Dopo la notizia della revoca dell'ordinanza sindacale siglata lo scorso 30 luglio per trasferire i servizi dall'Atto all'Amam, ecco alcuni chiarimenti dell'assessore Sergio De Cola. L'esponente della giunta spiega che questa revoca si è resa necessaria perché è cambiato il quadro normativo, ma la ricostruzione dei fatti è sbagliata.
Prima un’ordinanza che era stata scelta come strumento per avviare il trasferimento di servizi, risorse e lavoratori dall’Ato3 all’Amam. Poi la decisione di revocarla per procedere su una strada ordinaria. L’amministrazione Accorinti prima fa e poi disfa il suo stesso lavoro, ma guai a parlare di ripensamento o di passo indietro. Per l’assessore Sergio De Cola la vicenda è molto più semplice di quanto possa sembrare e se il Comune ha di fatto scelto di revocare un atto che aveva siglato appena venti giorni fa per portare nel più breve tempo possibile la cura del verde e la pulizia delle ville comunali all’Amam i motivi risiedono nelle nuove valutazioni maturate in corso d’opera per rendere il percorso più sicuro e lineare. Ecco come l’assessore De Cola spiega i passi compiuti dall’amministrazione sulla vicenda Ato-Amam:
«In data 30/7/2015 il sindaco ha emesso un’ordinanza con cui dispone l’affidamento dei servizi di manutenzione del verde pubblico, e la relativa copertura finanziaria, ad AMAM. Il ricorso allo strumento imperativo dell’ordinanza è perfettamente coerente con la precedente ordinanza del presidente della Regione Siciliana ed è inoltre dettato dal fatto che in quel momento i lavoratori di ATOME3 erano a rischio in quanto per gli stessi era prevista la cessazione del rapporto di lavoro al 31/7.
Poche ore dopo l’emissione dell’ordinanza la Regione interviene con un atto in cui concede una proroga fino al 31/12 per il lavoratori degli ATO cambiando totalmente il quadro decisionale di riferimento precedente e svuotando di significato il ricorso all’ordinanza. L’Amministrazione che ha agito nell’interesse dei lavoratori ed in coerenza con le proprie scelte politiche, si è quindi trovata, non per sua volontà o scelta, in una situazione incoerente con le indicazioni del governo regionale.
Dopo il 30/7, AMAM ha sviluppato il lavoro comunque necessario per il passaggio da ATO ad AMAM e quindi ha convocato un’assemblea per valutare con il socio Comune il lavoro fatto e la mutata situazione del quadro decisionale dovuta esclusivamente alle scelte della Regione. Dopo un’attenta e serena valutazione l’assemblea ha ritenuto con serietà e concretezza di procedere nel cammino intrapreso seguendo i passaggi previsti dalle procedure ordinarie.
Nessun dubbio di legittimità su quanto fatto e nessun ripensamento, semmai un’attenta valutazione delle scelte fatte dalla Regione ed una doverosa attenzione perché tutti i passaggi avvengano nel modo migliore per garantire i livelli occupazionali e l’erogazione dei servizi».
Per De Cola sono questi i fatti che derivano dalle indicazioni del governo Regionale e dalle scelte politiche fatte dalla Giunta in materia di partecipate, mentre addebita il resto delle critiche e delle valutazioni a quella che definisce una polemica politica non sempre utile per la città.
