"Basta pressioni: agli studenti serve sostegno psicologico in scuole e università"

“Basta pressioni: agli studenti serve sostegno psicologico in scuole e università”

Marco Olivieri

“Basta pressioni: agli studenti serve sostegno psicologico in scuole e università”

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sabato 25 Marzo 2023 - 12:00

"Siamo persone, non macchine vincenti a tutti i costi": l'appello dell'Udu di Messina, che ha presentato una proposta di legge alla Camera

MESSINA – “Siamo persone, non macchine vincenti a tutti i costi”. Il racconto di una studentessa fresca di laurea un anno prima, a Giurisprudenza, diventa l’occasione per ricordare che ogni storia è differente. L’esperienza di una giovane non deve diventare una tagliola per chi vive un’esperienza con tempi più lunghi: ogni persona ha il suo bagaglio di vita e di storia personale da rispettare, sempre. Scrive l’Udu Messina – Unione degli universitari: “Laureata prima? Non ci interessa! In che modo questo dovrebbe essere un modello per gli studenti? Non tutti hanno hanno le stesse possibilità. Mettiamocelo in testa. Continueremo a ripetere che tutte le nostre vite sono complesse, la quodianità di studentesse e studenti è ben diversa. Martedì 22 marzo, come Unione degli universitari, insieme con la Rete degli studenti medi e allo Spi Cgil, abbiamo presentato la nostra proposta di legge sul benessere psicologico alla Camera dei deputati, chiedendo l’istituzione di un servizio di assistenza psicologica scolastica e universitaria. I dati che abbiamo raccolto raccontano di una generazione che sta male. Abbiamo un’idea chiara di come migliorare le scuole e le università per rispondere a un allarme sul benessere psicologico”.

“Basta con l’etichette di falliti e più tutele per gli studenti lavoratori”

Di recente, sul tema, a cui siamo particolarmente attenti, Tempostretto ha sentito pure Damiano Di Giovanni, studente universitario, il coordinatore dell’Udu: “Spesso non si considerano molti fattori che fanno parte della vita degli studenti, perché non ritenuti importanti. La “carriera” di uno studente può dipendere da molti aspetti: salute fisica, personale o di familiari, situazione economica che, più spesso di quel che si pensa, non è rosea e quindi obbliga gli studenti a lavorare per mantenersi gli studi. Il che significa meno tempo da dedicare allo studio. La figura dello studente lavoratore è sottovalutata e non ha vere tutele. Sono quegli studenti che spesso vanno “fuori corso” e che vanno incontro a una stigmatizzazione sociale che li dipinge come “falliti”, oltre a dover pagare più tasse. In realtà, soprattutto se non si parte con gli stessi strumenti, la competitività sfrenata e la pressione sociale dovrebbero essere rimossi”.

Aggiunge il coordinatore dell’Unione degli universitari: “La pressione che gli studenti vivono, che spesso deriva dalle famiglie, dal contesto accademico, dagli amici, e da sé stessi, troppe volte diventa insopportabile. Ci si ritrova a dover raggiungere degli obiettivi e degli standard che altri hanno disegnato per te. Ognuno dovrebbe avere l’opportunità di vivere la propria vita, affrontare il proprio percorso di studio come crescita culturale e personale. E non come una corsa contro il tempo, con la possibilità di autoorganizzarsi in base alle complessità delle nostre vite”.

Ma torniamo al comunicato dell’Udu: “La cultura della competizione e dell’eccellenza è un processo che caratterizza l’epoca che stiamo vivendo nel mondo della formazione e del lavoro. Una cultura che genera pressione e stress, un sistema che prova a farci percepire una perfezione che non esiste davvero. Non può esistere meritocrazia in un sistema di forti disuguaglianze sociali come il nostro. Dobbiamo formarci con l’obiettivo di crescere e imparare, di provare ad essere la migliore versione di noi stessi. Non vogliamo una società che ci chiede sempre di correre più degli altri. La cultura dell’eccellenza e della competizione – o Hustle Culture – è nociva, va combattuta, a partire dalla nostra Università.
La ministra Bernini, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico, ha parlato di “coltivare i talenti”, ma i talenti di chi? Non una parola sui potenziali talenti di chi viene puntualmente lasciato indietro. Un talento non viene definito sicuramente dalla velocità del proprio percorso di studi né da una lode, né da un voto numerico“.

“Non dimentichiamo i troppi suicidi di studenti”

E ancora: “Troppo facile dimenticarsi così velocemente dei troppi suicidi di studenti che non ce l’hanno fatta perchè credevano di aver fallito. Davanti ad una generazione che soffre, non possiamo tacere.
Serve costruire un percorso accademico in grado di insegnarci che siamo persone, non macchine. Per questo saremo sempre al fianco degli studenti che si sentono soli, che si sentono oppressi. Mentre la narrazione giornalistica continua a concentrarsi su pochissimi casI di studenti prodigio, noi saremo dall’altra parte a dire che chi incontra maggiori ostacoli nel proprio percorso, non vale meno degli altri”.

La proposta di legge per una “vera educazione alla salute e all’emotività”

La nostra legge chiede alla politica (a Messina c’è un centro di sostegno psicologico e psicoterapeutico, n.d.r.) l’istituzione di sportelli di assistenza psicologica, psicoterapeutica e di counseling, ma non solo, vogliamo percorsi di supporto e formazione specifica anche per docenti. Abbiamo bisogno di una vera educazione alla salute e all’emotività rivolta alla comunità studentesca. Bisogna rompere lo stigma. Noi abbiamo presentato le nostre proposte e le abbiamo consegnate alle parti politiche del nostro Paese. Ora tocca alla politica ascoltare le nostre richieste, alla comunità accademica e ai giornali il compito di interrompere una narrazione sbagliata”.

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