"Basta movida selvaggia nel centro storico, le nostre richieste"

“Basta movida selvaggia nel centro storico, le nostre richieste”

Redazione

“Basta movida selvaggia nel centro storico, le nostre richieste”

Tag:

lunedì 02 Gennaio 2023 - 12:17

L'associazione presieduta da Anthony Greco chiede che la zona di Messina sia dichiarata area protetta a priorità residenziale e acusticamente protetta

MESSINA – “Basta movida selvaggia, con l’abbandono del centro storico. Lo svago notturno e la privatizzazione dello spazio pubblico per le attività di svago nel centro storico di Messina non sono più ammibili. Come associazione, abbiamo presentato una piattaforma di richieste minime all’amministrazione comunale. Le priorità sono la dichiarazione di area protetta a priorità residenziale, la dichiarazione di zona acusticamente protetta e l’istituzione della tipologia di quartiere saturo”. L’associazione Centro storico di Messina, con presidente Anthony Greco, rilancia le proprie istanze e le sottopone a chi governa la città. E ipotizza un’azione risarcitoria nei confronti del Comune se le istituzioni “continueranno a essere sorde alle nostre legittime istanze”.

Sottolinea Greco: “Va ricordato che i centri storici non sono quartieri comuni o uguali agli altri, ma per la loro peculiarità sono qualificabili come “beni culturali” sottoposti a tutela. Il fenomeno conosciuto come “svago notturno” o “movida” rappresenta da alcuni anni il problema fondamentale che condiziona lo svolgimento della vita dei residenti soprattutto dell’area del centro storico di Messina. Una circostanza cresciuta in particolare negli ultimi 15 anni: l’insieme delle attività che compongono parte del fenomeno sono la fonte principale di esasperazione e il principale ostacolo alla convivenza che condiziona la qualità della vita dei residenti nel centro storico: gli abitanti del IV Quartiere di Messina risultavano 45.000 al 31 12 2018″.

In particolare, per il presidente, in linea con le prese di posizione dell’associazione nel mese di agosto e in precedenza, “occorre trovare un punto d’incontro tra le esigenze di residenti e commercianti, per far sì che il nostro centro sia più vivo e vivibile, patrimonio e risorsa di tutti i cittadini, abitanti, operatori economici e visitatori”.

Il documento

Ecco il documento presentato dall’associazione Centro storico di Messina: “Attendiamo un riscontro da parte del Comune di Messina sulla “Proposta per la tutela del Centro Storico” presentata da mesi, e più volte sollecitato con Pec.
In merito al fenomeno Malamovida si rileva un peggioramento del fenomeno, tant’è che nelle ultime settimane sono stati presentati da privati e dalla stessa associazione diversi esposti”. Il presidente Anthony Greco ci tiene a precisare: “Io trovo profondamente errato il fatto che chiunque abbia, o decida di aprire, un locale di somministrazione di cibi e bevande nel Centro Storico anziché pensare a fare pizze prelibate, gelati o granite per le quali è autorizzato, decida di organizzare nella sua attività serate musicali, dj set, musica dal vivo, discoteca pensando di decidere da solo ed infischiandosene sia della sicurezza dei
propri clienti e della vivibilità di chi vive o chi lavora accanto! E tutto questo – tremate – senza avere
minimamente timore di Polizia e Vigili Urbani il cui dovere è sicuramente fare rispettare le leggi!”.

“Stufi di fare denuncie da anni, serve un regolamento incisivo”

Continua Greco: “Siamo stufi quale Associazione di denunciare da anni questi fatti ricevendo solo promesse risolutive mai mantenute o promesse di interventi: serve un Regolamento forte e chiaro che dia
strumenti di intervento anche alla Polizia Locale, oggi per loro stessa ammissione, inerme sul
problema musica ad alto volume (ma possono intervenire per serate danzanti senza licenza
Questura, occupazione suolo pubblico ed altro). Siamo in grado di documentare: di avere partecipato a Tavoli Tecnici rimasti inefficaci (altrimenti non ci sarebbero stati né verbali e né chiusure), video e foto di quanto denunciato, esposti ed interventi Arpa, multe e chiusure di locali, rassegna stampa di questo malcostume che mina la salute dei residenti e la fruizione dei visitatori, testimonianze di turisti che non verranno più a pernottare a Messina… proprio per non avere potuto pernottare! Quello che sosteniamo è visibile quasi tutte le sere facendo un giro per il Centro Storico in particolare in Piazza Duomo, in Via Lepanto, in Via Cardines e nelle zone limitrofe”.

