Secondo le accuse, Cutè e Aloisi avrebbero sparato i 5 colpi di pistola in direzione dell’ingresso per “vendicarsi” del precedente comportamento dei buttafuori.
Si trovano attualmente a Gazzi il 22enne Alessandro Cutè e il 24enne Gianfranco Aloisi, i due giovani che sono ritenuti i responsabili dei colpi di pistola esplosi venerdì notte davanti M’Ama, noto locale della riviera messinese.
Difesi dagli avvocati Salvatore Silvestro e Franco Rosso, i due giovani si erano presentati ieri sera al Comando Provinciale dei Carabinieri di Messina dopo aver saputo, tramite stampa, di esser ricercati. Accompagnati dai legali, Cutè e Aloisi si sono recati negli uffici di via Bonsignore e, dopo le formalità di rito, sono stati accompagnati al carcere di Gazzi. Contro di loro vi era un mandato di fermo emesso dalla Procura di Messina e firmato dal Sostituto Antonio Carchietti, coordinatore delle indagini. Adesso la “palla” passa al Gip che, entro le 48 ore, dovrà decidere se convalidare o meno il fermo.
Le indagini, scattate lo stesso venerdì notte, avevano velocemente permesso di ricostruire quanto accaduto davanti al M’Ama, poco dopo le 2. Secondo le accuse, Cutè e Aloisi avrebbero sparato i 5 colpi di pistola in direzione dell’ingresso per “vendicarsi” del comportamento dei buttafuori del locale che, poco prima, avevano negato loro l’entrata alla serata. Contro i due ragazzi vi sarebbero alcune testimonianze dirette, nonché diverse immagini dei sistemi di sorveglianza della zona.
Dei cinque colpi esplosi quella notte, tre avevano centrato una 34enne di Briga Marina che, proprio in quel momento, stava uscendo dal locale con la sorella ed un’amica. La ragazza, subito trasportata all’Ospedale Papardo, è stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico e, fortunatamente, adesso è fuori pericolo di vita.
Sia Cutè che Aloisi sono vecchie conoscenze delle Forze dell’Ordine. Soltanto a gennaio il giovane Cutè era difatti rimasto coinvolto nell’operazione Doppia Sponda che aveva fatto luce su un intreccio tra criminalità messinese, catanese e calabra che faceva “viaggiare” tra le tre città grandi quantitativi di droga da smerciare poi nelle piazze peloritane.
A questi due geni gli farei scontare la pena che gli verrà data nel bel carcere di Tent City, dove non si alloggia nelle celle ma bensì nelle tende sia d’estate che d’inverno e dove vengono privati di ogni bene e non mancano le palle al piede e cibi avariati, il tutto naturalmente sovraffolato. Sai che bello sarebbe se anche in italia x queste bestie ci fosse parità di trattamento.