello a lasciarli lavorare senza aizzare continuamente animi e timori.

I tempi

A parlare è stato soprattutto il presidente della commissione dei liquidatori Pietro Picciolo. Ha chiarito innanzitutto quali sono i tempi che porteranno alla liquidazione di Atm: «Entro fine mese sarà pronta la relazione con il piano per la liquidazione, necessario per avviare l’iter. Il piano dovrà passare al vaglio del consiglio comunale. Entro cinque o sei mesi passaggio alla nuova società». 

I numeri

Poi il perché non ci possono essere strade alternative alla liquidazione. «Ad oggi la l’Atm è un’azienda senza patrimonio. Il 2009 è stato l’ultimo anno in cui l’Atm aveva una consistenza patrimoniale che è stata azzerata. Nel 2009 l’Atm ha perso 18 milioni di euro di capitale. Era quello l’anno in cui gli amministratori avrebbero dovuto chiedere al Comune la ricostituzione del capitale. Poi nel 2012 ci fu la famosa delibera votata dal consiglio comunale per la messa in liquidazione dell’azienda. Ma da quella data la fase di liquidazione non è mai iniziata. Anzi, a partire dal 2013, sono stati sempre confezionati atti per rappresentare una situazione diversa e far uscire l’azienda dalla fase di liquidazione» . Picciolo ha ripercorso così la lunga storia di Atm, storia che sarà naturalmente nella relazione che sarà depositata a fine mese.

Passato e presente

Inevitabili gli attacchi alle passate gestioni, dai bilanci mai approvati fino alla delibera di giunta con cui nell’ottobre 2017 l’amministrazione Accorinti fece uscire Atm dalla liquidazione per riportarla in gestione ordinaria. «Le stranezze sono troppe, mi chiedo come si sia potuto scavalcare un atto del consiglio comunale del 2012 con una semplice delibera di giunta nel 2017» commenta il liquidatore. Questa però in realtà è cronaca degli anni scorsi, perché fu il consiglio comunale durante l’amministrazione Accorinti a chiedere espressamente all’assessore Cacciola un atto che confermasse che l’Atm non era più in liquidazione. Liquidazione in realtà mai partita, come oggi lo stesso Picciolo ha sottolineato. Anche perché se si torna alla famosa delibera 11C del 2012 si fissavano date e adempimenti specifici che non furono mai attuati, lasciando praticamente in stop l’avvio vero e proprio della liquidazione. Ma questo ormai è il passato. 

La fotografia

Oggi qual è la situazione? «L’azienda oggi si trova con capitale azzerato e con un deficit patrimoniale di 33.977.000 euro. Il deficit patrimoniale non sono i debiti, ma il totale delle perdite accumulate negli anni. I debiti al 31 dicembre 2018 sono 68 milioni. I crediti 36 milioni. La differenza sono le somme inserite nel SalvaMessina, cioè 51 milioni di perdite pregresse e 29 milioni di debiti. I bilanci riportano una situazione chiara. E anche sui crediti, di cui tanto si è parlato, è tutto da verificare».

Picciolo ha pochi dubbi: «Muoviamoci, non perdiamo più tempo. Atm ha necessità di fare la liquidazione, altrimenti non ci sarà altra strada che la liquidazione coatta amministrativa. Cioè il fallimento.

Francesca Stornante

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