Il consigliere, uno dei due eletti nella lista ufficiale del partito, spiega i motivi che hanno portato alle dimissioni di tutti i membri dei circoli, compresi i presidenti. E del segretario Russo, la cui posizione resta però ambigua
“Lo scioglimento dei circoli PD di Barcellona Pozzo di Gotto ha l'obiettivo di dare al partito una voce unitaria, comune, espressione del parere di tutti, e non di una corrente”. A parlare è Paolo Pino, uno dei due consiglieri eletti nella lista dem, insieme a Carmelo Cutugno. Pino ha spiegato le ragioni della riunione convocata mercoledì per affrontare i problemi del partito nella città del Longano; primo fra tutti quello delle spaccature interne.
La vicenda Il PD barcellonese si è infatti presentato diviso alle elezioni: la maggioranza ha scelto di sostenere Giusi Turrisi, mentre una parte dei renziani ha appoggiato Maria Teresa Collica; peculiare poi il caso di Giovanni Munafò, presidente di uno dei circoli cittadini, che non ha accettato di rinunciare alla sua candidatura in favore dello stesso Turrisi. Queste divisioni non hanno favorito il partito: la lista ufficiale PD ha raccolto il 7,42%, mentre Turrisi è rimasto fuori dal ballottaggio. Una situazione radicalmente diversa da quella di Milazzo, in cui l'intervento del segretario regionale Fausto Raciti ha ricomposto la frattura creatasi nel partito, consentendo a Giovanni Formica di presentarsi agli elettori sostenuto da un partito unito, che ne ha permesso la vittoria.
Da qui la scelta – necessaria, per la verità – di convocare gli “stati generali” del PD del Longano; scelta che ha portato alla decisione di sciogliere i circoli per “avviare il percorso comune della costituzione di un Partito democratico all'interno del quale possa articolarsi la dialettica delle posizioni ed al tempo stesso pervenire una sintesi politica”. Il significato di queste parole è spiegato dallo stesso Pino: “Bisogna garantire l'unità decisionale, sapersi presentare uniti ai cittadini; i circoli già da tempo costituivano un problema per il partito, e la decisione di scioglierli è arrivata di comune accordo proprio per favorire il rinnovo degli organi dirigenti e rilanciare l'attività politica. Io stesso parlo a titolo personale, non a nome del partito, perché a breve ci sarà un solo riferimento che detterà la linea, e quella sarà la linea degli attivisti e di coloro che occuperanno delle cariche pubbliche”.
C'è ancora qualche nodo da sciogliere, in particolare quello del futuro del segretario cittadino, Francesco Russo, che dopo aver annunciato le sue dimissioni nella riunione di mercoledì, non si è presentato alla conferenza stampa in cui avrebbe dovuto confermare anche alla stampa le sue intenzioni; anzi, alcune indiscrezioni giornalistiche hanno addirittura smentito l'eventualità delle dimissioni di Russo. “Il segretario” – dichiara ancora Pino – “prenderà le decisioni che più ritiene opportune; tuttavia, dopo aver annunciato davanti a una numerosa – e qualificata – platea le proprie dimissioni per il bene del partito, tornare sui propri passi sarebbe controproducente e inopportuno”.
Quale sarà, dunque, il futuro del PD barcellonese? “Faremo opposizione costruttiva” – conclude Pino, – “cercando di aggregare nuovi componenti, senza precluderci il dialogo con nessuno. In attesa che una nuova classe dirigente prenda in mano le redini del partito”.
Giovanni Passalacqua
