Siamo stati capaci di rinascere tante volte. Ritroviamo le energie che servono in una sincera idealità.
Oggi mi sento di fare gli auguri di Buona Pasqua a una persona speciale: la mia città, la nostra Messina che noi tutti amiamo senza riuscire a difenderla dall’assedio di chi proclama di essere legato a lei ma si comporta come quei figli che dicono di adorare la madre e la cercano solo per soddisfare i loro bisogni.
Ecco, nell’augurare Buona Pasqua a Messina, vorrei che in tutti noi cittadini avvenisse una vera Resurrezione civile, che non dobbiamo reclamare solo dalla classe politica. Vorrei che ci guardassimo dentro e, parafrasando la storica frase di Kennedy, ci chiedessimo non quello che Messina può fare per noi, e per i nostri interessi, più o meno confessabili, ma quello che noi possiamo fare per Messina. Veramente, però, senza le ipocrisie di chi cerca di carpire il consenso per farne ciò che vuole quando viene eletto.
È un percorso che appare utopistico, considerata la situazione attuale. Ma non è affatto impossibile. E, comunque, è l’unica possibilità per vivere meglio tutti, per accedere a una giusta qualità della vita e per riuscire a goderci i nostri figli che amiamo più di noi stessi e non vorremmo che lasciassero la città a cui, nonostante tutto, sono legati visceralmente.
Dico da tempo alle persone con cui riesco ancora a condividere il piacere di una discussione orientata al futuro che Messina per un periodo di almeno dieci anni ha bisogno di un progetto amministrativo incarnato da persone generose. E quando uso questo aggettivo lo faccio con la consapevolezza dell’impegno che questa parola comporta se non si lascia alla stadio di pura retorica. Generosità per Messina significa amministrare pensando prima di tutto all’interesse della città anteponendolo al proprio interesse personale e di gruppo. Significa essere disposti anche a perderci qualcosa nello svolgere un’azione amministrativa in cui necessariamente si dovranno intaccare posizioni consolidate e privilegi di varia natura. In una parola generosità significa avere il coraggio e la forza di sovvertire un regime ispirato agli intrecci di favori, ai conflitti d’interesse, alla coartazione delle scelte ispirate dalla buona coscienza, dalla competenza, dal rispetto delle leggi e delle persone. Non penso a un giudizio universale in cui qualcuno si debba prendere la briga di scegliere i buoni e i cattivi, peraltro in base alla convenienza del momento: questa è un’operazione a cui abbiamo già assistito e che vogliamo dimenticare presto. Penso solo che sia necessario squarciare il velo delle connivenze e fare chiarezza sulle responsabilità per capire la natura vera degli errori compiuti e cambiare strada. E per farlo con la necessaria determinazione e senza compromessi al ribasso, bisogna scegliere le persone che si vorranno impegnare per la città non sulla base delle amicizie e della dimostrata capacità di assecondare le scelte del leader ma sulla base delle qualità reali e potenziali dimostrate sul campo o validate da una formazione adeguata. Solo così si può veramente rigenerare l’aria stagnante che ammorba il nostro desiderio di rinascita aprendo le porte a una brezza rigenerante che con la forza serena dell’idealità vera ci consegni un nuovo destino.
Parole vuote, direte voi, pure aspirazioni retoriche. E invece no, vi dice uno che ne ha viste tante, che ha commesso tanti errori ma non perde la speranza. Sì, perché questo è il problema vero della nostra città adesso: l’appassire della speranza, la consapevolezza che non si possa più trovare soluzione al declino. E questa sensazione, amara e letale, ci allontana sempre di più da quella vita migliore alla quale tutti aspiriamo, come individui e come comunità. Per questo penso che l’idealità, anche utopistica, costituisca il prerequisito necessario di ogni ragionamento programmatico e, quindi, ha un valore più che concreto. Perché aderire sinceramente ad una certa idealità significa indirizzare le scelte concrete in una direzione anziché in un’altra e, per i cittadini chiamati a valutare, significa riuscire a identificare chiaramente la natura della scelte nell’universo indistinto che per troppi anni ha caratterizzato la politica. Sempre che l'idealità non venga snadierata solo per agire da schermo alle vecchie, consolidate abitudini del potere.
Auguri Messina. Auguri a tutti voi affezionati lettori.
Pippo Trimarchi