Ato regionale unico in Calabria, si oppone pure il centrosinistra alla Regione

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Redazione

Ato regionale unico in Calabria, si oppone pure il centrosinistra alla Regione

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sabato 02 Aprile 2022 - 19:15

Irto, Bruni e Tavernise: sgarbo istituzionale non averli sentiti su tematiche cruciali come acqua e rifiuti, Occhiuto ritiri le delibere e apra il confronto

REGGIO CALABRIA – Come prevedibile, l’approvazione da parte della Giunta Regionale della delibera numero 93 Documento tecnico di indirizzo-gestione dei rifiuti urbani e la delibera numero 118, il disegno di legge avente ad oggetto l’Organizzazione dei servizi pubblici locali dell’ambiente, «ha provocato una decisa presa di posizione da parte dell’Anci calabrese e dell’Assemblea dei sindaci della Città metropolitana di Reggio Calabria.

La mancata interlocuzione con i nostri amministratori sulla futura gestione di settori importanti come l’acqua pubblica e i rifiuti – rilevano i capogruppo alla regione del Pd Nicola Irto, del Misto Amalia Bruni e di cinquestelle Davide Tavernise – rappresenta secondo noi, un grave sgarbo istituzionale al quale Occhiuto deve assolutamente porre rimedio. Non si può  pensare di legiferare su materie così delicate che interessano la vita quotidiana dei cittadini, senza un necessario confronto con chi si trova in prima linea tutti i giorni  e deve rispondere alle comunità per eventuali disservizi.

Con questo disegno di legge il nostro Presidente Occhiuto ha pensato di chiudere il cerchio sul controllo di asset strategici della Regione senza dar conto a nessuno. Ma il problema della gestione dell’acqua pubblica e dei rifiuti in Calabria non può essere affrontato con colpi di mano come è stato già fatto per Azienda Zero, ma solo con un percorso autenticamente democratico, di confronto e di ascolto dei sindaci e delle comunità coinvolte.

Con queste delibere torniamo indietro di anni, il compito della Regione – asseriscono a una voce sola Irto, Bruni e Tavernise – è quello di programmare, non di gestire. Una Regione che accentra è fuori dal tempo. Ci sono voluti anni per attivare gli Ato, che devono essere rafforzati d dotati di tutti gli strumenti di cui hanno bisogno e non cancellati. Occorre responsabilizzare i territori senza espropriarli.

L’acqua e i rifiuti rappresentano i pilastri della civiltà.  Non si parla di sgarbo istituzionale, qua siamo di fronte alla mancanza di considerazione delle amministrazioni locali e delle comunità solo per concentrare potere e controllo in barba alle più elementari nozioni della democrazia e della concertazione che vengono enunciate quotidianamente ma mai attuate. Bisogna prestare la massima attenzione alle preoccupazioni sollevate da chi amministra le nostre città e per questo chiediamo ad Occhiuto di non continuare  nel suo disegno accentratore, ritirando le delibere contestate e aprendo un serio confronto con i territori. Con i diktat non si offrono soluzioni stabili ma si acuiscono i problemi, crescono le tensioni e peggiorano i servizi per i cittadini. Bisogna ricominciare di nuovo, su basi diverse, facendo intervenire tutti alla discussione».

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