L'importo è di 3 miliardi 760 milioni, il 40 % del totale nazionale. Per l'associazione nazionale dei costruttori edili è simbolo dell'arretratezza dell'isola. Il deputato Vincenzo Garofalo lancia un chiaro appello al Governo. L'elenco presentato oggi a Roma al ministro Delrio. IN ALLEGATO LE 476 OPERE CANTIERABILI SICILIANE
Sono 476 le opere finanziate, progettate e immediatamente cantierabili in Sicilia, per un importo complessivo di 3,76 miliardi di euro, individuate dal sistema associativo dell’Ance Sicilia in collaborazione con gli enti locali dell’Isola. E di queste ben 196 riguardano la provincia di Messina.
Si tratta di 27 opere stradali per 1,72 miliardi; 64 interventi di manutenzione viaria per 34 milioni; 7 opere ferroviarie per 1,3 miliardi; 1 infrastruttura portuale per 4,8 milioni; 62 opere idriche per 144 milioni; 6 opere per la mobilità urbana sostenibile per 3,8 milioni; 81 opere urbane per 121 milioni; 74 interventi su edifici scolastici per 137 milioni; 15 interventi su edifici culturali per 44 milioni; 25 impianti sportivi per 21 milioni; 47 opere su altre tipologie di edifici per 43 milioni; 47 interventi sul rischio idrogeologico per 87 milioni; e altri 20 interventi per 16,9 milioni.
L’elenco è stato consegnato oggi, presso la sede nazionale dell’Ance a Roma, al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, all’interno della piattaforma “La carica dei 5mila cantieri per fare ripartire l’Italia”, frutto della ricognizione del sistema associativo Ance su tutto il territorio nazionale.
Sul totale degli oltre 5mila progetti individuati nel Paese per complessivi 10 miliardi di euro, la Sicilia si distingue perché i suoi 476 interventi rappresentano il 9% del totale per numero, ma il 40% per importi. Basti pensare che le 27 opere già individuate dall’Ance Sicilia in quanto immediatamente cantierabili e a suo tempo segnalate al ministro Delrio ammontano a 3,1 miliardi di euro (il 31% dell’importo nazionale).
“I dati – afferma l’Ance – sono il simbolo dell’arretratezza infrastrutturale della Sicilia rispetto al resto del Paese e dimostrano l’insensibilità della classe politica e della burocrazia riguardo alla necessità di mettere in sicurezza il territorio e gli edifici scolastici, di recuperare e valorizzare i beni culturali e di modernizzare i sistemi di trasporto e i tessuti urbani. L’attuazione immediata del piano avrebbe una doppia funzione: intervenire in senso anticiclico rispetto alla crisi economica e del settore edile, e migliorare la qualità di vita dei cittadini”.
"Per fare ripartire il Paese bisogna avviare le opere pubbliche, bisogna farlo in fretta e bisogna farlo partendo dal Sud". Così il deputato messinese Vincenzo Garofalo (Area Popolare). "Se, come emerge dalla ricognizione fatta dall'Ance- dichiara Garofalo- ci sono 5mila opere cantierabili, l'impegno del Governo deve essere quello di fare partire immediatamente i lavori. E non solo perché, secondo i calcoli fatti, questo consentirebbe di dare occupazione a 165mila persone ma soprattutto perché, come ho sempre avuto modo di sottolineare, gli investimenti in questo settore sono un moltiplicatore di valore".
Dalla sede privilegiata dell'incontro di oggi chiare le parole del deputato di Area Popolare: "Basta con la distinzione tra opere piccole e grandi. L'unica distinzione da fare è tra opere inutili e quelle che sono invece utili e che vanno realizzate con senso di responsabilità da parte degli imprenditori che si aggiudicano gli appalti i quali devono essere consapevoli che chi sbaglia pagherà. Questa è la prima regola che si sta provando ad introdurre con il nuovo codice degli appalti. Tra i cambiamenti di rilievo anche la sostituzione del parametro del maggior ribasso (che ha dimostrato di essere fallimentare) con quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa".
Da Garofalo- capogruppo della commissione trasporti della camera dei deputati ed esperto dell'ex ministro Lupi per le problematiche infrastrutturali del meridione d'Italia- un appello chiaro al Governo: "Gli investimenti sono necessari- ha dichiarato- e occorre partire dal Sud che paga ad oggi lo scotto di una forbice troppo alta di distanza con il resto del Paese. È impensabile additare il Meridione perché fa fatica a carburare quando i treni lì viaggiano a 100 km orari contro i 300 del Nord, quanto al Nord ci sono le autostrade a quattro corsie e in Sicilia in moltissimi tratti di autostrada- nei quali si paga regolarmente il pedaggio- si viaggia con il limite di 50 km orari in doppio senso di marcia".
Agli esperti dell'Ance Garofalo poi si è rivolto per chiedere numi sui tempi tecnici del ripristino del viadotto crollato in Sicilia. "Dai tecnici oggi ho avuto rassicurazioni in merito. La prossima settimana di questo discuteremo al question time durante l'interrogazione che ho presentato insieme ai miei colleghi siciliani per chiedere al Governo quali iniziative urgenti intenda adottare per ripristinare la viabilità, monitorare la sicurezza e ammodernare l'autostrada siciliana".