Ieri pomeriggio, Felice Calabrò e Renato Accorinti hanno partecipato ad una agorà pubblica, a Piazza Cairoli, organizzata dai giovani di “Aula Aut” e dall’associazione “Peppino Impastato”. Forti le parole dei ragazzi: «Messina deve rialzarsi, deve dire basta al sistema mafioso e lobbistico, deve poter ribellarsi e divenire parte attiva del futuro e, ci si augura, del prossimo cambiamento»
La campagna elettorale è ormai alle battute finali. Ultimi dibattiti, ultimi incontri pubblici prima del “silenzio elettorale”. Lunedì sapremo chi sarà il nuovo Sindaco della città, se verrà riconfermato il vantaggio al primo turno di Felice Calabrò, candidato del centro-sinistra e dell’Udc, o se invece a spuntarla sarà Renato Accorinti della lista civica “Cambiamo Messina dal basso”. Finora, di certo, possiamo dichiarare solo un vincitore: la partecipazione. Si è visto, in queste settimane, un fermento che non si vedeva da tempo, da entrambi gli schieramenti sono venute tante buone idee per rilanciare Messina; la nostra unica speranza è che queste idee non rimangano solo un ricordo ma che, chiunque vinca, si realizzino. E, a proposito di partecipazione, davvero costruttiva e significativa è stata l’agorà pubblica organizzata ieri pomeriggio a Piazza Cairoli, dall’associazione “Peppino Impastato” e dai ragazzi di “Aula Aut”, progetto culturale nato durante l’occupazione dello scorso autunno del liceo classico “Francesco Maurolico” e portato avanti dagli stessi studenti. L’iniziativa ha visto i due candidati per la poltrona più importante di Palazzo Zanca confrontarsi a distanza, rispondendo alle domande della gente. «La città di Messina – hanno spiegato gli organizzatori dell'evento – vive da anni un periodo di crisi tremendo. Crisi economica e culturale. Le scuole sono abbandonate a sé stesse. Le politiche giovanili sono messe in secondo piano rispetto ad ogni problematica reale». Il dibattito, diviso in due momenti, ha toccato più o meno gli stessi temi.
Su questi, è intervenuto per primo Felice Calabrò, il quale, parlando di edilizia scolastica, ha detto di avere in mente la ristrutturazione di alcuni edifici che dovrebbero sfruttare l’energia rinnovabile, aggiungendo che, con la chiusura delle Province, anche gli istituti superiori dovrebbero passare nella competenza del Comune: «Auspico ─ha aggiunto riguardo a questo─ che con il trasferimento delle funzioni ci sia anche il trasferimento delle risorse, altrimenti è difficile operare». Una proposta che gli organizzatori hanno fatto ai candidati è quella di istituire il 1° Museo Antimafia d’Italia nella nostra città; l’idea è stata apprezzata da entrambi che si sono ritrovati su un punto: realizzare questo museo in un bene confiscato alla mafia, oppure, ha aggiunto Accorinti, in uno dei forti di cui dispone la città. La porzione di piazza, nel frattempo gremitasi, ha registrato tante domande da parte dei presenti su tematiche quali trasporto pubblico, turismo e occupazione giovanile. Su quest’ultimo punto, estrema chiarezza da parte dei candidati: «Il comune non può dare lavoro, nel senso che non può assumere, ma deve creare le condizioni per attrarre investimenti» ha dichiarato Accorinti.
C’è stato spazio per parlare anche delle condizioni attuali delle casse comunali: entrambi i candidati si sono mostrati contrari alla proclamazione del dissesto contro il quale lotteranno, se eletti. Presenti anche i ragazzi di Addiopizzo (in piazza per raccogliere le firme per la loro campagna sul “consumo critico”) che hanno ottenuto l’assoluta disponibilità da parte dei candidati a rifondare su basi più trasparenti la processione della Vara, una tradizione della città. Dichiarazioni di lealtà da parte dei candidati a sindaco nei confronti dei cittadini hanno chiuso i rispettivi incontri: «Io pretendo il vostro sostegno da ora per il dopo, ─ ha detto con fermezza Calabrò ─ non ci sono poteri forti che tengano, per me parlano i miei dieci anni di politica attiva, sempre al servizio della città, insieme possiamo fare la differenze». Accorinti, dal canto suo, si è dichiarato lontano dalle logiche di partito «quello che stiamo facendo ─ha tuonato─ ancora molti non l’hanno capito, abbiamo intrapreso una strada diversa e quello che conta non è il risultato ma il percorso intrapreso» e a chi gli chiede garanzie sulle sue competenze risponde: «Se potessi, delegherei la funzione di Sindaco a qualcuno più bravo di me, ma la legge non me lo consente. E comunque, peggio di quanto hanno fatto coloro che si dicono esperti della macchina amministrativa non si può fare».
