Atm, piano di liquidazione bocciato. De Luca: "Si va verso il fallimento"

Atm, piano di liquidazione bocciato. De Luca: “Si va verso il fallimento”

Francesca Stornante

Atm, piano di liquidazione bocciato. De Luca: “Si va verso il fallimento”

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martedì 17 Dicembre 2019 - 12:12

Non è esattamente una procedura di fallimento perché l'azienda speciale non può fallire ma si chiama liquidazione coatta. Ed è la prima conseguenza della bocciatura in consiglio del piano di liquidazione

Liquidazione Atm, oggi si doveva parlare di altro. Quello di ieri in fondo era solo un passaggio che forse neanche si doveva consumare, addirittura quasi il voto del consiglio non serviva. Ore di dibattito e discussioni sul fatto che il consiglio si doveva solo limitare ad una “presa d’atto”. Insomma, il sindaco Cateno De Luca ieri aveva anche detto che in fondo l’esito della votazione non gli interessava perché era fondamentale chiudere e andare avanti. Poi però il consiglio ha bocciato il piano di liquidazione di Atm. E se ieri non si era capito quali sarebbero stati gli scenari che si sarebbero aperti, sono bastate poche ore per rimettere tutto in ballo. 

Liquidazione coatta

De Luca lo annuncia senza troppo fronzoli: «I liquidatori di Atm hanno presentato istanza di fallimento». Non sono passate neanche 12 ore. Ma l’esito di una seduta che ha avuto mille colpi di scena, e forse troppa confusione, cambia le sorti di Atm. In realtà non si tratta di un vero e proprio fallimento perché l’Atm è un’azienda speciale e per questa ragione non può fallire. La procedura si chiama infatti liquidazione coatta amministrativa ed era un’ipotesi di cui si era accennato già ieri. Quando il tenore degli interventi di buona parte dell’aula aveva fatto capire presto al sindaco che stavolta non avrebbe avuto una maggioranza d’aula. Ma in realtà senza entrare nel merito di cosa avrebbe comportato la bocciatura del piano. Anzi, andando via, il messaggio che era passato era che si continuava comunque sulla strada delle liquidazione e con quello stesso piano.

Invece oggi De Luca spiega che i Commissari liquidatori già a fine seduta avevano anticipato che non avrebbero più portato avanti il Piano di liquidazione. Perché di fatto “sfiduciati ed aggrediti dal Consiglio comunale”.

Ripicca politica

«Ai Commissari liquidatori ho tentato di spiegare che si tratta di una ripicca e vendetta politica nei miei confronti e che le motivazioni sciorinate sono pretestuose e finalizzate a giustificare il voto contrario. Ho sempre sostenuto che di questa vicenda legata ad Atm, doveva occuparsene la Procura di Messina. La decisione dei liquidatori a seguito dell’azione di cecchinaggio, non ha fatto altro che anticipare la mia posizione, fermo restando che ho avuto rispetto della posizione assunta dai liquidatori, che in piena autonomia hanno preso atto che non c’erano più le condizioni per proseguire il loro mandato».

Dunque il sindaco etichetta le motivazioni delle astensioni dei consiglieri come ripicche, giudica pretestuoso il voto di chi non ha approvato il piano di liquidazione Atm. Anche se in verità in tanti sono entrati nel merito del piano, hanno spiegato i motivi, hanno ripetutamente chiesto chiarimenti e soprattutto hanno chiesto una tempistica meno stretta e con procedure chiare per avere e dare tutte le garanzie che una procedura del genere meriterebbe. 

Ma il sindaco va all’attacco. E punta il dito anche contro i sindacati. «Il violento attacco ricevuto da Cgil e da Uil – continua il Primo Cittadino – oltre che soprattutto dalla sfiducia che il Consiglio comunale ha espresso nei confronti del Piano di liquidazione, sono figli di motivazioni pretestuose, che non tengono conto della vera storia di Atm. Si sono concentrati solo sugli ultimi diciotto mesi di attività, come se ATM non fosse nata quasi trent’anni fa, con bilanci mai approvati dal 2002 e agendo per oltre quindici anni in violazione di legge”.

La crisi di Atm

«L’azienda ha accumulato oltre 80 milioni di euro di debiti. Ribadisco che dal 2002 non ha bilanci approvati e che già dal 2009 – quindi dalla passata Amministrazione – doveva essere messa in liquidazione. La precedente Giunta ha dunque consentito che l’azienda continuasse ad operare nonostante nel 2012 era stata votata dal Consiglio comunale la messa in liquidazione. Quindi ha continuato ad operare in violazione di legge. Questa è la motivazione di fondo che ci ha spinto il 23 novembre 2018 a portare in Consiglio comunale la delibera di messa in liquidazione votata poi da 23 consiglieri comunali su 32».

La diretta Fb

De Luca annuncia però che ci saranno altre novità. Questa sera in diretta Facebook alle 22 spiegherà “retroscena e conseguenze gestionali e politiche”.

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