Il pm Antonio Carchietti ha siglato l'avviso di chiusura delle indagini per l'ex Commissario Gazzara e altri 4 tecnici del Cas indiziati di essere coresponsabili della morte del ventinovenne Alessandro Mobilia, il giovane di Calatabiano precipitato in auto dal viadotto Zafferia, nel 2013
Poteva un guard rail più moderno e più robusto salvare la vita del ventinovenne Alessandro Mobilia? Secondo la Procura di Messina sì. Il sostituto procuratore Antonio Carchietti, terminati gli accertamenti, ha siglato l'avviso di conclusione delle indagini per i cinque indagati, cioè i vertici e i tecnici del Consorzio autostrade di allora.
Il giovane di Calatabiano viaggiava su una Lancia Y che all’alba del 23 settembre 2013 volò dal viadotto Zafferia della tangenziale. L’auto si schiantò contro un muretto dopo un salto di una ventina di metri. Mobilia morì sul colpo ed il conducente, il suo amico Vincenzo Casablanca, 29 anni anche lui di Calatabiano rimase gravemente ferito.
Casablanca fu subito indagato per omicidio colposo ma con lui ci sono altre cinque persone. Si tratta dell’allora commissario del Cas, Antonino Gazzara ed i dirigenti del Consorzio Gaspare Sceusa, Letterio Frisone, Carmelo Ietto ed Antonino Spitaleri.
La Polizia Stradale è convinta che l’incidente sia stato originato dal mancato rispetto dei limiti di velocità, fissati ad 80 kmh. Nell’impatto le barriere protettive hanno letteralmente ceduto e l’auto è finita nel vuoto. Il magistrato titolare dell’inchiesta, Carchietti, vuole scoprire non solo l’esatta dinamica dell’incidente ma anche se il guard rail fosse a norma e se si poteva evitare la tragedia magari con barriere più moderne come i new jersey. Per questo si è rivolto ad un esperto d’infortunistica, l’ingegner Andreas Pirri che dovrà redigere una perizia in tal senso.