(CLAUDIO STAITI)
Ieri sera a p.zza Cairoli, a titolo personale, ho chiesto al candidato Felice Calabrò cosa ne pensasse della massoneria e della presenza di un massone in giunta, Salvatore Versaci, da lui designato assessore. Ha risposto che da cattolico lui “non ama giudicare”. Io da cattolico e da cittadino di questa città, sbranata dalla mafia e dalla massoneria, sono INDIGNATO.
Roberto Marino – Comitato AddioPizzo Messina
Default Massonico?
Rispondo a Roberto Marino.
Premesso: ho letto e studiato libri sulla massoneria. Ho fatto seminari universitari su Chiesa e Massoneria e sul loro difficile rapporto ( era prevista anche la scomunica..). Oggi dopo tanti documenti si parla di inconciliabilità ma non vi sono prese di posizione così rigide. L’essere massone comunque non è perfettamente in linea con l’idea del Dio fatto uomo che il Cristianesimo impone come Credo. Tutto ciò premesso non ho pregiudizi e se fossi massone avrei come prima regola il mantenimento del mio essere cristiano e fratello di tutti anche dei poco illuminati. La mia riflessione e’questa ed ha solo contenuto pragmatico se i massoni sono al potere in maniera sotterranea a messina, se sono ovunque vi sia un posto di comando….se vi è la famosa cappa massonica citata dall’attuale Vescovo ( rimasto poi silente dopo avere ricevuto polemiche dal Goi) …insomma se questa città è, come dicono le statistiche, a tutti i livelli sotto la media per molti settori del vivere civile il suo presunto potentato massonico deve considerarsi oggettivamente fallimentare. La mia risposta e’ allora che uno può essere massone a messina ma come tutti quelli che hanno responsabilità nei posti di comando anche gli eventuali colletti bianchi delle varie logge devono fare ammenda perché tra i loro affiliati vi sono evidentemente degli emeriti inetti ed incapaci.
Il candidato Calabrò ha detto di peggio.
Alla domanda di un valoroso giovinastro (visto che penso di aver capito chi sei, e, per inciso, devo darti 10 e lode per come hai incalzato bene il suo “non rispondere”) sull’assessore Versaci ha risposto con la solita solfa che è un uomo, per bene e che quindi a lui da tutta la fiducia necessaria…insomma un “bravo ragazzo”…speriamo non “alla Scorsese”.
Ma il bello doveva ancora venire. Non pago, il giovane rampante (sicuramente un estremista sovversivo e pericoloso) ha candidamente, ma implacabilmente, chiesto “Ma vorrei anche sapere cosa ne pensa della Massoneria in generale”.
E quì è stato il gelo. Calabrò ci pensa, ci ripensa, e dopo un bel sospirone esclama di non voler divulgare la sua opinione a riguardo, pur avendone una; e adduce come motivazione per il suo silenzio una non meglio precisata, né comprensibile, ragione di…deontologia.
Ora io dico…ma in che mani ci mettiamo? ma come possiamo ritenere capace e competente un soggetto che neanche in campagna elettorale è libero di dire ciò che pensa. Perché quì non si tratta certo di deontologia (ancora mi chiedo come possa essere un problema relativo al codice etico e come possa prevalere rispetto al diritto dei cittadini ad una Amministrazione trasparente, in tutto)…ma di un problema di fondo. DEL PROBLEMA di Calabrò. Non è libero di dire tutto ciò che pensa, figuriamoci di fare ciò che è esclusivo interesse dei cittadini. Insomma meditate concittadini, meditate approfonditamente su ciò che sceglierete in cabina elettorale.
Scusa, ma tu da cattolico e cittadino, avrai certamente chiesto ad Accorinti cosa ne pensa dei Buddisti, vero? E tu, cosa ne pensi?
No ma il motivo del suo silenzio, di alcune risposte date e non date, era dato dal fatto che i fili che lo muovono dall’alto si incastravano negli alberi, quindi i comandi e le risposte pervenivano a tratti, non era colpa sua!
Si continua a fare una campagna elettorale basata su ciò che c’è dietro Felice Calabro’. Si fanno nomi di Onorevoli, nomi di Massoni, si dice che non sia libero. Ma io mi domando…. Insinuare continui dubbi che razza di modo di fare politica e’??? E sento parlare di libertà, di cambiamento, di dissesto da bagnare nel latte. Il dissesto non e’ un biscotto e’ la fine di questa citta’. Il giusto slogan e’ dichiariamo il dissesto, cadiamo ancora più in basso, e cambiamo città, io non ci sto!!! Io preferisco, poteri speciali a Calabro’ e dire ad alta voce SI MESSINA!!!!!