“Avverti il 118 ma solo nei casi gravi, troppe le chiamate non giustificate"

“Avverti il 118 ma solo nei casi gravi, troppe le chiamate non giustificate”

Federica Morabito

“Avverti il 118 ma solo nei casi gravi, troppe le chiamate non giustificate”

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venerdì 05 Maggio 2023 - 11:59

Le autoambulanze, l’elisoccorso, le strumentazioni salvavita. Tutto su come funziona il servizio di emergenza medica a Reggio, con il direttore Minniti

“Chiama il 118!”. Quando sentiamo questa richiesta capiamo subito che qualcuno è in pericolo di vita. In realtà non sempre è così perché sovente, forse troppo, si abusa di questo prezioso servizio di emergenza sanitaria, mettendo in vero pericolo chi ne ha veramente e urgente bisogno.

“Il 118 – spiega il direttore del Suem (Servizio di urgenza ed emergenza medica) di Reggio Calabria, Domenico Minniti – va chiamato solo in situazioni di criticità clinica che potrebbero evolvere in maniera drammatica nel giro di pochi minuti (codice rosso), o in un paio di ore (codice giallo). Infarto acuto del miocadio, ischemia acuta celebrale o emorragia celebrale, incidente stradale, affogamento sono alcuni dei casi gravi che giustificano la chiamata. Cioè, lo ribadisco, la possibilità di una evoluzione drammatica in breve tempo. Mal di pancia, febbre, vomito sono invece sintomi da codici bianco o verde e sono di competenza del medico di medicina generale, del pediatra di libera scelta e, nelle ore in cui non sono disponibili questi ultimi, notte e festivi, del medico della continuità assistenziale, cioè della guardia medica”.

Una puntualizzazione alla quale tiene molto il direttore Minniti, costretto a far fronte a reali casi di emergenza e a non poter intervenire con tempestività a causa di chiamate non giustificate.

Ma le ambulanze presenti sul territorio sono sufficienti? Perché spesso la popolazione ha la sensazione che non sia così

“L’Agenas, agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, stima un mezzo di soccorso avanzato ogni 60 mila abitanti, o ogni 350 km quadrati. Noi, in base alla popolazione dovremmo averne 8, invece ne abbiamo ben 13, di cui 3 sul territorio comunale. E le assicuro che sarebbero sufficienti se i cittadini non chiamassero per il mal di pancia. È un dato nazionale non una nostra valutazione”.

Come mai così tanti mezzi rispetto agli standard, anche nazionali?

“Perché quando sono state distribuite le postazioni di emergenza territoriale si è tenuto conto della criticità dell’offerta sanitaria in Calabria e delle difficoltà infrastrutturali: strade a dir poco difficili da percorrere e paesi dislocati in luoghi isolati. Con le nostre ambulanze gestiamo le emergenze dell’intera area metropolitana che va da Monasterace a Rosarno, e lo facciamo da qui, dalla nostra centrale operativa, da qualunque punto della MetroCity ci chiamino. Abbiamo 13 postazioni di emergenza dislocate sul territorio”.

E come gestite la carenza del personale medico?

“Al momento del mio insediamento ho importato una best practice. Un modello positivo già testato in Lombardia e altre regioni settentrionali che aiuta a risolvere il problema. Le spiego: sulla piana abbiamo 4 postazioni di emergenza territoriale, Oppido, Polistena, Gioia Tauro e Taurianova. Ci dovrebbero essere 6 medici per ogni postazione, in tutto 24, per garantire la presenza di un medico h24 su un territorio che conta circa 150 mila abitanti… e ne abbiamo 5. Così abbiamo aggiunto un’automedica a Taurianova, che è baricentrica rispetto al territorio. Ecco che abbiamo 4 ambulanze, ognuna con autista e infermiere, e un’automedica con medico pronto a raggiungere una delle ambulanze, nel momento in cui dovesse esserci codice rosso o giallo. Non avendo personale avremmo corso il rischio, come già è accaduto, di imbatterci in turni senza neanche un medico nelle 4 postazioni; così siamo riusciti a garantire la presenza di almeno un medico h24 su tutta la Piana”.

