Il sindaco sull'attesa infinita delle opere e i disagi nei servizi: "Ma i miglioramenti sono oggettivi e ci danno la forza per continuare a fare meglio"
MESSINA – “Le attese infinite dei cittadini? I tempi non sono quelli che vorremmo ma in questi quattro anni vedremo la luce. Molti progetti si realizzeranno e la strada è quella giusta”. Federico Basile vorrebbe convincere ogni messinese. Uno per uno. Nella sua stanza da sindaco di Messina, finito il momento delle visite e degli incontri, si gode qualche momento di quiete. E ricostruisce lo scenario all’interno del quale ritiene fondata la sua idea di un rilancio possibile per Messina. Nella gradualità perché, sostiene il primo cittadino, “si è partiti da zero nel 2019”, con l’arrivo a Palazzo Zanca di Cateno De Luca.
Sindaco, lei ha appena presentato la relazione in cui risponde ai rilievi della Corte dei Conti siciliana, in vista dell’audizione. Convincerà i giudici contabili sul Piano di riequilibrio?
“La risposta inviata alla fase istruttoria del Piano indica quella che sarà l’esposizione del 18 luglio. Il Comune di Messina, rispetto al 2012, è in una condizione diversa perché lo dicono i fatti. Abbiamo un trasporto pubblico, anche rispetto a cinque anni fa, completamente modificato nei servizi. Abbiamo un servizio di smaltimento dei rifiuti che è stato rivoluzionato. Abbiamo una copertura idrica che garantisce 31 microzone in h24, rispetto alle 77 microzone in cui viene ripartita Messina. Abbiamo una città che, da 112 milioni di euro dI debiti fuori bilancio derivanti da sentenze, oggi ne deve pagare solo 14. Io do una rappresentazione di un ente, e ne discuterò il 18 luglio, che è stato stravolto in tre-quattro anni, dal 2019, assorbendo il divario di venti-trent’anni. Poi è che chiaro che il Comune deve migliorare la propria azione”.
Dal punto di vista del cittadino, però, emerge un quadro differente: una insoddisfazione costante per la qualità di servizi non sempre soddisfacenti. Riguardo al servizio idrico, ad esempio, molte zone vivono una perenne emergenza…
“Però nel 2019 c’è stata una rivoluzione. E le rivoluzioni hanno bisogno di tempo. Io non fornisco numeri tanto per darli. Prima del 2019, dato che la città è divisa in 77 microzone, erano sette quelle in cui l’acqua era 24 ore su 24. Oggi ce ne sono 31. Vuol dire che in 24 hanno ottenuto un beneficio che prima non avevano. Le altre no e ci arriveremo. Ricordo l’importanza dei progetti finanziati con il Pnrr per il rifacimento della rete idrica. Si tratta di 21 milioni di euro. Abbiamo fatto l’appalto. Di sicuro non basteranno e ce ne vorranno altri. Ma il miglioramento, in attesa di questi interventi con il Piano nazionale per la ripresa e resilienza, sono stati costanti. Oggi Altolia e Molino, solo per fare un esempio, rappresentano una microzona che ha l’acqua sempre. Quella del centro no. Però è aumentata la media dell’erogazione da dodici ore al giorno a 16,8 ore al giorno. Questi sono dati oggettivi. E questo esempio dell’acqua può riguardare anche tutto il resto”.
Cioè?
“Io ricordo i cassonetti, in questa città, stracolmi di rifiuti che non venivano prelevati e venivano incendiati. Oggi abbiamo una raccolta porta a porta in cui questo fenomeno non c’è più. Ne abbiamo un altro, quello delle discariche abusive, ma è un altro discorso. Oggi abbiamo una raccolta differenziata che è passata dal 18 per cento al 57,02 per cento di aprile. È chiaro che i servizi, che non c’erano e che si stanno mettendo in pista, abbiano bisogno di tempo. Parliamo di cambiamenti avvenuti dal 2019”.
Bisognerebbe essere meno critici secondo lei nei confronti della vostra amministrazione?
“È una città che era stata totalmente abbandonata. Tutti i problemi del sottosuolo che stiamo scoprendo fanno riferimenti a sottoservizi mai oggetto di manutenzione”.
Altra osservazione dei cittadini: Messina Servizi funziona per la differenziata ma la città è trascurata sul piano della pulizia, dello spazzamento…
“Ma è normale. Se io ho una società con 580 dipendenti, di cui circa 60 destinati a profili amministrativi, e non è una cosa nuova, è legata ai problemi di vent’anni fa delle partecipate, è chiaro che ci saranno disagi. Ricordo pure che della restante parte di dipendenti, molti non sono abili, perché limitati da patologie. Di conseguenza, se si fa il porta a porta, è chiaro che poi lo spazzamento costituirà un problema. Abbiamo dato priorità alla raccolta per mantenere le previsioni normative, per arrivare al 65 per cento. Quando raggiungeremo questo risultato, avremo ancora più risorse finanziarie per fare nuovi investimenti”.
Ma la cittadinanza percepisce poco questo miglioramento…
“Ci stiamo abituando a una normalità che prima non c’era e chiaramente oggi si pretende ancora di più il miglioramento dei servizi. Noi oggi affrontiamo situazioni che, prima del 2019, eravamo abituati a non considerare. Eravamo abituati ad avere poca acqua, la spazzatura in mezzo alla strada e gli autobus che non passavano”.
