In relazione all'impatto ambientale della grande opera, ecco le osservazioni dei tecnici. E le parole del sindaco Basile
MESSINA – La città e il ponte sullo Stretto: quale sarà il futuro di Messina? Il sindaco della Città metropolitana e del Comune, Federico Basile, ha presentato al ministero per la Transizione ecologica – direzione generale Valutazioni ambientali le osservazioni predisposte dai tecnici. Un punto di partenza per esprimere il punto di vista di Messina in sede di Conferenza dei servizi oggi a Roma. E in una fase in cui il tema caldo è quello degli espropri.
Il documento è stato approntato dai dipartimenti Ambiente, Servizi tecnici e Urbanistica del Comune e dalla Direzione ambiente della Città metropolitana di Messina.
Per quanto riguarda il Comune di Messina, le osservazioni vedono in prima linea il sindaco Basile, il vicensindaco Mondello e il direttore generale Puccio. Si legge nel documento: “Si propone di inserire nelle prescrizioni, da sviluppare nel progetto esecutivo, ai fini dell’adeguamento alla compatibilità ambientale, l’esecuzione degli interventi di messa in sicurezza permanente dell’ex discarica di Portella Arena. Il tutto stante anche la vicinanza con le opere del ponte e con i cantieri perché insiste nello stesso torrente Pace, dove è prevista la realizzazione del viadotto autostradale”. Un progetto da finanziare e appaltare, per 20 milioni, a carico della società “Stretto di Messina”.
E ancora: “Si propone di inserire nelle prescrizioni l’aggiornamento del Piano comunale (e provinciale) di
emergenza, con particolare riguardo alle aree di emergenza e con riferimento ai diversi scenari di rischio (in particolare per il rischio sismico e maremoto)”. E, ancora, in relazione ai “punti critici del territorio comunale a rischio idraulico, rischio frana, zone costiere, nonché delle vie di comunicazione (vie di fuga), si suggerisce l’aggiornamento anche al fine di informare la popolazione per l’attuazione delle misure di comportamento e di autoprotezione”.
Il giorno della Conferenza dei servizi e le parole del sindaco in Commissione ponte
Sotolinea il sindaco Basile: “Dall’analisi tecnica del dipartimento sono emerse problematiche varie sul progetto che meritano risposte da parte di chi ha sviluppato il progetto, anzi da chi ha riesumato questo progetto di dieci anni fa e che deve confrontarsi con una città diversa, morfologicamente e non solo. Il mio ruolo deve essere di forte equilibrio e mediazione. La sostanza della relazione già inviata al ministero dell’Ambiente rispetto alla valutazione d’impatto ambientale è questa. E porteremo questa sintesi al tavolo. Vi dico già, per quanto ho potuto appurare, che martedì (oggi, n.d.r.) sarà più che altro una giornata legata alla partecipazione mediatica”.
“I progetti che interferiscono con la realizzazione del ponte”
Si legge nei rilievi del Comune: “La costruzione della viabilità sotteranea, autostradale e ferroviaria, interferirà con la produzione di acqua nei pozzi Amam“. Risultano necessari un aggiornamento e un approfondimento delle “risorse idriche nei cantieri e delle aree di servizio e relativo approvigionamento”. In più, “l’assottigliamento delle risorse idriche presenti e la variazione della circolazione idrica sotterranea potrebbero generare un’ingressione o modifica del cuneo salino nell’entroterra messinese, con problemi di subsidenza”. Quest’ultima consiste nel lento e progressivo sprofondamento del fondo di un bacino marino o di un’area continentale.
Poi, osservano i tecnici del Comune, ci sono i progetti che interferiscono con la realizzazione del ponte: la sistemazione idraulica dell’Annunziata e sistemazione dell’alveo dissestato; i lavori di riqualificazione urbana, messa in sicurezza e rinaturalizzazione dell’alveo del tratto urbano del torrente Annunziata; la mitigazione del rischio idrogelogico e di erosione costiera nei tratti di costa a maggio rischio compresi fra gli abitati di Acqualadrone, Mezzana, Tono, Mulinello, Casabianca, Rodia Marmora e Rodia Puccino in relazione al pericolo mareggiate. E ancora: la mitigazione del rischio idrogelogico e di erosione costiera per quanto riguarda Ponte Gallo; il sistema integrato di mobilità dolce Ganzirri-Torre Faro.
Si legge nel documento: “La cava a Faro Nord, nel progetto 2011 individuata come area di deposito, è diventata sito del nuovo impianto di depurazione di Tono e la relativa rete di condotte dell’impianto può interferire nel tratto Lago Ganzirri – Lago Piccolo”.
CONTINUA
e poi dove metteremo tutta la gente cui verrebbe espropriata la casa? Soldi a pioggia agli espropriandi che li vedrebbero chissà quando e nel frattempo dove vanno?
si comincia a svegliare e se ne accorge dei danni che stanno apportando a Messina
questi sono una piccolissima parte…finalmente i nuovi BORBONI ( quelli delle FESTE, SELFIE, PUBBIRAZZU e MEZZE) cominciano a ragionare sull’inutilita del PONTE SULLO STRETTO….solo danni per i Messinesi….
Complimenti sign.Basile finalmente si è accorto dello sconvolgimento che produrrà la costruzione del ponte su tutta la città di Messina.
Le case espropriate e distrutte di Torre Faro….i villaggi di Ganzirri e Torre Faro sconvolti dai lavori non essendo sua base elettorale potevano avere un triste destino…..non era per lei un problema che la riguardava.
Già, se Messina non ha l’acqua necessaria per vivere dove prenderanno l’acqua per i cantieri?
Non sprecare la nostra acqua per una cosa inutile!
Ma indipendentemente da tutti questi problemi descritti e tutti sacrosanti e validissimi, vogliamo parlare sotto l’aspetto puramente tecnico/ progettuale/ ingegneristico di questa opera faraonica, unica al mondo?
Per i ponti sospesi stradali-ferroviari, l’esperienza acquisita nel mondo, sino ad oggi, suggerisce di non oltrepassare i 1500 – 1600 metri di lunghezza di qualsiasi impianto del genere, mentre nello Stretto parliamo di una lunghezza di 3000 m.
I ponti sospesi essendo posti in aria, sono sottoposti a venti molto forti, possono far deragliare i treni, specialmente se sono ad alta velocità.
Non esiste al mondo un ponte della lunghezza di quello che dovrebbe essere costruito nello Stretto!!! Ma il/i progetto/i valutano tutti questi rischi concreti e gravissimi connessi alla natura ed all’ambiente dello Stretto?
Perchè nel mondo i ponti con linee ferroviarie si sono fermati ad una lunghezza massima di 1400 mt.
Ci sara’ un motivo? Lo vorremmo sapere dagli Scienziati che si occupano del Ponte e che parlano solo di ” certezze e sicurezze ” .
Non creiamo un ecomostro inutilizzabile; l’Italia è già piena di questi lavori farlocchi ed abbandonati al loro destino……. Poi chi li ha sul proprio territorio ………….se li piange…………