In occasione della Giornata mondiale dell'autismo le associazioni hanno approvato un importante documento
In occasione della Giornata Mondiale Autismo, lo scorso 2 aprile, le Associazioni Familiari Soggetti Autistici che operano a Messina e provincia all’interno del Tavolo Tecnico Autismo hanno approvato nel corso del Webinar sull’emergenza nell’emergenza, un ordine del giorno che sarà portato all’attenzione delle istituzioni:
- – L’emergenza pandemica ha ulteriormente acuito le problematiche, già gravi, che attanagliano i ragazzi affetti dal Disturbo dello Spettro Autistico e le loro famiglie, nonché tutti coloro che sono affetti da rilevanti disabilità.
- – A fronte di tale emergenza ci troviamo ancora di fronte ad interventi pubblici parziali, disarticolati e spesso contraddittori– Occorre più che mai predisporre una reale Integrazione dei Servizi Socio-Assistenziali, che coinvolga anche il Mondo della Scuola. Da troppo tempo la Regione Sicilia rimanda una apposita normativa in tal senso, che ancora una volta stiamo a richiedere. Primo intervento è la costituzione di una Banca Dati e la Mappatura dei bisogni
- – Conseguentemente reclamiamo una unica Cabina di Regia, sia a livello regionale che locale, che sia in grado di coordinare e di indirizzare tutti gli Enti pubblici interessati e dirimere ogni divergenza esistente. Tale coordinamento appartiene precipuamente all’ASP e al Sindaco.
- – Tali indirizzi devono necessariamente trovare uno spazio adeguato nella Conferenza dei Servizi su l’Autismo, da tanto tempo annunciata sia dal Comune di Messina che dall’ASP. – Il primo atto, richiesto ai due Enti menzionati e rivendicato dalle Associazioni Familiari, da sempre, è il Piano Individuale di Vita, che riguarda ogni soggetto disabile, a norma dell’art. 14/L. 328-2000,
resosi indispensabile per portare avanti qualsiasi iniziativa, affinchè questi definiscano procedure esemplificate e condivise
- – Il Mondo della Scuola è quello che ha subìto, in questa fase, il più forte contraccolpo. Occorre mettere in atto con coraggio nuove idee e nuove progettualità, che lo facciano ripartire con rinnovata linfa. Proprio perché, come spesso ci troviamo a dire, nulla sarà come prima. Questo è il momento in cui la Società civile tutta, a cominciare dalle Famiglie e non solo gli addetti ai lavori, si riappropri fino in fondo di un ruolo fino ad oggi negato da apparati burocratici, che ne hanno delimitato negativamente la grande e fruttuosa operatività. Il disorientamento al quale in atto assistiamo può rappresentare una grande opportunità per una apertura a 360 gradi di una realtà complessa, quale è la Scuola, ma in grado per sua natura di assorbire tutte le istanze, anche divergenti, che una società altrettanto complessa è in grado di produrre. Ne devono scaturire, necessariamente, orientamenti certi, confrontabili e condivisibili. Dal tipo di Scuola che sapremo immaginare si potrà intravedere la Società che vorremo costruire.
- – A tal proposito, una delle più grandi Rivoluzioni Culturali che auspichiamo, può avvenire solo nel momento in cui si consente anche ai disabili psichici, la prosecuzione degli studi, dalle Scuole Superiori all’Università. Proprio quando per tali giovani si precludono tutte le possibilità di svolgere una quale che sia attività. Sappiamo che ad oggi con la fine delle Superiori per loro finisce tutto. E’ quella che abbiamo chiamato Univ ersit à p er l’ incl usione . Deve essere articolata in modo da poter accogliere al proprio interno il maggior numero di giovani affetti da disabilità psichica. Ancora il criterio della uguaglianza sancito dalla Costituzione non è per niente osservato. Per le Famiglie significa che già negli ultimi anni delle Superiori il Consiglio d’Istituto e i genitori devono poter individuare quanti giovani potranno accedere all’Università ed accompagnarli fino al raggiungimento dell’obiettivo prefissato . Si tratta di predisporre attività laboratoriali di varia natura, anche in collaborazione con la Rete Territoriale Integrata dei Servizi , predisposta dall’Asp, dal Comune e da altri Enti pubblici e privati, con appositi Protocolli d’intesa. Il prolungamento delle attività educative, di apprendimento e laboratoriali è finalizzato all’Avviamento al Lavoro dei soggetti diversamente abili. Questi ragazzi devono poter usufruire altresì di un accompagnatore individuato nella figura dell’Insegnante di Sostegno e/o in quella del Caregiver o del Compagno Adulto, opportunamente formati e retribuiti.
- Formuliamo, dunque, due proposte diverse. Una di immediata applicazione attraverso un Pr oto col l o d’i nte sa tra le Scuole, l’Ufficio scolastico prov.le, l’Università e le Associazioni Familiari. Si configura esclusivamente come attività laboratoriale che continua dalle Superiori all’Università, ove si possono utilizzare docenti che già fanno gratuitamente Formazione nella Terza Missione. Mentre l’attività di formazione universitaria vera e propria, che può prevedere un corso triennale di studi, fino all’età di 23/24 anni, specifico, naturalmente, per questi giovani, necessita di una apposita iniziativa legislativa da parte del Governo nazionale, che noi sollecitiamo a cominciare da questa iniziativa. E sopponiamo intanto all’attenzione della sottosegretaria Floridia.
- BANCA DEL TEMPO SOLIDALE – Le Famiglie hanno bisogno di sviluppare attorno a se tanta solidarietà. Si può cominciare dalle Scuole, riprendendo e rimotivando la figura del Compagno Tutor. Ognuno, a cominciare dal signore della porta accanto, può prestare parte del proprio tempo, per permettere, ad esempio, ad un genitore di recarsi a sbrigare una faccenda presso un Ufficio o un negozio, mentre il figlio è accudito da altri per un paio d’ore. Gli esempi sono tantissimi. Coloro che offrono questa disponibilità possono iscriversi in una apposita lista ove i genitori possono attingere in base alle necessità. Un altro bisogno molto sentito è rappresentato dal Sostegno psicologico alle famiglie, essenzialmente professionale, ma anche amicale
- TERZO SETTORE. Con la Riforma del Terzo Settore, a norma del DL 117/2017 le Associazioni di Volontariato e quindi anche le Associazioni Familiari, assumono la qualifica di ODV non profit, recepiscono il Codice del Terzo Settore e diventano a tutti gli effetti interlocutori con veste giuridica e precise prerogative, che ora intendono far valere in tutte le istanze pubbliche e private, per essere consultati nelle varie sedi, a difesa dei diritti fondamentali dei soggetti che rappresentano