Ma così è come dire che i cittadini si siano abituati bene grazie a voi e ora pretendano di più…
“Non ho detto questo. Sostengo che il raggiungimento di una normalità, che non c’era, oggi crea, anche a noi stessi amministratori, la necessità di fare di più. Rispetto all’anno scorso docce e passerelle sono aumentate di molto, ad esempio. Quando le docce non c’erano, e oggi il pericolo è che vengano vandalizzate, nessuno si lamentava. Di certo, in ogni ambito, si deve tendere verso il miglioramento”.
Per cambiare argomento, bene i grandi eventi ma poi serve una programmazione culturale ad ampio respiro. E con una significativa partecipazione delle realtà associative del territorio…
“Io credo che sia palese la volontà, da parte di quest’amministrazione, di coinvolgere tutte le realtà del territorio. Dopodiché il Comune deve fare la sua parte ma anche l’imprenditoria deve svolgere il suo ruolo. Noi abbiamo creato un sistema continuativo di eventi che deve diventare strutturale. Mi aspetto che da questi eventi nasca, ad opera del tessuto imprenditoriale, la voglia d’investire. Non può essere il Comune a obbligare agli investimenti. In generale, dobbiamo capire dove vogliamo andare tutti insieme come Comune, non solo l’amministrazione”.
Sulla movida si può trovare una soluzione che contemperi diritto al riposo dei residenti e le esigenze di divertirsi e svagarsi soprattutto da parte delle nuove generazioni?
“Ci vogliono interventi strutturali, concordo con lei. Ma lo sforzo nuovo è quello di creare un sistema di regolamentazione, contemperando le esigenze di tutti. E non è mai semplice. Io stesso ho chiesto ai lidi d’impegnarsi a fare investimenti. Tuttavia, dato che il prossimo anno ci saranno le nuove concessioni, e non so se ci sarà una proroga, una struttura che vive quest’incertezza del futuro difficilmente investirà per ridurre le emissioni sonore. Sul regolamento abbiamo iniziato un percorso, con il coinvolgimento di tutti. Ma ci vuole anche rispetto delle regole e, con gli strumenti che abbiamo, cerchiamo di farle rispettare”.
A proposito di legalità, riusciremo a vedere la luce anche nel campo degli accessi a mare, negati ai cittadini in diverse zone?
“L’accesso al mare è un tema che è stato iniziato. In itinere abbiamo una mappatura di tutte le zone che sono state chiuse o precluse. E da lì partirà un’operazione forte. Ma anche su questo va fatto un ragionamento: siamo impegnati sul versante di una repressione che nemmeno dovrebbe esserci. Se il Comune deve diventare l’elemento repressivo per fare rispettare la legge, le mie forze lavoro e la mia macchina amministrativa saranno impegnati al massimo per reprimere un comportamento malsano ma io poi non riuscirò a garantire i servizi. Allora non mi si può chiedere di garantire il servizio ordinario se il personale è totalmente impegnato nell’azione repressiva”.
Tutte queste sfaccettature sono spesso ignorate da noi cittadini e, intanto, rimane il disagio, come nel caso dei parcheggi sulla litoranea…
“Mi auguro che, nel chiarimento da parte del commissario Croce in commissione, si sia compreso che il ragionamento riguarda Comune, Città metropolitana, Autorità di bacino. Ovvero una serie di soggetti che, a causa della burocrazia, non sempre dialogano in modo lineare. Ed è fondamentale. Serve una cabina di regia unica. Si tratta di un problema che poteva essere affrontato sin da febbraio-marzo 2022. Ma una soluzione la troveremo”.
Questi rallentamenti, pensiamo anche all’attesa del porto di Tremestieri, aumentano la frustrazione dei cittadini…
“Il porto di Tremestieri andava realizzato quindici anni fa. Io potrei anche decidere di rescindere il contratto ma i tempi s’allungherebbero ulteriormente. Ai cittadini dico che questi quattro anni saranno quelli della svolta. Abbiamo ripreso una città ma i processi non maturano tutti in una volta. I risultati stanno arrivando, alcuni già ci sono e saranno sempre maggiori”.
Mi piacerebbe conoscere ….che tipo di luce vede il Sindaco………deve avere un buon oculistica e un ottico di fiducia…….in ogni caso ..ci cuppunu sempri chiddu i prima……….ache se andando avanti cosi chiddi chi virrannu dopu farannu e dirannu i stissi cosi……..boh boh……unu cchiu leggi e cchiu veni friddu…….bei frasi belli paroli ma……..i brisculi non si vidunu………anche perché sunnu 5 non un annu…….picchi si no DE LUCA puru iddu è unu i “prima” o no,,,
Un esempio: prima la spazzatura era nei cassonetti ora è sparsa per tutte le strade, i carrellati sono tutti i marciapiedi. Le discariche sono ovunque.
si sono fatti il “relamping” nelle loro teste? a 14.000 euro al mese la luce non la vede in fondo al tunnel ma h24 come avevano promesso per l’acqua in tutta la città. Beati loro che “”PONNO” come diceva Massimino per il resto più chiacchere e calia per tutti
Non riesce a pronunciare due parole di fila senza rendere omaggio o osannare Cateno De Luca.
Non ha capito che il sindaco è lui, oppure non gli è stato comunicato ancora.
È fastidioso e tendenzioso questo catenocentrismo esasperato e ostentato.
Cateno De Luca DOCET!!!!!
Il pensiero, si fa per dire, del sindaco in breve: funziona tutto e meglio, e ciò che non funziona è per colpa del cittadino che si lamenta sempre.