“La misura è colma: torniamo alla legalità”

E ancora: “Tutto ciò è provato dalle centinaia di telefonate fatte negli ultimi anni da parte di residenti impossibilitati a riposare nelle proprie abitazioni, ricevute quasi tutte le sere dai vigili urbani o dal 112 che denunciano musica effettuata da alcuni locali in netta violazione delle leggi che regolano la diffusione sonora nei locali di somministrazione di bevande e alimenti (decreto Monti) con serate illegali perchè pubblicizzate al di fuori del locale, con occupazione del suolo pubblico oltre i limiti consentiti, con dj che incitano a cantare ed urlare i clienti, con schiamazzi da parte dei clienti all’uscita dei locali, con la musica che si sente fuori dal locale e non emessa in sottofondo come previsto dal Decreto, con organizzazione
di serate danzanti assolutamente vietate se non in possesso della licenza della Questura… La misura è colma: ma questi operatori commerciali perché non vanno a farlo in Piazza di Spagna o a Fontana di Trevi a Roma, In Piazza Duomo a Milano, in Piazza della Signoria a Firenze o sul Corso di Taormina? O nei Centri Storici delle città importanti d’Europa? Banalmente perché Messina lo ha consentito!”.

“Le istituzioni sorde all’appello”

Continua Greco: “Le nazioni normali non consentono alla gente di devastare aree protette danneggiando la salute della gente, perché per questo ci sono le discoteche non i bar o le pizzerie in mezzo la strada!
Se tu barista o pizzaiolo vuoi fare business con la musica ti organizzi, ti adegui ai sistemi di sicurezza richiesti perché il tuo locale sia a norma di legge e chiedi la licenza alla Questura e ti metti in regola,
previa fedina penale pulita, naturalmente. Semplicemente ti metti a norma come hanno fatto quelli
che si sono adeguati alla legge e ai quali fai anche concorrenza sleale con il tuo locale fuorilegge.
Ci sentiamo indifesi dalle istituzioni sorde ai nostri appelli: dovremmo forse farci giustizia da
soli? Questa è la città europea dall’immagine in crescita grazie ai grandi concerti? Signor sindaco:
Messina non è solo “una Città che sempre più si sta ritagliando nel panorama musicale nazionale un
ruolo da protagonista!! Andiamo avanti insieME”, purtroppo è anche questa e siamo sicuri che
lei voglia quanto noi una soluzione, altrimenti non avrebbe messo nel suo programma elettorale la
nostra interlocuzione: bisogna essere decisi ed operativi”.

“Attendiamo risposte entro il 15 gennaio”

