Celebrando la gloriosa partenza dal porto messinese per la battaglia di Lepanto 447 anni addietro. Dallo scontro all’incontro, con Messina finalmente di nuovo crocevia di popoli e culture
Con l’ausilio di Domenico Interdonato, che cura l’ufficio stampa del network “Sulle rotte di Lepanto. Lo spettacolare sbarco di Don Giovanni d’Austria a Messina” ho potuto seguire il giorno 11/8 u.s. dalla Guardia Costiera della GdF in partenza dalla Capitaneria di Porto la rievocazione storica giunta alla sua decima edizione. Imbarco alle 17,00, insieme ad altri colleghi giornalisti, ma anche con l’assessore Enzo Trimarchi e consorte, e dopo essere stati identificati ed esserci presentati e qualificati, si è partiti alla volta di Grotte, per assistere, alle 17,40, alla partenza da quella rada del Palio delle Contrade Marinare della Riviera, dal 2013 denominato “Don Giovanni d’Austria – Trofeo Città di Messina”, organizzato dalla Lega Navale di Messina e coordinato da Carmelo Recupero, ove le contrade messinesi, con le quattro storiche paciote in rappresentanza dei borghi, Case Basse, Paradiso, Grotte e Pace, hanno gareggiato anche quest’anno in onore di Don Giovanni. Durante il percorso abbiamo potuto ammirare il Corteo Storico Navale, sulla tradizionale feluca della famiglia Mancuso, in rappresentanza del condottiero, con al seguito le Unità navali istituzionali Gruppo Aeronavale e Stazione operativa navale GdF, Comando Vigili del Fuoco, Comando Interregionale e Provinciale Carabinieri, Polizia di Stato, Rimorchiatori “Picciotto Capieci”, Istituto Nautico “Caio Duilio” , sei imbarcazioni a “vela latina” delle Marinerie Messinese e Catonese e quelle di Lega Navale di Messina e Sant’Alessio. Alle 18,15 arrivo alla Passeggiata a Mare del Palio, (con vittoria della Contrada Paradiso) e del corteo terrestre e navale, con spettacolazione nel porto con attori, figuranti e sbandieratori. Il Sindaco Cateno De Luca, a bordo del Pattugliatore della GdF, è stato protagonista dello “Sposalizio del Mare” con il lancio di un anello in mare per simboleggiare la nuova alleanza di Messina con il suo porto e il suo mare, con Padrini il Presidente dell’Autorità Portuale e i Comandanti delle Unità Navali. Scesi dalla Guardia Costiera ci siamo diretti nel Piazzale antistante il Teatro Vittorio Emanuele per assistere al passaggio del corteo terrestre diretto a Piazza Municipio (ora Unità Europea) e lì, con posti d’eccezione, abbiamo ammirato l’ingresso trionfale e, alla 19,45,ascoltato il saluto del Senato Messinese a Don Giovanni d’Austria, attraverso le parole dello Stratigò. Don Juan è stato reso per questa edizione da Umberto Vita, mentre per i nove anni addietro era stato interpretato da Mauro Failla. Poi la premiazione della contrada vincitrice del Palio, i saluti istituzionali e il Cunto dei cunti “Il titanico scontro fra Giovanni d’Austria e Ali Pashà raccontato da Miguel Cervantes”, scritto, interpretato e diretto da un grandissimo Gaspare Balsamo, che ha immaginato con fervida fantasia e dovizia di particolari che lo scrittore spagnolo –che si esprime in lingua siciliana- intervenuto alla storica battaglia (ove peraltro perse anche una mano e venne poi curato nell’ospedale cittadino) abbia tratto da quegli eventi la genesi per la sua opera più famosa “Don Chisciotte”. L’evento, a connotazione non solo turistica, ma anche storico-culturale, ormai caratterizza le manifestazioni agostane della nostra città, potendo contare peraltro su prestigiosi patrocini, quali quello del Ministero dei Beni Culturali, e Ambientali e del Turismo e sull’aderenza di enti e associazioni di città accomunate dalla partecipazione allo storico evento del 1571: in Italia anche Gaeta, Nicosia, San Severo, in Grecia unioni comuni e poi Cipro, in Spagna Yaste e Tenerife e in Germania Regensburg. Quest’anno un protocollo d’intesa sottoscritto nella mattinata del giorno 11/8 u.s. fra il comune di Messina, la città di Venezia – rappresentata dall’A.D. della Marco Polo System- e la città greca di Lepanto- con il vice sindaco di Nafpaktos, Cristos Salamuras- ha avviato più articolate prospettive di sviluppo dei territori coinvolti, non solo sotto il profilo culturale, ma anche nell’ambito della progettazione europea sui temi della pace fra i popoli del Mediterraneo. Quella calorosa accoglienza, chela nobile città di Messina e il Senato tributarono al figlio naturale di Carlo V d’Asburgo e fratellastro del re di Spagna Filippo II d’Asburgo, è stata giustamente rievocata, anche per tenere a mente i fasti della nostra “Civitas maxima et locupletissima”, come definita da Cicerone, città che peraltro proprio nel 1500 era all’apice della sua fortuna, anche per il florido commercio della seta. E così, quella battaglia del 7 ottobre 1571 a Lepanto della poderosa flotta navale della Lega Santa, con trecento navi e ottantamila soldati, marinai e vogatori, contro la flotta Ottomana, comandata dal macedone Muezzinzade Alì Pashà( quale ammiraglio del Sultano Selin II) che il 15 settembre partì alla volta di Lepanto, fu preceduta dallo sbarco in agosto di Don Giovanni. Da una parte l’Islam, dall’altra il Cristianesimo, da un canto l’impero Ottomano, dall’altro la casata d’Asburgo e le potenze cristiane minori, due grandi blocchi che fino a mille anni prima erano stati un solo Impero Romano: le razzie dei corsari per conto del Sultano non potevano infatti esser più tollerate, né i tentativi di espansione dello stesso Impero Ottomano in Occidente, e così la Lega Santa con Pio V e il sostegno di Filippo II, riunì le navi di Stato della Chiesa, del Regno di Spagna, di Sicilia, di Napoli, della Repubblica di Venezia, dei Cavalieri di Malta, della Repubblica di Genova e dei Cavalieri di Santo Stefano e Ducato di Savoia. Delle dieci navi siciliane le due messinesi erano sotto il comando del Conte di Condojanni, don Vincenzo Marullo. Le carte nautiche furono donate da Don Francesco Maurolico, stimato e celeberrimo intellettuale messinese, e abate benedettino. L’intento della storica rievocazione è ai nostri tempi giustamente quello di evidenziare la calorosa accoglienza di una città, con Messina al centro del Mediterraneo, quale crocevia di popoli e culture. Un plauso al direttore artistico e coordinatore dell’evento, prof. Enzo Caruso, a Fortunato Manti, quale legale rappresentante dell’Associazione culturale “Aurora”, e ancora dell’autore della sceneggiatura, Nino Principato, al già citato Domenico Interdonato e ai responsabili dei gruppi storici “La Corte d’Aragona” e “La Compagnia della Stella” e alle associazioni di volontariato della Protezione Civile.