Il “Cantiere dell’Alternativa per Messina Bene Comune” e il il Movimento Popolare di Liberazione non si fermano. La protesta continua: "Ci batteremo per un’altra Europa e un’altra Messina”
Il difficile momento storico, la crisi finanziaria, la disoccupazione, i licenziamenti, il menefreghismo delle istituzioni e anzi la critica dalle istituzioni. C’è questo e molto altro nella battaglia di idee che ha guidato lo sciopero europeo del 14 novembre. Sciopero che è stato solo preludio di quello che sarà. Un “autunno caldo” che parte dall’Europa tutta e giunge in ogni città colpita dalla crisi. Messina è naturalmente fra queste. Naturalmente, perché che la stanchezza fosse dietro l’angolo non era difficile capirlo. Era solo questione di momenti, e pare che il momento sia arrivato.
Lo assicurano gli esponenti del “Cantiere dell’Alternativa per Messina Bene Comune”. Antonio Currò, precario, e Francesco Mucciardi, disoccupato. Precari e disoccupati e giovani in cerca di occupazione. E proprio i giovani sono quelli che ne stanno uscendo peggio. Prima bamboccioni ora “choosy” passando per la “monotonia” del posto fisso. “A pagarne la crisi sono sempre gli stessi – si legge nella nota -. I giovani ricorrono a qualsiasi espediente pur di sbarcare il lunario, pagarsi gli studi o mantenere la famiglia, e molto spesso in un ambiente pesantissimo: sottopagati, in nero e ricattati, ma si resiste perché non ci sono alternative. Ci hanno condannato a una condizione di perenne precarietà e si permettono di usare il refrain della violenza nelle piazze, quando la vera violenza è di Governo”. Altro che.
Dal Cantiere arriva anche un’espressione di solidarietà per i “ragazzi dello striscione”: “Questi ragazzi ci fanno ben sperare per il futuro di questa città – dichiarano -. L’autunno caldo dunque è iniziato: noi ci batteremo per un’altra Europa e un’altra Messina”.
Dire basta è un obbligo verso la collettività. Lo dichiara il Movimento Popolare di Liberazione: “Messina è tra le ultime, se non l’ultima, città d’Italia : il ceto medio scomparso, la fame dilagante, le dignità umiliate, la famiglia e l’educazione allo sbando. E non si intravede spiraglio, anche perché si sa, l’esperienza insegna e l’evidenza è verità, che le leggi, artatamente polisenso, vengono applicate per difendersi dall’onesto o per eliminare il rivale”.
E’ la battaglia del bene-male, giusto-sbagliato. Nella stessa logica si inquadra quella cittadini-governanti. I debiti di Messina? “Si individuino i responsabili – dichiara il Movimento –, lo chiediamo come contropartita alla sofferenza”. Indagini, ufficialità dei debiti, motivazioni. E’ arrivato per tutti il momento della verità. E poi, il riferimento ai giovani: “Futuro della società, devono essere ascoltati, non repressi”.
sperando che poi non votino i soliti