Conclude il presidente: “Desideriamo solo il rispetto delle leggi e la tutela del Centro Storico di Messina. Noi siamo disponibili a dialogare fino al 15 gennaio 2023: poi saremo anche moralmente liberi e non si dica che abbiamo avuto fretta! Chi è il garante della salute dei cittadini e del disturbo della quiete pubblica, del rispetto delle norme sulla occupazione del suolo pubblico, della tutela e della difesa del territorio? Il Comune e, quindi, il Sindaco. Chi è il garante delle norme per serate musicali e danzanti?
Il Questore. Chi sono i garanti della pubblica sicurezza e dell’ordine pubblico? Il Prefetto e il Questore.
Con il Sindaco abbiamo interloquito e lo stesso ha inserito a pag. 46 del suo programma
elettorale la volontà di regolamentare il Centro Storico tenendo conto della nostra Proposta di tutela
del Centro Storico. Attediamo da allora che la nostra Proposta sia accolta. Il documento è pubblico
da mesi ed è consultabile sul nostro sito.
Con il neo-assessore Finocchiaro abbiamo avuto diversi incontri ed abbiamo riscontrato la sua volontà di
affrontare risolutivamente il problema, ma ci è stato chiesto di fare trascorrere il periodo natalizio
ricco di interventi e concerti. Naturalmente abbiamo acconsentito con la speranza che nei primi
giorni del 2023 venga assolutamente affrontato con noi questo problema: noi ci siamo dati scadenza
giorno 15 gennaio 2023, dopodichè faremo una conferenza stampa e comunicheremo le nostre
decisioni alla Città: a quel punto decideremo cosa fare nell’interesse dei diritti negati. Non vediamo
altra soluzione se non intraprendere un’azione risarcitoria nei confronti del Comune così come
avvenuto a Torino dove i residenti hanno vinto il secondo grado di giudizio e così come avviene in tante
altre città italiane, con possibili interventi successivi della Corte dei Conti.
Al Comune, al quale va il nostro plauso per avere organizzato un Natale sicuramente tra i più
curati degli ultimi anni, facciamo notare che la vivibilità del Centro Storico e in particolare il diritto
alla salute dei suoi residenti, non è meno importante ed è un diritto costituzionale assolutamente
non negoziabile con nessuno e con alcun interesse economico.
Al Prefetto di Messina abbiamo indirizzata una lettera pubblica in data 20 giugno 2020.
Al Questore di Messina abbiamo indirizzato un esposto via Pec in data 15 dicembre 2022
rimasto inevaso. A tutti questi attori l’Associazione Centro Storico chiede di dare un segnale chiaro e
categorico”.

Articoli correlati

3 commenti

  1. Marilena Bigerna 2 Gennaio 2023 17:24

    Sono pienamente d’accordo con tutte le richieste e le denunce da voi fatte. Ma vogliamo parlare anche della situazione estiva zona nord??? Inammissibile tutto quello che succede!!!!

    7
    7
  2. Vivere in centro in una grande città, con il traffico, i negozi, la gente, le manifestazioni artistiche e culturali, specie nei periodi festivi, deve essere una scelta consapevole. Non credo sia facile adeguare la città alle esigenze personali, più semplice è spostarsi in un luogo tranquillo, lontano dalla città, che naturalmente è fonte di rumori, di grande movimento di persone e mezzi. Qualsiasi media/ grande città, che supera i 100.000 abitanti ha un centro vivace, spesso con la presenza del mercato. L’essenza della città è vita, movimento, commercio, trasporti, arte, cultura, turismo, musica ect. Non puoi toglierli e neanche limitarli.

    3
    4
    1. “Manifestazioni artistiche e culturali” sarebbero ben accette ma locali cin licenza da bar che invece si trasformano in discoteche o sale da piano bar è cosa assai deversa. Cosa c’è di culturale nel violare le leggi emettendo rumori oltre la soglia limite in orari non consentiti? Le licenze commerciali sono sottoposte al documento di valutazione di impatto acustico che viene ovviamente disatteso e violato continuamente. Se un fabbro fa rumore oltre i limiti mettono i sigilli e avviano un procedimento penale perché non tutela la salute dei dipendenti e dei vicini. Un bar con musica ad alto volume fino alle 3 del mattino non viene colpito perché rientra nell’ambito economico della Movida che in questo paese insieme al Calcio fa parte delle categorie “protette” per le quali la Legge si piega schiacciata dal volume d’affari che questa genera. I bar con la musica di sottofondo potrebbero lavorare tranquillamente in un centro città brulicante di allegri frequentatori ma con il rispetto delle regole. Per la Movida si cancellano le regole basilari anche sul codice della strada (auto in doppia fila ecc.) mentre davanti al panificio di una strada centrale durante il giorno giustamente le forze dell’ordine sanzionano chi parcheggia al volo per comprare il pane dove non è permesso. Non si possono usare due pesi e due misure. Il rispetto delle regole è la base di una convivenza democratica.

      0
      0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007