Scontro Ardizzone-Fiumefreddo. A conclusione dell'audizione la presidente dell'antimafia Rosy Bindi ha dichiarato: "Dobbiamo stare attenti all'uso della lotta alla mafia per altri fini o obiettivi"
Quando l’antimafia vive di passerelle e riflettori può accadere anche quello che sta succedendo in Commissione nazionale e che le parole della presidente Rosy Bindi riassumono benissimo: “Le relazioni dell'avvocato Antonio Fiumefreddo e del Presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone sono sicuramente due audizioni che non potranno che essere interessanti, soprattutto sotto il profilo della nostra inchiesta sull'antimafia. Perche' io credo che dobbiamo combattere la mafia, ma dobbiamo essere anche molto avvertiti nell'uso della lotta alla mafia per altri fini e per altri obiettivi".
A chiedere l’audizione davanti alla Commissione nazionale antimafia, stanco di continui attacchi all’Ars, dopo le settimane a raffica de L’Arena e la querelle infinita su Riscossione Sicilia, era stato il presidente dell’Assemblea Giovanni Ardizzone.
Una richiesta a tutela dell’immagine dell’Ars presentata la scorsa settimana.
Nel corso dell’audizione Ardizzone ha fatto riferimento all’antimafia sotto i riflettori, fenomeno tipico siciliano che riguarda diverse categorie “in carriera” soprattutto politici: “L’Ars viene rappresentata come un coagulo di criminali che non vuole ricapitalizzare Riscossione Sicilia per chissà quali oscuri motivi. C’è in atto un tentativo di condizionamento dell’Ars, una campagna mediatica che non mira certo a risolvere i problemi di Riscossione Sicilia”.
Il fendente del presidente però riguarda l’amministratore di Riscossione Sicilia, quell’Antonio Fiumefreddo, vicino a Crocetta che più volte ha tentato di inserirlo in giunta, salvo poi “dirottarlo” verso la poltrona di vertice della società. Da allora, periodicamente Fiumefreddo, tra una richiesta di ricapitalizzazione ed un’altra, mette sul piatto della bilancia anche segnalazioni su deputati insolventi e che, proprio per questo, vorrebbero chiudere la società o farla fallire. Fiumefreddo finora ha lanciato accuse senza indicare i nomi, creando un clima di generale sospetto.
"Posso capire che l'avvocato Fiumefreddo venga in Commissione Antimafia con atti secretati ma allora non può poi fare anche il giro delle trasmissioni televisive- ha dichiarato Ardizzone- Questa è una antimafia di facciata: se sono amministratore non ho bisogno di dire ai quattro venti quello che ho fatto. Si vuole fare carriera politica mentre serviva un Piano Industriale finora mai presentato. Fiumefreddo sta portato avanti un attacco mediatico, in questo modo l’Ars non può votare con serenità la ricapitalizzazione della società”.
Nel replicare a distanza Fiumefreddo ha contestato al Presidente dell’Ars di non aver detto nulla sulle sue denunce in merito alle tasse mai incassate dalle multinazionali del petrolio, né sul fatto che molti deputati risultano sia indagati che inadempienti con il fisco: “Ardizzone ha un’ossessione, quella di volermi fare fuori da Riscossione Sicilia”. Fiumefreddo ha poi annunciato di voler incontrare Crocetta prima di prendere eventuali decisioni.
Certo è che l’aver chiesto l’intervento della Commissione nazionale antimafia, rilasciando dichiarazioni di quel tenore, da parte di Ardizzone, è anche un modo per far uscire allo scoperto, dopo mesi di polemiche e veleni, sia Fiumefreddo che lo stesso governatore. Le dichiarazioni della Bindi, a proposito dell’uso della lotta alla mafia per altri obiettivi (come quello di far politica), impongono una riflessione. La Commissione peraltro ha avviato da oltre un anno una riflessione interna sull’antimafia delle carriere e delle passerelle sulla quale le stesse attività della Commissione hanno influito.
Rosaria Brancato
