Il video di Grillo sul figlio accusato di stupro è aberrante. Il re del giustizialismo diventa garantista e manda una serie di messaggi. Inquietanti
Per chi scrive questo articolo il garantismo, soprattutto in questi tristi tempi di gogna social, è un faro di civiltà. A mio giudizio, per il figlio di Beppe Grillo e per i suoi amici, accusati di stupro, vale la stessa presunzione d’innocenza che vale per tutti gli altri. Siamo tutti uguali di fronte alla legge. O almeno così dovrebbe essere.
Il video di Beppe Grillo
Ma quello che è accaduto ieri è gravissimo. Il video nel quale appare un Beppe Grillo, indiscusso fondatore e padre-padrone del M5S, scomposto, violento verbalmente più del solito, maschilista fino all’inverosimile, è inquietante per i messaggi che manda.
I messaggi….
Messaggi alle donne (ed alle donne che denunciano violenza), messaggi alla magistratura (la stessa magistratura utilizzata dal M5S per costruire un impero politico), messaggi al mondo politico (“arrestate me, sono io il bersaglio”).
Mio figlio sui giornali
Non è l’unico padre con il figlio incappato nelle maglie della giustizia e lasciato a bagnomaria per un paio di anni, ci sono centinaia di altri familiari, figli, figlie, fratelli sorelli, illustri e meno illustri costretti a convivere per anni con la frase che Grillo pronuncia: “Mio figlio è sbattuto su tutti i giornali come uno stupratore”. Basta cambiare il reato, il grado di parentela e le storie come quella di Ciro Grillo si contano ogni giorno.
Giustizialisti con gli altri
La cosa più amara è che proprio ballando sopra i corpi di queste storie proprio lui e il suo M5S hanno costruito un partito e carriere. Nei comizi stilavano elenchi di indagati, imputati, indiziati, ergendosi al di sopra del bene e del male, aizzando folle inferocite. Giustizialisti con i figli e i parenti degli altri, garantisti con i propri.
Il potere di Grillo
Ed è vero che lo stupro e la corruzione o l’abuso d’ufficio o il peculato non sono categorie di reati comparabili. Ma non è comparabile neanche il potere che ha il leader del primo partito d’Italia nel 2018 e il sindaco o l’assessore comunale o il consigliere comunale del paesino più sperduto del Paese. O il potere di Grillo e quello del papà della vittima stuprata. O dei papà dei 3 amici del figlio di Grillo. I reati non hanno un colore partitico, non sono di destra o di sinistra. O almeno così dovrebbe essere, e purtroppo non è stato.
Il sistema Palamara
Tutto inorridisce nel video di Grillo. Ma è giusto avere spazio per l’umana pietà verso il gesto scomposto di un padre. Quell’umana compassione che proprio lui e i suoi hanno negato ad altri avversari politici. Per anni il M5S ha utilizzato le inchieste come brandello contro l’avversario politico di turno e il sistema Palamara ha dimostrato quante ambiguità e falle possano esserci dietro certe indagini.
La denuncia e l’inchiesta
Ma andiamo ai messaggi urlati dal Grillo leader che per la prima volta assapora l’amaro calice di essere dalla parte del “colpevole a prescindere” come accade in Italia, del “mostro finito in prima pagina”. Ma, c’è una premessa: l’inchiesta non è nata per capriccio di magistrati. L’indagine scaturisce dalla denuncia di una donna che dichiara di essere stata stuprata da quattro persone. Premessa doverosa alla luce di decenni di battaglie affinchè le donne abbiano il coraggio di denunciare e il diritto di essere credute.
2 anni d’indagini
“Mio figlio è su tutti i giornali come uno stupratore seriale insieme ad altri tre ragazzi- urla Beppe Grillo– Voglio chiedervi, voglio una spiegazione sul perché un gruppo di stupratori seriali, compreso mio figlio, non sono stati arrestati. Perché non li avete arrestati? La legge dice che gli stupratori vengono presi e messi in galera, interrogati in galera o ai domiciliari. Sono lasciati liberi per due anni… Perché non li avete arrestati subito?”
