"Uno chef per Elena e Pietro" , la scuola gratuita nata tre anni fa a seguito di un evento tragico che ha colpito i fondatori dell'associazione.

All’interno di una villetta liberty completamente ristrutturata, è lì che per il terzo anno consecutivo i sogni di 8 ragazzi, selezionati tra decine di iscritti, diventeranno concreti. “Uno chef per Elena e Pietro” , la scuola di alta formazione nata tre anni fa a seguito di un evento tragico che ha colpito i fondatori dell’associazione è ormai una realtà importante. I due ragazzi infatti, sono scomparsi prematuramente in seguito ad un incidente stradale. Le famiglie spinte dall’amore e dalla determinazione hanno elaborato la gravissima perdita restituendo alla collettività opportunità reali, vere e profondamente generose. Un amore, quindi, che si è fatto solido nella memoria e nella capacità di aiutare realmente i giovani calabresi, ma non solo.

Il direttore

Noi di Tempo Stretto abbiamo raccolto le testimonianze dei selezionati per l’anno accademico 2021/22 e del direttore scientifico della scuola il professore Silvio Greco esperto di agroalimentare e di pesca. Già ricercatore dell’Istituto Talassografico del CNR e docente a contratto dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Attualmente insegna Produzioni animali presso l’Università delle Scienze Gastronomiche di Pollenzo ed è anche, dirigente di ricerca dell’Ispra (Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale) oltre a presidente del Comitato scientifico di Slow Fish “è un privilegio dirigere questa scuola, all’inizio sembravamo dei visionari visto che è a titolo completamente gratuito, oggi raccogliamo i fatti. Tanti dei nostri diplomati stanno già lavorando. Questo ci rende fieri di aver creduto nell’impossibile”.

I docenti

Accanto a lui un corpo docenti altamente selezionato facente capo all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, all’Università degli studi di Catanzaro e a quella di Pollenzo. Tutti al servizio del talento e delle aspirazioni dei giovani, pronti a proiettarli nel mondo del lavoro grazie ad una altissima preparazione sia sul piano teorico che su quello pratico fatta anche di confronti con gli chef nazionali e di stage presso le maggiori realtà gastronomiche italiane.

Dolcissimi sogni

Teresa è una ragazza di venti anni che da circa 7 vive a Toronto (Canada) con i genitori e lì lavora come direttrice di sala nel ristorante di famiglia. Una storia di sogni che scelgono di avversarsi lontano dalla terra di origine, ma che nella terra d’origine tornano a formarsi pienamente “ho seguito i miei genitori, la volontà di costruire qualcosa di importante. La mia esperienza è soprattutto nella gestione della sala. Ho deciso, però, di formarmi anche in cucina e la mia passione è la pasticceria.” I dolci sono anche il “tormento” di Sonia una giovanissima ragazza che come tanti lavora fuori “con il mio ragazzo lavoriamo al nord, facciamo le stagioni soprattutto nelle località turistiche. Ho deciso di prendere un titolo, qui la formazione è a 360 gradi e magari un giorno potrò aprire la mia pasticceria proprio a Siderno dove sono nata.”

Michele è bolognese, ha 25 anni e sceglie di “venire giù” per studiare “mi è sempre piaciuto cucinare. Ho approfondito la conoscenza di questa scuola notando la presenza di un corpo docente davvero preparato e ho deciso di provare. Un giorno mi piacerebbe aprire il mio ristorante” mentre il diciannovenne Andrea è figlio d’arte da generazioni ” la mia passione nasce fin da bambino, i miei genitori, i miei nonni hanno da sempre avuto un ristorante. Mi piace vedere le persone felici di mangiare quello che ho preparato io. Mi rende felice cucinare per gli altri credo che questa debba essere l’unica spinta di ogni chef.” – conclude.