Caritas e Migrantes, prima ancora dell’accoglienza concreta, avranno cura di preparare la comunità attraverso percorsi di informazione e formazione, con l’obiettivo di costruire una piccola équipe di operatori a livello diocesano e di volontari a livello parrocchiale e provvedere alla loro preparazione non solo sul piano sociale, legale e amministrativo, ma anche culturale e pastorale, con attenzione anche alle cause dell’immigrazione forzata
In seguito all’appello lanciato da Papa Francesco durante l’Angelus dello scorso 6 settembre e al Vademecum del 13 ottobre sull’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati approvato dal Consiglio Permanente della Cei, la Caritas Diocesana Messina Lipari S. Lucia del Mela, in collaborazione con l’Ufficio diocesano Migrantes, ha avviato nelle scorse settimane una rilevazione delle disponibilità di spazi presso gli istituti religiosi maschili e femminili, le comunità parrocchiali e qualunque altra sede che consenta di avviare un percorso di ospitalità e integrazione che diventi autentica prossimità evangelica ai migranti.
Caritas e Migrantes, prima ancora dell’accoglienza concreta, avranno cura di preparare la comunità attraverso percorsi di informazione e formazione, con l’obiettivo di costruire una piccola équipe di operatori a livello diocesano e di volontari a livello parrocchiale e provvedere alla loro preparazione non solo sul piano sociale, legale e amministrativo, ma anche culturale e pastorale, con attenzione anche alle cause dell’immigrazione forzata.
Come ha sottolineato il Santo padre, si tratta di “un gesto concreto in preparazione all’Anno Santo della Misericordia”. “L’invito del Pontefice – si legge nella nota Caritas inviata ai parroci e agli istituti religiosi della Diocesi – scuote le nostre coscienze e ci interpella, coinvolgendoci attivamente in una gara di solidarietà che già vede tanti uomini e donne di buona volontà impegnarsi con risposte concrete e convincenti. Gli eventi drammatici, che spesso causano morte e che ormai quotidianamente ci vengono riproposti dai mezzi di comunicazione sociale, ci fanno ancor di più comprendere che tale appello non può rimanere inascoltato”.