Il Giudice di Barcellona si è riservato la decisione sul concordato in bianco proposto dai legali del gruppo e sulla richiesta di ammissione al credito avanzata anche dai lavoratori licenziati. Nel corso di due anni di udienze sono emerse molte criticità nei conti delle società.
Rien ne va plus. Il giudice delegato del Tribunale di Barcellona, adesso presieduto da Giovanni De Marco, è andato in riserva sulla proposta di concordato in bianco depositata ad aprile 2015 dai legali del gruppo Bonina, in forte crisi dopo il depotenziamento della rete di supermercati in Sicilia, operanti sotto il marchio Sigma. Il Giudice dovrà decidere se ratificare o meno il piano di rilancio della Centro Supermercati Regione Sicilia – la sigla che cura la logistica della rete facente capo a Immacolato Bonina – che prevede il rilancio di 15 punti vendita, 14 in provincia di Messina e uno a Fiumefreddo, contro i 43 inizialmente esistenti.
Il piano – presentato dagli avvocati Francesco Aurelio Chillemi, Fabrizio Guerrera e Gaetano Franchina – prevede il salvataggio della gran parte dei posti di lavoro attualmente occupati, una folta riduzione dei crediti e chiede un sacrificio anche ai lavoratori.
In ballo c'è anche la richiesta di una parte dei lavoratori già licenziati, che hanno chiesto di essere ammessi al concordato in bianco, per non perdere i crediti vantati. Una parte di loro, tra i 50 e gli 80 già cassintegrati alla fine del 2014, qualcuno attende ancora gli arretrati. Ieri una loro delegazione era presente all'ultima udienza, davanti al Tribunale di Barcellona, dove già avevano accompagnato il loro legale, l'avvocato Nino Centorrino, quando due anni fa lo stesso aveva depositato istanza al Tribunale perché venisse sbloccata una parte di quegli arretrati, in attesa di definire l'intero percorso.
Nel corso dell'ultimi anno e mezzo il giudice delegato ha analizzato il piano di rientro presentato dal gruppo, ha spulciato tra le carte, ha chiesto chiarimenti a tutte le parti in causa, ha sentito il parere dei creditori, e ieri ha chiuso il procedimento, riservandosi di decidere. Non c'è data certa per il pronuciamento, che potrebbe ratificare e quindi ammettere il concordato o rigettarlo, aprendo così le porte al fallimento. Passeranno comunque diversi giorni, e nel frattempo sono emerse diverse criticità nei conti esaminati.
Alessandra Serio