Nota di redazione: secondo la ricostruzione dei fatti dell’assessore De Cola in pratica il Comune avrebbe deciso di ritirare l’ordinanza contingibile e urgente del 30 luglio perché nel frattempo sarebbe intervenuta una nuova ordinanza regionale che ha modificato il quadro normativo di riferimento. De Cola dice che il 30 luglio l’amministrazione aveva optato per quella strada perché c’erano servizi e lavoratori a rischio, ma che poi il 31 luglio è arrivata la proroga della regione per gli Ato per l’intero 2015, che ha fatto cadere l’esigenza di un intervento straordinario. Da qui la decisione maturata durante l’assemblea dei soci Amam di lunedì pomeriggio, durante la quale è stato stabilito che l’ordinanza del 30 luglio sarà revocata. Fin qui il ragionamento non farebbe una grinza. Se non fosse che evidentemente l’assessore ha consultato un calendario sbagliato o non ha controllato bene le date degli atti di cui parla. Tutte le spiegazioni si basano sull’ordinanza regionale di proroga degli Ato arrivata nell’ultimo giorno utile disponibile, un ritardo che avrebbe costretto l’amministrazione ad adottare un’ordinanza sindacale per evitare che l’Ato3 chiudesse battenti. Questo il 30 luglio, secondo De Cola. E invece le cose sono andate diversamente. Perché i fatti sono corretti ma la collocazione temporale è diversa. E questo cambia moltissimo tutta la lettura della vicenda. L’ultima scadenza per gli Ato, quindi anche per l’Ato3 era stata fissata per lo scorso 14 luglio. A Palazzo Zanca ci fu un tour de force al cardiopalma per modificare lo statuto dell’Amam, tre giorni consecutivi di Consiglio comunale, lavoratori e sindacati sempre in aula a tenere il fiato sul collo ai consiglieri per modificare lo statuto Amam in modo da poter poi assegnare all’azienda acque anche i servizi di igiene ambientale. E quella stessa sera arrivò la proroga firmata da Crocetta fino al 31 dicembre. Il 14 luglio (VEDI QUI). Dunque l’amministrazione ha siglato l’ordinanza del 30 luglio ben due settimane dopo quella regionale e non certamente prima, come spiega De Cola (VEDI QUI). Quindi risulta difficile credere che oggi la decisione di revocarla sia stata presa alla luce del quadro di riferimento regionale. Dal 30 luglio ad oggi non vi sono stati nuovi atti da Palermo. Quindi non si comprendono alla perfezione le spiegazioni fornite dall’assessore.
Sull’argomento torna la consigliera Antonella Russo, la prima ad aver ravvisato anomalie nell’ordinanza del sindaco e che oggi legge la revoca dell’ordinanza come una vittoria politica. La consigliera però non nasconde una buona dose di preoccupazione, dovuta sia al fatto che la giunta Accorinti ha dimostrato di non avere una visione lineare e coerente di come gestire i servizi delle ex partecipate, con grave rischio per il futuro di centinaia di lavoratori e dovuta anche alla particolare dinamica di questa marcia indietro: “Pare infatti che sia stata una delibera del Cda dell'Amam a spingere il sindaco a revocare il suo "urgente" provvedimento dello scorso 30 luglio. Non è assolutamente tollerabile che una società controllata dal Comune, che dovrebbe solo obbedire ai suoi dettami, detti invece il percorso amministrativo e politico all'ente controllante, che è il comune di Messina in persona del suo sindaco. Se l'attuale amministrazione non ha le idee chiare su come gestire servizi fondamentali per la città, lo dica chiaramente e sia conseguenziale con i cittadini. Non è più tollerabile assistere ad una quotidiana arrampicata sugli specchi nella torre di Babele, che è diventata ormai l'amministrazione comunale cittadina. Queste inversioni di rotta, questi cambi di marcia, queste idee sparute e pure confuse, non possono certo contribuire a risollevare le sorti della nostra città”.
Francescsa Stornante
renatino ed i suoi volevano stravolgere la città.
Hanno stravolto solo il calendario.Aspettativi gli interventi della zia Maria e dell’Avvocatoooooo delle cause perse che si arrampicheranno sugli specchi per dimostrare che a sbagliare è stato il calendario.
Del resto se il dittatore della Corea del Nord Kim Jong-un ha stravolto l’orario, perchè renatino ed i suoi non possono stravolgere il calendario?
George
Che diamine!!!!!!!!!!
renatino ed i suoi volevano stravolgere la città.
Hanno stravolto solo il calendario.Aspettativi gli interventi della zia Maria e dell’Avvocatoooooo delle cause perse che si arrampicheranno sugli specchi per dimostrare che a sbagliare è stato il calendario.
Del resto se il dittatore della Corea del Nord Kim Jong-un ha stravolto l’orario, perchè renatino ed i suoi non possono stravolgere il calendario?
George
Che diamine!!!!!!!!!!
L’ing. Sergio De Cola, rampollo di una famiglia dell’alta borghesia messinese, travolto dal “cambiamento dal basso” non dimentica le sue origini e non può dire che ha sbagliato. Alcuni “importanti” non sbagliano mai. VIVA IL CAMBIAMENTO DAL BASSO FATTO DALL’ALTO.
L’ing. Sergio De Cola, rampollo di una famiglia dell’alta borghesia messinese, travolto dal “cambiamento dal basso” non dimentica le sue origini e non può dire che ha sbagliato. Alcuni “importanti” non sbagliano mai. VIVA IL CAMBIAMENTO DAL BASSO FATTO DALL’ALTO.