Dopo il sopralluogo nelle baracche di Messina di una delegazione di deputati di Forza Italia, il presidente Musumeci ricorda l'impegno della Regione
«Apprezzo la volontà dei parlamentari di Forza Italia di riproporre al governo nazionale un intervento, assieme a quello operato nel 2018 dal mio governo regionale, per cancellare la vergogna della baraccopoli nella città dello Stretto. All’epoca, il governo Conte, com’è noto, si è rifiutato di condividere la nostra richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza per Messina».
Nel 2018 ci aveva provato Musumeci
Sono le parole del presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, dopo il sopralluogo di ieri dei parlamentari azzurri tra le baracche di Messina. Musumeci ci aveva già provato nel settembre 2018, deliberando la richiesta dello stato di emergenza per la condizioni delle baraccopoli messinesi. La giunta regionale aveva approvato un’apposita delibera chiedendo la dichiarazione del gravissimo stato di emergenza per sei zone della città: Annunziata, Giostra-Ritiro-Tremonti, Camaro, Fondo Saccà, Bordonaro-Gazzi-Taormina e Santa Lucia. Aree che si estendono per oltre 230mila metri quadrati e nelle quali sono presenti baracche e casette degradate, molte abusive, che ospitano 6.400 persone. All’epoca aveva parlato di un atto doveroso per la città e aveva così passato la palla a Roma.
Il no della Protezione Civile
In meno di un mese però arrivò il no della Protezione Civile nazionale alla richiesta dello stato di emergenza a Messina. Uno no motivato dal fatto che la situazione delle baracche messinesi esiste da anni ed è ormai divenuta cronica. Dunque non si può affrontare con poteri emergenziali ma con interventi di altra natura.
Adesso, dopo le dichiarazioni del capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, Mariastella Gelmini, dalle baracche di Fondo Fucile, il presidente Musumeci spera che possa riaprirsi qualche spiraglio.
«Speriamo che Roma possa ora cambiare idea perché Messina non può più aspettare: lo fa da oltre cento anni. La delibera del mio governo per noi era un atto dovuto e sentito. Del resto, la situazione di gravissimo degrado igienico-sanitario-ambientale di una vasta area della città è strutturale ed è sotto gli occhi di tutti. Una condizione da terzo mondo che solo chi non vuole vederla non la vede. Per questo dal primo momento operiamo a fianco dell’amministrazione comunale per ridare dignità a migliaia di famiglie condannate a vivere nel degrado».