Ieri sera a Piazza Duomo, i membri del Teatro Pinelli - una volta in Fiera, ora situati all'ex Casa del Portuale - hanno messo in scena uno spettacolo, che parla dello sgombero del Teatro in Fiera e del ruolo subordinato che gli artisti generalmente hanno nei confronti dei poteri forti della nostra città.
“Guardate, signori, l’osceno spettacolo della morte dell’arte”. Così l’imbonitore ripete più volte questa frase, mentre la carovana d’attori arriva sul luogo e durante lo spettacolo. Attori e musicisti insieme, per uno spettacolo itinerante, che si sposta di piazza in piazza e attraversa le vie della città. L’opera è interamente auto-prodotta dai membri del Teatro Pinelli e racconta allegoricamente la storia del Teatro in Fiera, rappresentando un padrone avido ed abbrutito – che nelle intenzioni dei compositori il riferimento è direttamente all’Autorità Portuale – che sfrutta musici ed attori ridotti a marionette ed automi, seviziati e comandati dal lacchè di turno, che non esita ad usare la frusta per compiacere il padrone. Una scenografia semplice ma quanto mai incisiva, fatta di bianco, nero e rosso. Le attrici, che recitano a comando, meccanicamente, brani dell’Amleto e pezzi del Don Chiscotte, fino allo sfinimento nell’indifferenza generale; un po’ ossessivo il movimento rotatorio dell’orchestra, che sottolinea la dimensione di burattini eterodiretti dei personaggi.
D’impatto la scena finale, che vede le invocazioni di libertà – individuale e collettiva – dell’attrice principale, accantonate dagli altri artisti per un piatto di pasta, che non è composto d’altro che dagli avanzi della cena del padrone. Nel’epilogo, invece, un ragazzo recupera un libro e una rosa dalla pattumiera in cui erano stati buttati, per donare un tocco di speranza all’amarezza della rappresentazione. Infine, l’attore che ha interpretato il padrone, racconta al pubblico la storia dell’occupazione del Teatro in Fiera. Dalla manifestazione antifascista del 15 dicembre 2012 che ne fu l’origine, allo sgombero del 14 Febbraio. Per poi continuare con la successiva occupazione dell’ex Casa del Portuale in via Alessio Valori, vicina al Mercato Ittico, passando per mesi d’intensa attività artistica e culturale. Tutto questo non l’abbiamo visto a Teatro, ma a Piazza Duomo. Qui sono arrivati, i protagonisti di questo spettacolo e il loro seguito, verso le 23,30, provenienti dalla Stazione Centrale e diretti alla Fiera Campionaria. Di fronte alla Cattedrale, hanno inscenato lo spettacolo sotto gli occhi increduli e curiosi dei passanti. È la prima produzione teatrale firmata dal Teatro Pinelli, le prove dello spettacolo hanno impiegato gran parte del mese di luglio fino a ieri, giorno del debutto ufficiale.
Rilanciano con uno spettacolo teatrale, gli attivisti, quasi in risposta con le polemiche di questi giorni che hanno riguardato i graffiti in via Alessio Valori e gli spettacoli organizzati all’ex Casa del Portuale. Venerdì, tra l’altro, l’edificio occupato dai “pinelliani” sarà oggetto di discussione durante la seduta della Decima Commissione Consiliare, mentre l’assessore Ialacqua pensa alla possibilità di una delibera per riconoscere la street art e fare di alcune zone di Messina “dei musei a cielo aperto”. Il tema dello spettacolo mostra con chiarezza, ma senza banalità, il punto di vista che è sempre stato proprio degli attivisti del Pinelli: la valorizzaizione del pubblico senza doversi accontentare delle imposizioni del privato, il diritto alla libertà di esprimersi, fare cultura ed avere la possibilità di essere esposti alla cultura, l’’autogestione dei beni comuni e il magma di idee ed esperienze a cui permette di nascere e svilupparsi. Allo spettacolo di stasera, comunque, seguiranno altre repliche…
sempre teatro in fiera si chiama
sempre teatro chiuso rimane, dopo che li hanno sgomberati. se non ci fossero stati loro a riaprirlo, fisicamente e come ferita della città, solo le foto di quando eravamo piccoli ci rimanevano…
il teatro in Fiera sta per essere abbattuto se non si era capito. quando al posto della fiera vedrete (da lontano) un villaggio per croceristi e proprietari di grandi yacht allora sarete felici. w i messinesi. w la speculazione. w la gestione privatistica dei beni demaniali. w l’autorità portuale…unico ente florido della città di Messina (con 72 milioni di euro – dichiarati… – in attivo) e w il comune di Messina che continua a pagare oneri concessori gravosissimi all’Autoritò Portuale.
Ma di quale spettacolo teatrale state parlando?
Gli anarchici che parlano di ordine: siamo alla follia pura.
Perchè non vanno ad occupare i locali dell’ATM?
Era da tanti anni che non sentivo parlare del “padrone”, mi mancava. Speriamo non sia propedeutico al rinascere del grandissimo fenomeno delle brigate rosse e collegate, nonchè dei grandissimi e benemeriti anarchici, di cui uno viene sempre nominato perchè fa figo.