Il documento approvato dà mandato al sindaco per intraprendere iniziative a contrasto del ddl sull'Autonomia differenziata
Reggio Calabria – “L’autonomia differenziata penalizza la Calabria e il sud”. Approvato a maggioranza dei presenti, nel corso del Consiglio Metropolitano aperto, con 11 voti favorevoli e uno contrario (Antonino Minicuci), il documento presentato dal sindaco facente funzioni Carmelo Versace, relativo alle azioni da intraprendere in merito al disegno di legge sull’autonomia differenziata.
E’proprio l’autonomia differenziata l’unico punto all’ordine del giorno dell’Assise, convocata su richiesta del consigliere Giuseppe Giordano, per aprire una discussione che “partisse dal basso, per un qualificato dibattito sulla riforma che segnerà la vita del nostro Paese”, sono state le sue parole. Presenti all’Assemblea, oltre a 10 consiglieri metropolitani, anche 26 sindaci del territorio, rappresentanti, nel totale, 328 743 abitanti.
Il contenuto del documento
Il documento di cui ha dato lettura in aula il sindaco gli conferisce mandato a “intraprendere ogni iniziativa per contrastare il ddl promosso dal Ministro Calderoli – si legge nel documento – almeno fino a quando non sia definito il percorso istituzionale attraverso il coinvolgimento delle Città Metropolitane e il sistema delle Autonomie Locali per la corretta definizione, attraverso una fonte legislativa primaria, dei Livelli essenziali delle prestazioni su base nazionale e tenendo conto dei limiti storici delle Regioni più in difficoltà attraverso l’istituzione di un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per sostenere i territori con minore capacità fiscale pro capite, come indicato dalla Costituzione e fino a quando non saranno ridefinite le materie oggetto di riforma, per alcune delle quali, sanità istruzione e ambiente, si ritiene necessario che rimangano nella potestà legislativa statale. Inoltre, si da mandato al Sindaco Metropolitano di farsi promotore di organizzare unitamente ai Sindaci della Città Metropolitana una manifestazione pubblica che coinvolga tutte forze sociali, studenti, associazioni rappresentati dei lavoratori delle categorie produttive del territorio metropolitano”.
Versace: “Una legge che ci penalizza”
“Abbiamo convocato questo consiglio perché riteniamo doveroso che le istituzioni si esprimano nel merito del disegno di Legge. Si parla di Lep (livelli essenziali delle prestazioni n.d.r.) – ha affermato Versace – ma secondo noi non è quello il tema, anche perché sembrerebbe che i Lep siano già stati individuati all’interno della finanziaria, quindi si tratta di un decreto che è uno specchietto per le allodole rispetto a delle decisioni che dovevano essere assunte contestualmente al decreto e che invece sono state assunte precedentemente. Oggi parte l’azione di discussione per dare un contributo serio per riscrivere una legge che penalizza il nostro territorio”.
“La riforma sono state le parole di Giordano – acuirà fortemente il divario tra regioni e quelle che hanno buone condizioni beneficeranno di ulteriori risorse andando a velocità diverse e rischiando di spezzare un Paese che vede nelle regioni del sud il nucleo fondamentale. Si dovrebbero invece recuperare le differenze perché la nostra regione possa contribuire allo sviluppo del Paese”.
Diritto alla salute e istruzione ambiti da tutelare
Nel documento si sottolinea, inoltre, come in questo momento sia necessario, rafforzare la presenza dello Stato al fine di articolare in modo più uniforme la propria azione, in particolare nella difesa dell’universale diritto alla salute dei suoi cittadini, soprattutto dopo la drammatica esperienza della pandemia, in cui gli effetti della regionalizzazione dei servizi sanitari hanno fatto emergere le sperequazioni nei diversi sistemi sanitari; nell’affrontare la crisi economica provocata dalla pandemia, dal conflitto bellico in corso e, in generale, dalle congiunture internazionali; in materia di istruzione, adottando misure che garantiscano elevati standard di formazione anche nel Mezzogiorno, e si afferma che ogni trasferimento di materia debba avvenire nel rispetto dei principi di solidarietà e unità nazionale, garantendo maggiori risorse a quei territori in cui permangono gap infrastrutturali, economici e sociali col resto dell’Italia.
“Il processo di eventuale devoluzione previsto dalla Costituzione – prosegue il documento – deve avvenire nel rispetto del principio di sussidiarietà nell’esercizio delle funzioni amministrative e non si deve tradurre in un accentramento regionale in danno delle autonomie locali”.