Banda della Falce: "Il fronte mare di Messina deve avere una visione complessiva"

Banda della Falce: “Il fronte mare di Messina deve avere una visione complessiva”

Redazione

Banda della Falce: “Il fronte mare di Messina deve avere una visione complessiva”

sabato 15 Gennaio 2022 - 06:51

La richiesta è di uniformare la visione del tratto Boccetta - Annunziata a quello di tutta la fascia costiera cittadina

Lunedì l’Autorità di sistema portuale dello Stretto presenterà il percorso di confronto con la città sul concorso di progettazione che dovrà ridisegnare il lungomare tra le foci dei torrenti Boccetta e Annunziata.

Il gruppo “Banda della Falce” manifesta “perplessità sulla assenza di una visione complessiva del fronte mare e, più in generale, del futuro di Messina. Viene proposto infatti un ragionamento su una piccola parte – solo due chilometri e mezzo rispetto a una costa venti volte più lunga – frazionato per di più in tre ambiti per i quali vengono indicate specifiche vocazioni. Certamente si tratta di ipotesi di lavoro figlie di un Piano regolatore del Porto, approvato dopo estenuanti, lunghe, complesse maratone, che richiama atti e documenti datati di decine d’anni, come facilmente si evince dall’ampia documentazione che l’Autorità portuale mette a disposizione sul proprio sito istituzionale. Un Piano che però non chiarisce in alcun modo a quale vocazione complessiva bisogna richiamarsi, che propone soluzioni parziali, frammentate e che rischiano di essere assolutamente disarticolate, forse proprio perché non costruito in maniera partecipata, come viene chiesto adesso per i tre ambiti sotto osservazione. I cittadini che da tempo richiamano l’attenzione sul nostro incantevole fronte mare hanno l’ambizione di partecipare in maniera condivisa ad un unico, grande e definito progetto, che punti ad una visione di città che vuole vivere del suo mare, da Tremestieri a Mortelle. Il lungomare urbanizzato più lungo del mondo può fare da detonatore allo sviluppo turistico del territorio, valorizzando finalmente l’incomparabile scenario dello Stretto”.

“Il futuro del territorio su cui abbiamo la fortuna di vivere deve essere determinato dai cittadini e dalle loro rappresentanze, istituzionali e politiche, non già da Enti, funzionari e società di consulenza. E lo ripetiamo ancora una volta con chiarezza, se davvero puntiamo sullo Stretto come motore di sviluppo, non possiamo pensare di costruire palazzine nelle aree più belle e pregiate. Questo dovrà essere un principio irrinunciabile ed un messaggio chiaro per chi si occuperà di tradurre il dibattito in disegni, numeri e progetti. La fruizione del bello è un diritto che deve essere liberamente esercitato, la tutela del paesaggio è un valore non negoziabile. Abbiamo denunciato per anni una politica di “chiacchiere e passerelle”, non vorremmo che adesso le soluzioni siano a spizzichi e bocconi”.

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