La federazione dei lavoratori postali della Cisl ha, infatti, già seguito la riorganizzazione dei centri provinciali partendo da Santo Stefano di Camastra, S. Agata di Militello e Capo d’Orlando avvenute l’11 luglio e Patti, Furnari e Spadafora avvenute il 1 agosto. Il prossimo appuntamento sarà quello che coinvolgerà i territori di Taormina, S. Teresa di Riva, Barcellona e Milazzo il prossimo 12 settembre
Un allarme, quello sul progetto di riorganizzazione di Poste Italiane, lanciato sin dal 22 febbraio scorso. Tagli eccessivi, zone di recapito insufficienti, carenze evidenti dovute all’ipotesi dell’azienda di arrivare a una privatizzazione. La Cisl Poste di Messina ha sempre denunciato la situazione di grave difficoltà del settore e, adesso, è pronta a continuare la mobilitazione per sottolineare le carenze dovute alla nuova riorganizzazione nel settore recapito e alla paventata privatizzazione.
«Siamo contrari alla privatizzazione – spiega Gisella Schillaci, segretaria provinciale Slp Cisl Messina – perché siamo convinti servirà solo ed esclusivamente a fare cassa sulla pelle dei lavoratori di Poste Italiane. È già stata avviata un’azione di sciopero congiunta in tutta la regione ma è solo l’inizio che porterà ad un autunno bollente di lotta contro una decisione governativa che non ha logiche di produttività né per l’Azienda né per la comunità intera». Arriveremo anche allo sciopero generale di categoria se necessario per contestare fortemente questa scelta.
Le problematiche che si registrano nel settore recapito, denunciate dal SLP CISL sin dalla partenza del nuovo progetto di riorganizzazione avvenuta lo scorso 22 febbraio, risultano essere eccessive nei tagli e soprattutto disattese nella sostanza da Poste Italiane. «L’assenza di interventi da parte della Dirigenza di Poste Italiane sta comportando gravi difficoltà per i lavoratori e per l’utenza che subiscono entrambi c le ricadute di tali inadempienze. Abbiamo evidenziato per primi con i nostri sit in e continueremo anche nella provincia laddove sono state avviati ulteriori tagli», sottolinea Gisella Schillaci. La federazione dei lavoratori postali della Cisl ha, infatti, già seguito la riorganizzazione dei centri provinciali partendo da Santo Stefano di Camastra, S. Agata di Militello e Capo d’Orlando avvenute l’11 luglio e Patti, Furnari e Spadafora avvenute il 1 agosto. Il prossimo appuntamento sarà quello che coinvolgerà i territori di Taormina, S. Teresa di Riva, Barcellona e Milazzo il prossimo 12 settembre.
«Noi non dimentichiamo che è tutta la provincia ad essere coinvolta e piuttosto che sparare nel mucchio o peggio sui lavoratori abbiamo segnalato pedissequamente tutto ciò che non risultava conforme al progetto e che ovviamente crea non poche difficoltà anche alla cittadinanza. Su Messina, ovviamente, i problemi risultano essere più gravosi proprio per l’eccessivo taglio effettuato ma i lavoratori sono solo vittime e non carnefici».
Le criticità, sottolinea la Cisl, sono destinate ad aumentare da settembre per il pensionamento di alcuni portalettere. «La battaglia deve essere collettiva cittadinanza e lavoratori insieme – attacca la Schillaci – lo chiediamo per il bene comune, per far funzionare un servizio che è universale e che deve essere assicurato da Poste Italiane».
«Sciopereremo e manifesteremo con forza, come da sempre fatto, a sostegno della vertenza dei lavoratori di Poste Italiane senza dimenticare alcuno – ha aggiunto il segretario regionale del Slp Cisl, Giuseppe Lanzafame – . Poste Italiane deve intervenire per modificare un progetto che ha creato e crearicadute dannose nei territori.
«I problemi sussistono in ogni ambito – conclude Gisella Schillaci – i lavoratori degli uffici postali hanno livelli di stress e pressioni sempre crescenti e molti degli operatori allo sportello del territorio messinese sono ragazzi e ragazze che lavorano part time e che pur di vedere sanata la loro posizione, dopo più di 5 anni di attività, si sono dovuti spostare anche di centinaia di chilometri. Poste Italiane non può pensare solo in una logica di conto economico, ma deve considerare anche le persone, siano esse lavoratori o cittadini di una comunità a cui bisogna garantire un servizio essenziale».