Atmosfera europea in salsa americana: il nuovo film di Woody Allen

Atmosfera europea in salsa americana: il nuovo film di Woody Allen

Giacomo Maria Arrigo

Atmosfera europea in salsa americana: il nuovo film di Woody Allen

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lunedì 09 Dicembre 2019 - 08:45

Il nuovo film di Woody Allen è un elogio a una New York profonda, densa ed eclettica, molto francese o italiana, più affine alla sensibilità europea che a quella americana.

A rainy day in New York. Un giorno di pioggia. Un weekend, anzi. Per la precisione a Manhattan. Queste le coordinate del nuovo film di Woody Allen in programmazione al cinema proprio in questi giorni. Un film riuscito, che sveste i panni dell’ultimo Allen, quello nichilista e disilluso, a favore di un’atmosfera rilassata, senz’altro frenetica e convulsa ma anche divertente e piacevole.

Una coppia di giovani fidanzati si reca a New York. Lei (Elle Fanning) deve intervistare un famoso regista, lui (Timothée Chalamet) la accompagna e, nell’attesa che l’intervista si concluda, vaga per la città. Il cielo si oscura, grossi nuvoloni si addensano sopra i palazzi, inizia a piovere. La città diventa un labirinto: lui incontra amici di vecchia data, si trova per caso su set cinematografici, incontra parenti che preferiva non vedere, dialoga con una conoscente che non vedeva da diversi anni (Selena Gomez); lei conosce attori, sceneggiatori e registi seducenti e affascinanti (Diego Luna, Jude Law, Liev Schreiber), in un susseguirsi di strane avventure e rocambolesche vicende che non le lasciano un minuto di tregua.

Tutto nel film parla di Woody Allen, specialmente quell’aria europea a lui tanto cara, calda e suadente, colta ed elegante. Sopra tutto danzano le note jazz di qualche famosa standard (riconoscibilissima la “Misty” di Erroll Garner). Il connubio di Europa e America è la chiave della sua produzione. La New York che Allen dipinge non è quella composta da broker e finanza, elettricità e lavoro. Piuttosto, è una New York profonda, densa, eclettica, molto francese o italiana, più affine alla sensibilità europea, con quelle bancarelle per strada, le decorazioni barocche, l’intimità con l’arte e con il passato.

Ma soprattutto è una New York che divora l’individuo: qui, in questa voracità deumanizzante, sta l’elemento veramente americano, ossia la scomparsa dell’individuo sotto la spinta di un ambiente totalizzante, una città dove il centro non c’è più ed è ovunque, lo spazio è vissuto casualmente, non è la persona a scegliere dove andare ma le strade stesse. I personaggi non vivono ma sono vissuti dalla città. Il grande protagonista del film, insomma, non è la coppia di innamorati bensì la stessa New York.

Woody Allen mette in scena un dramma camuffato da commedia. Un film che colpisce, una bella pellicola che, come spesso accade in Italia per i suoi film, precede di poco il Natale. E che questa volta possiede veramente uno spirito festoso: durante il film si ride di gusto e si riflette tanto, e alla fine si rimane con una gradevole sensazione di leggerezza. I giorni di pioggia sono i più belli.

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