La Regione ha revocato i decreti di impegno di spesa per l'acquisto di case popolari prive di requisiti ma, secondo l'assessore, non corrisponde alla revoca dei fondi che potranno essere impiegati per acquistare le altre case in graduatoria e in regola. Un "pasticcio" che, nella migliore delle ipotesi, sta comportando grosse perdite di tempo. IN ALLEGATO LA NOTA DELLA REGIONE SULLA REVOCA DEGLI IMPEGNI DI SPESA
«Altro che nessuna revoca dei finanziamenti regionali, è piuttosto una bocciatura solenne degli atti e delle procedure messe in opera dall’assessorato da lui ora diretto e dal dipendente dipartimento politiche della casa». Tonino Genovese e Loris Foti, rispettivamente segretario generale della Cisl Messina e responsabile territoriale del Sicet Cisl, ribattono alla replica dell’assessore Pino sulla revoca dei fondi del risanamento per l’acquisto sul mercato di 39 case popolari da destinare ai baraccati di Fondo Fucile.
La Cisl invita l’assessore Pino a “non giocare con le parole e i disagi dei cittadini messinesi”. E tutta la vicenda ruota intorno ad alcune parole contenute in un comunicato stampa emesso dal Comune venerdì scorso col quale Pino dichiara che “non risponde al vero la notizia della revoca dei fondi” ma poi conferma che “l’Assessorato regionale, con nota dell’11 novembre scorso, ha comunicato di avere avviato il procedimento di revoca dei decreti di impegno di spesa relativi agli alloggi che la commissione ha ritenuto non avessero i requisiti previsti dal bando”. Quindi secondo Pino la revoca dei decreti di impegno di spesa non equivale alla revoca dei fondi, secondo la Cisl sì.
Genovese e Foti ricostruiscono la vicenda: «Con Determina Dirigenziale numero 67 del 28 novembre 2014 a cura del Dipartimento Politiche della Casa viene approvata la graduatoria per l’acquisto alloggi. Il giorno dopo la Regione emette i relativi singoli decreti di impegno. Il 16 dicembre 2014 viene approvato il relativo bando. Poi, a seguito delle denunce di alcuni soggetti che avevano segnalato delle presunte irregolarità nella documentazione in possesso dell’Amministrazione comunale, relativamente ai requisiti degli alloggi previsti nel bando, la Regione ha nominato una Commissione interna di verifica che, con nota 46212 del 21 settembre 2015, ha accertato irregolarità (IN ALLEGATO LA NOTA). Queste irregolarità sono alla base della revoca, da parte della Regione, dei relativi decreti di impegno, cioè dei finanziamenti”.
Da qui parte l’attacco: “Non si capisce – continuano Genovese e Foti – come l’Assessorato al Risanamento abbia potuto considerare idonee queste proposte di vendita, alcune delle quali, come evidenziato, del tutto prive delle documentazione a corredo. Con perdita di tempo, finanziamenti e chance per chi aspetta ormai da anni».
In realtà, nello scorso mese di settembre, l’assessore Pino aveva confermato al nostro giornale le criticità del bando “fatto male e forse anche di corsa – ci aveva detto -. In un articolo c’era scritto che gli alloggi dovevano essere consegnati con certificati di abitabilità prima del rogito notarile, e così si pensava di fare, ma in un altro articolo si aggiungeva che comunque tutto doveva concludersi entro sei mesi dalla scadenza del bando per la presentazione delle domande, quindi a settembre 2014, un termine che non è stato rispettato. In ogni caso, il Comune non avrebbe mai concluso l’atto notarile senza che prima ci fossero i certificati di abitabilità, si è trattato solo di un problema di tempi tant’è che adesso quelle certificazioni ci sono”.
Chiuso questo “pasticcio” che, nella migliore delle ipotesi, ha comportato grosse perdite di tempo, è bene mettere momentaneamente da parte le polemiche e fare un passo avanti. Nella nota della Regione, si legge anche che “la graduatoria dovrà essere modificata escludendo le ditte non in possesso dei requisiti previsti dal bando” ma nulla si dice sul riaccredito delle somme revocate per l’acquisto delle case mancanti di requisiti. I fondi previsti inizialmente sono sufficienti per l’acquisto di 39 alloggi ma la graduatoria era stata approvata per 90. La speranza è che possa scorrere e tutto si possa risolvere. L’assessore Pino ne è sicuro e ha precisato che le “risorse potranno comunque essere utilizzate per acquistare gli altri alloggi presenti in graduatoria ed in possesso dei requisiti previsti dal bando e rimasti esclusi trovandosi oltre il 39° posto utile”.
(Marco Ipsale)