Il consigliere comunale di Grande Sud parla di situazione insostenibile per i pazienti, ai quali devono essere garantite «condizioni di vivibilità e di sicurezza degne di un Paese civile e rispettose delle norme costituzionali». Le precisazioni dell'azienda
Dal 6 aprile scorso, dai rubinetti del Policlinico universitario scorre «acqua non potabile». La Direzione sanitaria dell’azienda ospedaliera ha emanato una circolare interna, raccomandando una serie di precauzioni al personale medico, infermieristico e parasanitario nonché a ai pazienti, limitando o addirittura annullando l’uso del prezioso liquido. Un fatto gravissimo sul quale ha deciso di accendere i riflettori il consigliere comunale Sebastiano Tamà . L’esponente del Grande Sud ha inviato un’interrogazione al sindaco Giuseppe Buzzanca, all’assessore all’ambiente Elvira Amata, al presidente dell’Amam Tanino Sutera , al presidente della V commissione consiliare, Giovanni Cocivera, sollecitando la convocazione per un’audizione urgente dei vertici del Policlinico. E‘ soprattutto a Buzzanca che si rivolge Tamà, in quanto il primo cittadino rappresenta la massima autorità sanitaria della comunità che amministra.
Nel documento, il consigliere del Grande sud, che di professione fa il medico, evidenzia come, in base ai risultati di diversi esami dell’acqua effettuati lo scorso 20 febbraio dai funzionari dell’Asp di Messina , su richiesta dei Nas di Catania, «si è certi non di un avvelenamento ma di un reale inquinamento dell’acqua per la presenza – anche in quella che rifornisce le sale operatorie – dello Pseudomanas aeruginosa , un batterio che può determinare infezioni letali in corsia».
Per affrontare l’emergenza, scrive ancora Tamà, l’azienda sta utilizzando «acqua per preparazioni iniettabili o distillata in flaconi e/o sacche fornite dalla farmacia aziendale con ulteriore aggravio delle risorse economiche, anche in considerazione del non meglio definito tempo entro il quale è necessario adottare tali precauzione».
Il rappresentante del Civico Consesso parla di situazione insostenibile, soprattutto per i pazienti, ai quali devono essere garantite «condizioni di vivibilità di sicurezza degne di un Paese civile e rispettose delle norme costituzionali» in tema di salute. Vista la situazione, Tamà chiede Buzzanca di convocare « per audizione urgente ed indifferibile» il direttore generale Giuseppe Pecoraro e il direttore sanitario Manlio Magistri.
Intanto, dall' azienda ospedaliera arrivano alcune precisazioni. Secondo quanto riferiscono dal Policlinico, gli esami effettuati dall' Asp escluderebbero la presenza del batterio di cui parla Tamà ed inoltre ,pur essendo ancora in vigore la circolare emanata da Magistri, si tratterebbe di un fatto meramente precauzionale.
Ma tutte al policlinico succedono!!! dopo i ferri chirurgici sterilizzati male, anche l’acqua infetta…. meno male che ci sono gli antibiotici… spesso i malati se li portano da casa!!! ma meno male ke esistono….
u pisci fedi da testa…