Tempi lunghissimi
S’indigna perché suo figlio (ed altri tre con padri meno famosi) è su tutti i giornali come stupratore e in 2 anni non l’hanno mai arrestato. Benvenuto in Italia dove la giustizia ha tempi lunghissimi e dove proprio il M5S attraverso l’ex ministro Bonafede ha pensato di risolvere quest’ingiustizia con la sospensione della prescrizione. Dio non voglia che il figlio di Grillo incappi mai in quest’aberrante norma che amplifica l’ingiustizia dei tempi lunghi piuttosto che risolverla.
Il complotto politico
No caro Grillo non è un trattamento feroce inflitto solo a tuo figlio. E’ la giustizia in Italia. E non sono i tuoi nemici politici a usare la magistratura per colpirti. No, questo metodo, basta leggere il libro di Palamara, è stato usato con altri leader politici. Dopo l’invettiva sui 2 anni d’indagine cosa fa il re del giustizialismo, mediatico e non? Grida al complotto politico e giunge ad una conclusione: mio figlio è innocente e la colpa è della ragazza.
Stuprata va in kitesurf
“Perché non li avete arrestati subito? Ce li avrei portati io in galera, a calci nel culo. Perché vi siete resi conto che non è vero niente, non c’è stato alcuno stupro. Una persona che viene stuprata la mattina, al pomeriggio va in kitesurf e dopo otto giorni fa la denuncia… Vi è sembrato strano. Bene, è strano”.
Da vittima a colpevole
A noi donne non sembra strano che una vittima di stupro denunci 8 giorno dopo. Una donna sa cosa passa nel corpo e dell’anima di un’altra donna dopo essere stata violentata da più uomini. Se denunci c’è un processo e se c’è un processo rischi di passare da vittima a imputato: com’era vestita? Ha bevuto? Perché è andata in quella casa di notte? Quanto ha bevuto? Ha gridato? E quanto ha gridato? Era ubriaca? E nel pomeriggio ha fatto kitesurf? Ha pianto? Non ha pianto? E se non ha pianto perchè non ha pianto? Ha detto no? e quanti no ha detto? Uno, dieci, venti, zero?
Paura di denunciare
Questo accade oggi in tantissimi tribunali e peggio accadeva negli ultimi anni. Per questo denunciare è un atto di coraggio. Perché un no è un no. Uno stupro è uno stupro, anche se poi vai in bicicletta o sui pattini a rotelle. Invece per Beppe Grillo, che usa il suo potere mediatico amplificato all’ennesima potenza rispetto ad un intervento in tribunale, la vittima è colpevole di calunnia, perché ha fatto surf ed ha aspettato 8 giorni per denunciare i fatti.
“4 coglioni col pisello di fuori”
“Non sono 4 stupratori, sono 4 coglioni che si divertivano ballando con il pisello di fuori, lo dimostra il video”. Una frase terribile. A parti invertite, se fosse stato lui il padre della ragazza che aveva a che fare con 4 ragazzi che ridono con il pisello di fuori, chissà cosa avrebbe detto. Non è divertente per una diciannovenne essere al centro dell’attenzione di 4 ragazzi col pisello di fuori che ballano. Già, il numero: 4 ragazzi, 1 ragazza è la prova che di consenziente, quella notte, non c’è stato proprio nulla. Sugli 8 giorni per la denuncia, lo vada a dire alle vittime di tutto il mondo. O alle donne del #Metoo, che ha portato a processi per molestie avvenuti 20 anni prima.
E’ l’Italia che avete creato
Caro Grillo stai vivendo nell’Italia che hai contribuito a creare, nella gogna mediatica che hai allestito ad ogni comizio, nelle prime pagine che avete alimentato, nelle black list che avete diffuso passando sulle vite di padri e madri, figli e figlie.
“Un’aberrazione”
Non sono mancate le reazioni. Da Maria Elena Boschi, principale destinataria di ogni sorta d’invettiva e gogna social per 2 anni (a proposito, il padre si è visto archiviare ogni accusa. Archiviare, dopo 2 anni), all’eurodeputata Pd Pina Picierno “Condannare o assolvere il figlio di Grillo spetta alla magistratura. Ma non si può tacere sulle parole del padre: affermare che la veridicità di uno stupro dipenda dai tempi della denuncia è un’aberrazione e offende le vittime a cui è servito del tempo per denunciare l’aggressore”.
