Insieme ad Alessio Cimarelli, Jacopo Ottaviani e Daniele Grasso, il giornalista messinese si è aggiudicato il premio della categoria “Migliore storia o gruppo di storie su un singolo tema, online o su stampa”. E’ il massimo riconoscimento mondiale sul giornalismo dei dati
Partecipavano il New York Times, ProPublica, La Nacion e Wired Italia, solo per citare i nomi più importanti. Il premio nella categoria “Migliore storia o gruppo di storie su un singolo tema, online o su stampa”, però, è andato a Dataninja, del messinese Andrea Nelson Mauro, cofondatore, insieme ad Alessio Cimarelli, di questo network giornalistico attivo da appena due anni, ma cresciuto rapidamente fino al prestigioso riconoscimento, ottenuto per la prima volta da una realtà italiana.
La vetrina è quella del “Data Journalism Awards”, evento annuale al quale può partecipare chiunque abbia un lavoro pubblicato in qualsiasi parte del mondo. L’edizione di quest’anno si è svolta a Barcelona, in Spagna, dall’11 al 13 giugno, nell’ambito del Gen Summit, organizzato dalla Global Editors Network. L’inchiesta vincente, “The migrants’ files”, è stata condotta da dieci giornalisti europei e pubblicata contemporaneamente lo scorso 31 marzo in sei Stati diversi (Italia, Spagna, Germania, Svezia, Svizzera e Francia) ed in sette lingue, inglese compreso. Tra i tanti dati, il più impressionante: tra il 2000 e il 2013, nel tentativo di raggiungere l’Europa, sono morti 23mila migranti. Il premio, 2mila euro, sarà donato all’associazione “United for intercultural action” ed al progetto “Io sto con la sposa”, di Gabriele Del Grande.
A Barcelona, erano presenti i vincitori del terzo bando annuale dell’European Journalism Centre, col supporto della Fondazione Bill & Melinda Gates. Dei 13 progetti ammessi, ben 5 erano italiani. E Dataninja ha partecipato anche al progetto vincente di Michele Bartelli, sulla guerra quotidiana per l’acqua in Bolivia.
(Marco Ipsale)