Domani i promotori dell'iniziativa "basta con le favole" dislocheranno un nuovo banchetto dalle ore 10 davanti al Tribunale di Messina per continuare la raccolta firme per la petizione finalizzata a liberare le vie cittadine dal passaggio dei Tir. Sarà anche un appello simbolico all'Autorità giudiziaria da cui si aspettano ancora risposte alle numerose denunce depositate dal Comitato la Nostra Città per rivendicare verità sugli sprechi legati alla realizzazione del porto a sud.
Dopo aver superato le tremila firme, continua la petizione indetta dal comitato "Basta con le favole" che invita il sindaco Renato Accorinti e l'assessore alle politiche del mare Sebastiano Pino ad un incontro pubblico sul futuro della rada San Francesco e sul "porto che non c'è ".
Domani, mercoledì 13 luglio, intanto, nella giornata dedicata alla difesa del suolo per la campagna nazionale #SOILDAY2016, nata per promuovere la cultura della sostenibilità ambientale e della tutela del territorio, i promotori dell'iniziativa "basta con le favole" dislocheranno un nuovo banchetto dalle ore 10 davanti al Tribunale di Messina per continuare la raccolta firme per la petizione finalizzata a liberare le vie cittadine dal passaggio dei Tir anch'essa grave causa di inquinamento acustico e ambientale .
Ma sarà anche un appello simbolico all'Autorità giudiziaria, dichiarano i promotori Michele Barresi, Saro Visicaro, Renato Coletta e Mario Buzzai , da cui aspettiamo ancora risposte alle numerose denunce depositate dal Comitato la Nostra Città per rivendicare il diritto alla Verità e alla Giustizia sugli sprechi legati alla realizzazione del porto a sud.
“La sconcertante vicenda del "porto che non c'è", quello di Tremestieri appunto, è una vicissitudine che inizia con un appalto di 80 milioni di euro bandito nel gennaio del 2010 e che dopo sei anni ancora resta un approdo di emergenza (e che emergenza!) che ad oggi non ha visto neppure avviato il cantiere. Tra ricorsi, perdita di finanziamenti, richieste di "poteri speciali", trasferimenti di stazioni appaltanti, incarichi e progettazioni – secondo i promotori del comitato "basta con le favole" sono già volati via inutilmente decine di milioni di euro.
L'unica certezza è che l'approdo della Rada S. Francesco continua a rimanere attivo e in procinto di essere nuovamente dato in concessione ai soliti armatori con grave pregiudizio per la città e la stessa libera concorrenza. Sebbene nel programma elettorale di Renato Accorinti la restituzione alla città di quella porzione di water front fosse propagandato come atto di prioritaria importanza – continuano i promotori – dopo tre anni di amministrazione dal basso ci sfugge qualsivoglia atto concreto sia stato fatto e persino quale sia l'intendimento in merito del Sindaco all'approssimarsi nel 2017 della scadenza della concessione della Rada. Il comitato chiede pertanto al Sindaco e all'assessore al ramo di uscire dal silenzio e di convocare un'assemblea pubblica aperta alla città per chiarire quale sia il percorso e i tempi previsti da questa amministrazione per il completamento del porto di Tremestieri e la restituzione alla città della rada San Francesco. Siamo certi – continua il comitato- che si arriverà nel consenso di tutti all'ennesima proroga della concessione della Rada il cui bando oltretutto – continuano i promotori – temiamo sarà come sempre confezionato per impedire l'apertura di quell'approdo ad un reale libero mercato.
Raccogliendo le firme dei cittadini sulla petizione per la liberazione della Rada San Francesco, davanti a Palazzo Piacentini, vogliamo rivolgerci alla magistratura facendo opera di sensibilizzazione alle denunce già depositate con le quali intendiamo tutelare i diritti dei cittadini, dei lavoratori, degli utenti e delle imprese dalla eventuale reiterazione di reati riguardanti i tanti, troppi, passaggi amministrativi e burocratici dell'appalto per il nuovo porto. Cavilli burocratici, dimenticanze, distrazioni, dei vari enti pubblici coinvolti in questa vicenda che riteniamo non siano casuali ma rispondano ad un preciso disegno dilazionatorio di chi in realtà il porto a sud non lo vuole”.