Non ci sono progetti di opere ferroviarie connesse al Ponte e Italfer chiude: denuncia della Cisl

Non ci sono progetti di opere ferroviarie connesse al Ponte e Italfer chiude: denuncia della Cisl

Non ci sono progetti di opere ferroviarie connesse al Ponte e Italfer chiude: denuncia della Cisl

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giovedì 14 Luglio 2011 - 07:22

Questo quanto emerso nel corso della riunione tenutasi ieri presso la sede della società di Rfi: per i rappresentanti del sindacato le contraddizioni continuano ad avere la meglio sul progetto di realizzazione dell’infrastruttura stabile

Bluff? Beffa? Con la lettera “B” ci viene in mente anche “Bidone”: sono tanti i termini che potrebbero essere utilizzati ma in fondo cambia poco. I riferimenti sono tutti alle incognite che pesano come macigni sulla realizzazione del ponte sullo Stretto, in particolare alle conseguenze che l’apertura dei cantieri potrebbero avere in termini occupazionali per le realtà lavorativa attualmente esistenti sul territorio. Come denunciato dai segretari della Fit-Cisl Enzo testa e Michele Barresi, si pone il problema della programmata chiusura dell’attività Italfer dove lavorano 18 persone altamente qualificate.

«Alle nostre rimostranze sull’assurdità di chiudere una sede strategica per le opere ferroviarie connesse alla costruzione del ponte – affermano i rappresentanti sindacali – la spiegazione aziendale è stata disarmante. I vertici di Italfer ci hanno informato come, allo stato attuale, sulla sponda messinese, non esista alcun progetto esecutivo per qualsivoglia opera ferroviaria collegata alla costruzione del ponte». I dirigenti della società che opera sotto la committenza di Rfi, in pratica, hanno evidenziato come sia stata appena avviata la fase di programmazione preliminare sostenendo, con dati di fatto, che «l’avvio delle opere ferroviarie legate al ponte sono ferme all’anno zero. Un’affermazione – spiegano Testa e Barresi – che ci ha lasciati interdetti, considerato che tale affermazione arriva dai vertici di una società di Ferrovie dello Stato, gruppo rappresentato all’interno della società Stretto di Messina. Tali dichiarazioni appaiono in forte contraddizione con l’opera di dismissione che Ferrovie dello Stato sta portando avanti da anni nell’area dello Stretto utilizzando proprio il Ponte come alibi per la chiusura di Centri Operativi, delle Officine Grandi Riparazioni e per il ridimensionamento della flotta navigazione di Rfi sullo stretto e il conseguente taglio della lunga percorrenza dei treni merci e passeggeri. Scopriamo, quindi – aggiungono – che il Ponte, opera pensata come prettamente ferroviaria, nonostante i proclami è lontano da ogni reale progetto esecutivo legato al movimento su rotaia».

All’orizzonte, inoltre, c’è un’altra mossa che, alla luce di queste ultime rivelazioni, poco convince. «All’ordine del giorno del Comitato dell’Autorità Portuale – spiega il segretario generale della Cisl di Messina, Tonino Genovese – c’è la richiesta di Rfi per il rinnovo della concessione per ulteriori dieci anni delle aree ferroviarie. Si tratta di 54mila metri quadrati che comprendono le invasature della stazione marittima, delle officine del piazzale auto e degli uffici. Senza volere strumentalizzare il doppio ruolo del professore Lo Bosco, contemporaneamente presidente dell’Autorità Portuale e presidente del Consiglio d’Amministrazione di RFI, diventa fondamentale che si faccia chiarezza in maniera definitiva su tutta la materia. Il rinnovo della concessione, in presenza di un piano di dismissione palese e conclamato, diventa incomprensibile. E’ necessario che l’Autorità Portuale non proceda al rinnovo della concessione senza conoscere i progetti, gli impegni e gli investimenti che Rfi intende fare a Messina».

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