Sono 17 in meno rispetto al passato, ma i tagli hanno interessato tutti Atenei della penisola non solo il nostro, per un totale di 100 posti in meno. Considerato che la Veterinaria si presentava senza l’accreditamento europeo, si può parlare di successo per la Università di Messina e per il rettore Navarra. Che adesso dovrà completare il cammino
L’ex Facoltà di Veterinaria, oggi Dipartimento, si tira fuori dall’Inferno, approda in Purgatorio ed attende di raggiungere presto il Paradiso. Il Ministero ha decretato, ancora solo informalmente, la sopravvivenza del corso di laurea – nonostante il mancato accreditamento europeo – e ha assegnato al Dipartimento ospitato alla Cittadella Universitaria una disponibilità di 25 posti, in luogo dei 41 esistenti in precedenza.
Considerato il biglietto da visita con cui si presentava Veterinaria dinanzi al Miur, si deve comunque parlare di un successo per l’Ateneo peloritano, che adesso può guardare al bicchiere mezzo pieno e cominciare a programmare il futuro nel campo della formazione rivolta agli studenti col “pallino” della medicina veterinaria.
Il risultato ottenuto a Roma diventa ancora più importante se si considera che i tagli non hanno interessato solo la nostra Università, ma -in maniera trasversale – tutti gli atenei della penisola: il Ministero ha infatti autorizzato 100 posti in meno in tutto lo stivale e se 14 posti sono stati tolti a Messina gli altri 84 sono stati sottratti complessivamente ad altre dodici sedi.
Salvato il corso di laurea in Veterinaria, l’amministrazione universitaria – guidata dal rettore Pietro Navarra – ha davanti a sé un traguardo ancora più ambizioso da raggiungere: ottenere nuovamente l’accreditamento europeo, sfumato lo scorso dicembre a causa dell’esito negativo del sopralluogo effettuato dalla commissione europea un anno fa, precisamente il 18 marzo 2013, durante le battute finali della gestione decennale dell’ex rettore Franco Tomasello.
Quattro le criticità evidenziate dall’Ecove (European Committee of Veterinary Education): «assenza di un ospedale per grossi animali; assenza di un centro clinico mobile; limitato numero di autopsie su grossi animali; scarso numero di visite ambulatoriali su animali di piccola taglia». L’Università targata Navarra sta lavorando per superare tali criticità ed il successore di Tomasello è certo di essere sulla strada giusta, a tal punto da aver formalmente chiesto all’Ecove e all’Eave di anticipare di un anno la prossima ispezione, spostandola da marzo 2016 a marzo 2015. Per quella data, Navarra è sicuro che il Dipartimento di Veterinaria si presenterà in “buona salute” ed avrà tutti i requisiti per conquistare l’accreditamento europeo.
Nel frattempo, l’Università può “accontentarsi” dell’apertura di credito ottenuta dal Miur, che – almeno questa è la speranza – segna l’inizio del rilancio dell’immagine del corso di laurea in Veterinaria . (Danila La Torre)