“No a speculazioni”
In casa 5stelle da Paola Taverna a Vito Crimi la preoccupazione (ironia della sorte) è la gogna mediatica: “auspico che giornali e talk show lascino che questa vicenda si risolva, sia in tribunale. Serve rispetto: no a speculazioni da sciacalli” “Quando si ha a che fare con la vita delle persone, è più che mai opportuno che i fatti vengano trattati dai media evitando conclusioni affrettate e la ricerca di sensazionalismi“. Che strano leggere queste frasi oggi. Dette dal M5S.
Il re non è colpevole
Uno stupro è uno stupro. Sia che lo denunci dopo un’ora che dopo un anno. Sapevamo già che per il M5S il re non fa corna e non è colpevole. Adesso scopriamo che anche il figlio del re non fa corna e non commette reati. E anche gli amici del figlio del re.
Che squallore.Grillo ha cresciuto,non educato, un figlio che per accoppiarsi, non lo chiamo neanche sesso,lo deve fare in gruppo con una sola donna. 18 anni l’età in cui ti senti immortale in cui puoi realizzare tutti i sogni della tua vita. Ha fallito come padre Grillo questo è certo.Quando Ciro era un neonato Grillo girava l’Italia col suo spettacolo.Venne anche a Messina.Ad un certo punto Grillo mostrava in un video sua moglie che allattava al seno Ciro.Una bellissima immagine quasi il senso della vita Il rispetto per le donne, le persone anziane, i più deboli…ho educato mio figlio con questi valori, gli stessi con cui sono cresciuto.Chiedi perdono Grillo alla ragazza e alla sua famiglia e sparisci.
Vergogna vergogna vergogna caro Grillo vai via dell’Italia.
Tutti possono dire la loro ed è giusto per la libertà di parola.Tutti dimenticano che i processi si fanno in Tribunale. Se ha sbagliato giusto che paghi. Un vecchio proverbio recita: non ti meravigliare dei guai degli altri i tuoi guai sono già fuori della tua porta.
Ho avuto modo di vedere il video del signor Grillo ed anche di leggere l’articolo. Non sta a noi giudicare il figlio, non siamo magistrati e non intendo emettere sentenze, ma le sue parole sulla vicenda lasciano di stucco e dicono molto.
Le donne hanno paura di denunciare o di parlare dell’accaduto proprio per queste ragioni, e molte di quelle che lo fanno se ne pentono amaramente perché non soltanto vengono messe in dubbio le loro parole ma anche infangate di continuo, dipinte come donne di facili costumi, ridicolizzate ed in molti casi perfino esposte spietatamente al ludibrio della comunità.
Per legge la donna ha diritto di denunciare quando vuole ed il fatto che venga detta una cosa tanto disumana deve fare riflettere.
Il signor Grillo e la consorte oltrettutto parlano come se avessero visionato quel video descrivendolo passaggio per passaggio cosa che non può e non deve essere accaduta. I coniugi Grillo parlano del video come se l’avessero visionato a partire dalla ragazza che a detta loro si vede che è consenziente fino ai quattro scemi come egli li definsce che saltellano e che si vede che si stanno divertendo indossando solo biancheria intima e che poi saltano e si divertono perfino senza la biancheria intima addosso.
Anche questa volta non posso esimermi dal farle l’ ennesimo plauso per tutto quello che ha scritto in questo articolo …..ogni parola detta è incontestabile….. cosa che non si può dire per le parole usate da Beppe Grillo ,tutte da” condannare “senza neanche la scusante di esserne il padre ,perché un buon padre non giustifica il comportamento in ogni caso osceno del proprio figlio verso una ragazza sola accerchiata da “baldi” giovani…..stupro o non stupro mi sembrava una scena di” Arancia Meccanica” …..il problema di tanti genitori famosi e non, è sempre quello di “buttare “i comportamenti sbagliati dei propri figli in goliardia,di giustificare che sono ragazzi …. così non cresceranno mai e non saranno mai veri uomini nonostante gli “attributi “esibiti in questa vicenda.
Bravissima Rosaria Brancato. Bravissima. Come lettrice La ringrazio per la chiarezza e la completezza di quanto ha scritto.
… a qualcuno piace menare … il can per l’aia !!! Non è verò?
Il primo squallido caso di gossip politico/cronaca nera post covid.
Se questo è l’inizio della nuova normalità… annamo bene!!!