Lo sviluppo di un ciclone sul nord-Africa rischia di attivare forti venti di scirocco fra Pasqua e Pasquetta
Anche stamane dai principali centri di calcolo internazionali giungono ulteriori conferme sul quadro meteorologico atteso per l’ormai imminente weekend pasquale. I simulatori numerici (i modelli utilizzati dai meteorologi per realizzare le previsioni del tempo) cominciano ad allinearsi su quello che sarà il quadro previsionale del ponte pasquale, simulando l’affondo fin sull’entroterra desertico algerino, di una saccatura atlantica (ondulazione ciclonica).
Quest’ultima interagendo con le montagne dell’Algeria favorirà lo sviluppo di una circolazione depressionaria africana che contribuirà a comprimere le isobare fra il Mediterraneo centrale, i Balcani e il bacino orientale del mar Mediterraneo, convogliando verso di essi una consistente avvezione di aria calda (dai deserti libici) che provocherà un aumento termico consistente, soprattutto in quota.
Nel corso delle prime ore di lunedì 22 aprile, giorno di Pasquetta, questo vortice depressionario tenderà a spostarsi verso nord-est, risalendo verso le Baleari e il tratto di mare ad ovest della Sardegna, approfondendosi ulteriormente. Il risultato di tale processo porta all’infittimento delle isobare sul Mediterraneo centro-occidentale (fra Spagna e Grecia), con la conseguente intensificazione dello scirocco fra i Canali delle due Isole Maggiori, il medio-basso Tirreno, lo Ionio e il basso Adriatico.
In modo particolare fra la Sardegna e la Sicilia, a seguito della rapida compressione del “gradiente barico orizzontale”, la ventilazione sud-orientale subirà una rapida intensificazione nei bassi strati, fino a superare la soglia d’attenzione, soffiando con intensità di burrasca e burrasca forte fra il Canale di Sardegna, Canale di Sicilia, basso Tirreno, Stretto di Messina, e dalla seconda parte di lunedì pure sullo Ionio in mare aperto.
Bisogna anche tenere presente che l’evoluzione verso levante di questa depressione verrà ostacolata ad est dallo sviluppo di un promontorio di alta pressione (originato dall’aria calda che sale dai deserti libici), che dall’entroterra libico si estenderà verso il Mediterraneo centro-orientale, la Grecia e i Balcani. La formazione di questo promontorio dinamico, appena ad est della circolazione depressionaria, infittirà ulteriormente le isobare, favorendo l’attivazione di una forte ventilazione meridionale, che dall’entroterra nord-africano si muoverà fin verso il medio Tirreno, lo Ionio e l’Adriatico.
L’impetuoso flusso sciroccale verrà sorretto dall’intrufolamento nel cuore dell’entroterra desertico marocchino e algerino (a sud della catena montuosa dell’Atlante) di masse d’aria piuttosto fresche e umide, di origine polare marittima, spinte dai venti burrascosi da O-SO e Ovest, presenti sul lato meridionale della profonda area depressionaria, che dalle medie latitudini atlantiche si propagheranno velocemente verso le coste del Marocco e dell’alto Sahara occidentale.
Una volta insinuata in pieno deserto l’aria fresca e umida oceanica andrà ad interagire con le masse d’aria più calde e molto secche preesistenti nei bassi strati sopra il Sahara algerino, determinando più ad est il conseguente richiamo di sostenute correnti dai quadranti meridionali che trasporteranno aria più calda, di origine sub-tropicale continentale, che dai deserti dell’Algeria meridionale e dalla regione del Fezzan (Libia meridionale) si muoverà verso le coste della Tripolitania e della Tunisia, originando anche dei drastici aumenti termici nelle suddette aree.
I venti meridionali, che risaliranno dai deserti dell’Algeria orientale e dall’ovest della Libia, si spingeranno con forza verso i mari che circondano la Sardegna e la Sicilia, raggiungendo l’intensità di burrasca. Lo scirocco, dunque, sarà il vero protagonista del prossimo weekend pasquale, e condizionerà soprattutto la giornata di Pasquetta che rischia di essere compromessa dall’impetuosa ventilazione africana, che proprio in corrispondenza dello Stretto di Messina e lungo lo sbocco delle principali vallate che degradano verso il Tirreno, tende ad amplificarsi (per effetto “venturi” nello Stretto), raggiungendo valori di raffica davvero considerevoli.