E come sono organizzati?

“Se chiamano con presunto codice verde parte l’ambulanza con il solo infermiere che è in grado di gestire il codice e portare il paziente presso l’ospedale di riferimento, che è Polistena. Se chiamano per codice rosso partono contemporaneamente ambulanza con infermiere e automedica con equipaggio al completo. Il medico scende dall’auto, stabilizza il paziente, sale sull’ambulanza e lo porta in ospedale”.

Qual è la strumentazione di bordo?

“Tutto ciò che viene fatto a bordo è tutto ciò che viene fatto all’arrivo al pronto soccorso. Con le nostre ambulanze portiamo il pronto soccorso sul territorio”.

Parliamo dell’elisoccorso

“Ecco, se con l’ambulanza portiamo il pronto soccorso sul territorio con l’elicottero ci portiamo la rianimazione. Sul velivolo abbiamo un anestesista rianimatore e un infermiere dell’area critica, e tutta la strumentazione che serve per la rianimazione cardio polmonare. Quando arriva l’elicottero su un incidente stradale, per esempio, con criticità importante, si inizia, già in elicottero, la rianimazione cardiopolmonare avanzata: intubiamo il paziente senza aspettare di arrivare in ospedale”.

Da cosa dipende la scelta del mezzo?

“La scelta del mezzo dipende da noi. I nostri operatori hanno, grosso modo, il quadro della situazione, sanno dove sono i mezzi e qual è quello che può arrivare prima, valutando caso per caso”.

Da Locri a Reggio in 20 minuti

Dunque, Minniti spiega che abbiamo un elicottero che parte da Locri e arriva a Reggio in 20 minuti, atterrando ovunque, dalla spiaggia all’autostrada, avvicinandosi quanto più possibile al paziente. L’unico limite è rappresentato dalle condizioni meteo avverse.

Decollo notturno

“In Calabria ci sono in tutto 4 postazioni di elisoccorso Locri, Cirò, Cosenza, tutte diurne e di queste una anche notturna, quella di Lamezia Terme, che in casi di emergenza interviene anche a Locri e a Polistena, uniche superfici certificate Enac per atterraggio e decollo notturno. La Regione si sta impegnando al massimo per incrementare il numero di elisuperfici.

Il senso di responsabilità piò valere la vita di qualcuno

“Un servizio prezioso quello prestato da tutta l’équipe del 118 che va usato cum grano salis per evitare che, in caso di reale pericolo di vita un cittadino/paziente, un bambino per esempio, possa restare scoperto. Anche qui il senso di responsabilità e un minimo di valutazione possono fare la differenza tra la vita e la morte di qualcuno”.

“Fate riferimento alle indicazioni degli operatori”

Il direttore Minniti, infine, insieme al dottor Carlo Biroccio, medico della centrale operativa, rivolge un appello alla cittadinanza.

“Quando l’ambulanza arriva in ritardo è perché potremmo essere impegnati in chiamate avventate di cittadini che non rispettano le regole dei codici di intervento, abusando dell’utilizzo. Fate sempre riferimento alle indicazioni della centrale, dove lavorano operatori preparati e di grande esperienza, e se i tempi dovessero essere lunghi portate immediatamente il paziente in Pronto soccorso, senza attendere l’arrivo dell’ambulanza. In alcuni casi la tempestività può essere determinante”.

Un commento

  1. Direttore si faccia promotore di questa iniziativa:
    1000€ di ticket qualora dopo l’arrivo del 118 a casa viene proposta l’ospedalizzazione la si rifiuta
    500€ di ticket per i pazienti trattati in abitazione con codice verde o bianco
    Si risolverebbero il 75% dei problemi legati a interventi impropri!

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