Beni confiscati, Ripepi: ora, un Consiglio comunale "aperto"

Beni confiscati, Ripepi: ora, un Consiglio comunale “aperto”

Redazione

Beni confiscati, Ripepi: ora, un Consiglio comunale “aperto”

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venerdì 25 Giugno 2021 - 10:05

Il consigliere d’opposizione: i dubbi sulle norme in tema di conflitto d’interessi non sono stati cancellati da sindaco ed ex delegata al settore

Il sindaco Giuseppe Falcomatà e la consigliera comunale Nancy Iachino, ex delegata al settore, non hanno convinto il consigliere Massimo Ripepi. Il che non sarebbe strano, trattandosi di un elemento d’opposizione.
Il fatto è che la conferenza stampa di ieri sulla gestione dei beni confiscati a Reggio Calabria avrebbe trovato una Iachino «tremante, impacciata, inadeguata» e un primo cittadino «pronto a giustificarla». Questa la lettura di Ripepi, che ci ha ravvisato un «rimpallo di responsabilità» da parte di entrambi.  E adesso chiede a gran voce un Consiglio comunale “aperto” sulla presunta mancata trasparenza nella gestione del settore.

Quesito puntuale

Se il sindaco ha puntualizzato che «l’articolo 34 del Codice antimafia è stato scritto proprio a Reggio», nulla ha detto dell’interrogativo già in precedenza sollevato da Ripepi. «Perché dal regolamento, approvato nel 2015, fu tolta la clausola sul conflitto d’interessi che inibiva l’assegnazione dei beni confiscati alla mafia agli amministratori e agli impiegati comunali?».
Sarà un quesito sciocco; ma una risposta si poteva provare a dare.

Incartamenti spariti?

Quanto agli incartamenti, al di là di «fascicoli e carpette» vi sarebbero dovuti emergere «le delibere di assegnazione con numero di anni della durata della concessione, il disciplinare di utilizzo del bene, la polizza assicurativa per responsabilità civile, incendi e atti vandalici» E poi gli atti autorizzativi, la documentazione assicurativa e previdenziale per i lavoratori, la relazione annuale dell’associazione o Ente assegnatario. E ancòra la trasmissione annuale del bilancio dell’Ente, la relazione semestrale dettagliata dell’attività svolta
Massimo Ripepi, invece, asserisce di non aver reperito neppure « il reportage fotografico delle targhe con la dicitura “Bene confiscato alla ‘ndrangheta del Patrimonio del Comune di Reggio Calabria”».

Il “colpo di teatro”

Ma evidenzia Ripepi che la difficoltà dell’ex consigliere delegato al settore a ricordare davanti ai cronisti diventa «paradossale». Non foss’altro per «la presenza del sindaco costretto ad incassare il colpo» e per aver Nancy Iachino tirato in ballo, sorprendentemente, «la penuria di dipendenti e la non collaborazione del sindaco, che pare non abbia mai voluto concedere altre risorse al settore dei beni confiscati».
La questione della memoria corta diventa, a questo punto, centrale: «In sei anni, la Iachino ne avrebbe avute di cose da fare e come mai si ricorda solo ora che mancavano i dipendenti e che fin dall’inizio non ha trovato tutto in ordine?», si chiede il consigliere comunale.

Commissione al Cedir, poi Consiglio open

Anche per questo, già prima dell’auspicata sessione open dell’Assemblea, Ripepi convocherà «una seduta di Commissione controllo e garanzia, che si riunirà al Cedir nei locali dell’assessorato al Patrimonio, davanti ai commissari, ai cittadini che vorranno intervenire e ai giornalisti».

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