Lo stato delle cose nella politica messinese: la Dc sogna il grande centro, la destra anela a Palazzo Zanca e il M5S vuole la rivincita
di Marco Olivieri
MESSINA – Che cosa succede nella politica messinese? L’amministrazione Basile è al bivio: o “vittoria o morte”, direbbe qualcuno se confondesse Fiumedinisi con il quartiere generale dell’Avana. Ma, in ogni caso, il sindaco Basile sa bene di dover imprimere un’accelerazione politica alla sua azione amministrativa. Un salto di qualità per muoversi meglio in mezzo alle critiche del centrodestra, che fa pesare l’essere al governo regionale e nazionale, e alcuni problemi di rilievo, come l’emergenza acqua e la gestione dell’eventuale ponte. E, su tutto, l’esigenza di riorganizzare al meglio la macchina ammistrativa, senza dimenticare qualche incidente di percorso. Dal parco “Aldo Moro” chiuso agli inghippi collegati alla realizzazione di progetti come ForestaMe.
Tra luci e ombre, passi in avanti e passi falsi, i pensieri non mancano. E la priorità è rafforzare il sostegno a chi si trova in situazioni di difficoltà, come nel caso idrico o in ambito sociale. In questo contesto, d’obbligo domandarsi se l’annunciata presenza maggiore di Cateno De Luca, in qualità di leader di Sud chiama Nord, rafforzerà il sindaco Basile o lo condizionerà, appannandone l’immagine. Se le risposte in termini amministrativi ci saranno, in termini di miglioramenti, anche l’ipotesi di un Basile “commissariato” da De Luca passerà in secondo piano. Alla fine, conteranno i risultati.
L’arresto di Croce,
Nel frattempo, il centrodestra ha visto il suo candidato sindaco, arrivato secondo, arrestato e ora sotto processo. Ci auguriamo che Maurizio Croce, che è ai domiciliari, chiarisca la sua posizione sul piano personale ma dal punto vista politico si tratta di un fatto eclatante, passato però in secondo piano. Permane una debolezza, nella proposta e nell’elaborazione, da parte di chi fa politica oggi e nemmeno i terremoti giudiziari scuotono le classi dirigenti.
In generale, la coalizione di centrodestra sembra più preoccupata di gestire gli assetti di comando, piusttosto che elaborare idee e riflessioni per la città di Messina. E cresce il peso regionale della Democrazia cristiana di Cuffaro, che ha contribuito al successo di Forza Italia alle Europee. E siamo sicuri che, anche a Messina, la nuova Dc si ritaglierà un ruolo. Il sogno di un grande centro anima queste forze politiche, tra nostalgia e prospettive elettorali.
La ricostruzione necessaria nel centrosinistra e la politica da ritrovare
Sul fronte del centrosinistra, invece, la parola d’ordine dovrebbe essere ricostruzione. Identità, contenuti, una nuova connessione con le persone, sedi e spazi aggregativi: c’era una volta la politica, verrebbe da dire. Ricostruire significa riconnettersi con il mondo reale. A livello nazionale qualche passo in avanti è stato fatto dalla segretaria Elly Schlein, anche se la strada è davvero lunga. A Messina e in Sicilia è tutto da ricostruire.
Un’analoga rinascita, seppure con sfumature differenti, dovrebbe essere anelata dal Movimento Cinquestelle. A parte l’exploit di Giuseppe Antoci alle Europee, legato alla sua figura, il M5S è chiamato a decidere cosa fare da “grande” nello scenario locale e nazionale. E se rafforzare e riempire di progettualità l’alleanza con il Pd.
Tra estate rovente e autunno ancora più caldo, considerate le questioni sociali ed economiche sul campo, non sarebbe male ritrovare la politica. Quella capace di tenere insieme l’oggi e il domani, la quotidianità e il senso della storia.
Basile e De Luca dovrebbero spiegare qualcosina a chi di dovere. No al popolicchio che va avanti a suon di cornetti, pizzette e applausi. Bensì a chi fa questa professione per mestiere. Non vi esaltate, “giornalisti” da asporto. Non siete voi
La citta prima o poi smaschererà il pastorello di Fiumedinisi, già a Taormina sono piu pentiti dei loro peccati per averlo votato, adesso vuole fare il sindaco WI-FI della città di Messina. Cateno torna al paesello.