Debiti milionari e un futuro appeso al filo. Messinambiente: "Società in squilibrio irreversibile"

Debiti milionari e un futuro appeso al filo. Messinambiente: “Società in squilibrio irreversibile”

Francesca Stornante

Debiti milionari e un futuro appeso al filo. Messinambiente: “Società in squilibrio irreversibile”

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martedì 06 Dicembre 2016 - 00:24

Poche settimane fa l’assemblea dei soci ha approvato il bilancio 2015 di Messinambiente. Ecco i numeri che fotografano in modo netto una società in acuta difficoltà.

Stato patrimoniale: 42.214.541 euro di attività e 85.195.224 euro di passività. Dunque un deficit che supera i 40 milioni di euro. Una produzione che vale 33.236.624 euro a fronte di un costo di 35.518.038, quindi oltre 2 milioni di costi in più di quanto si produce. Dei 35 milioni di uscite ben 23 sono solo per il personale. Ecco i numeri salienti di Messinambiente. I numeri del bilancio 2015 approvato poche settimane fa dall’assemblea dei soci e che fotografano in modo netto una realtà aziendale in acuta difficoltà. Messinambiente era e resta in liquidazione, ma, nonostante questo, ha continuato a ottenere in affidamento a suon di proroghe e provvedimenti straordinari la gestione dei servizi ambientali. La società, su cui si è abbattuta la mannaia di un pignoramento di 30 milioni di euro entro il 31 dicembre dovrebbe andare verso la liquidazione definitiva perché l’amministrazione Accorinti sulla carta ha deciso di varare la MessinaServizi Bene Comune che però ancora non è neanche arrivata al vaglio del consiglio comunale. Nel frattempo c’è un servizio essenziale da garantire e che però fa acqua da tutte le parti, ci sono tasse che i cittadini sono stanchi di pagare perché non corrispondono ai servizi erogati, ma soprattutto c’è sempre Messinambiente che, nonostante leggeri miglioramenti registrati nell’arco del 2015, continua a soffrire.

Come emerge dalla relazione del Collegio sindacale di Messinambiente c’è un dato inconfutabile: «La società opera in costante squilibrio economico-finanziario. Il patrimonio netto esistente alla data di messa in liquidazione era già negativo per consistenti importi e, in ragione dei risultati negativi successivi, ha registrato un notevole aumento così da raggiungere dimensioni tali da non potere mai essere eliminato anche con i più lusinghieri risultati della gestione corrente. Si è registrato, e continua inesorabile, l’incremento dei debiti verso il fisco per ritenute su retribuzioni non versate e per tributi correnti e accessori».

In queste condizioni, ribadisce il collegio, l’approvazione del bilancio dev’essere considerata, com’è accaduto per l’anno precedente, un atto tecnico, la cui mancanza non aiuterebbe certamente a migliorare lo stato delle cose ed anzi dev’essere assunto come pungolo e raccomandazione di riflessione per affrettarsi a porre in essere gli opportuni e ormai obbligatori provvedimenti.

Emerge in pratica che per Messinambiente la “normalità” rientra nell’ambito dell’anomalia generale di squilibrio patrimoniale finanziario ed economico in cui da tempo versa la società, squilibrio aziendale che non può essere giustificato o tollerato solo in quanto la società esegue il servizio di raccolta rifiuti urbani che, per l’interesse della collettività, non può essere interrotto.

Il collegio non ha dubbi: «Lo squilibrio aziendale è irreversibile in mancanza di vera credibile assunzione della situazione debitoria netta a valori “reali” da parte del Comune, socio al 99% di Messinambiente, assunzione che ad oggi non risulta effettivamente operata, ma solo discussa e informalmente auspicata o quasi promessa nel corso di varie assemblee e sembrerebbe rientrare in parte nel Piano di riequilibrio, se e quando sarà approvato dal Ministero». Quindi emergono chiare le responsabilità di un’amministrazione comunale che ha deciso di non decidere, trascinando la società forse nell’intento di rilanciarla ma senza realmente mettere in atto quelle azioni che erano necessarie. «Proseguire equivale a generare ulteriori debiti sicuramente verso l’Erario, atteso che la gestione dei fornitori da parte del liquidatore è risultata molto attenta» scrive il collegio sindacale. E considerato che questa valutazioni si riferiscono al bilancio 2015, è evidente che aver continuato a rianimare la società anche nel 2016 di certo non avrà prodotto benefici.

Anche la lunga relazione del liquidatore Giovanni Calabrò mette in luce tutte le criticità incontrate per strada dalla nomina dello scorso 17 luglio 2015 come liquidatore di una società «che ha un’esposizione debitoria e un parco mezzi obsoleto a causa dell’incapacità della stessa di poter effettuare investimenti» come lui stesso scrive. Calabrò spiega che tutto ciò ha comportato la difficoltà nella gestione del servizio, la difficoltà operativa nello svuotamento dei cassonetti e la pulizia delle discarichevabusive, fino a procurare, in alcuni casi, seppur mitigati e gestiti, l’emergenza rifiuti.

Calabrò, come aveva fatto più volte il suo predecessore Ciacci, evidenzia che «la società presenta delle forti difficoltà finanziarie, derivanti dalla persistenza ancora oggi di una discrasia tra la
perizia predisposta dal Comune di Messina, quale committente, e i costi della Società
. Le somme inserite dall’Ente nella perizia si riferiscono esclusivamente ai costi stimati unilateralmente dal Comune di Messina e dall'Ato3 per l’espletamento del servizio, da parte di un’azienda "in bonis" e non considerano inoltre gli ulteriori costi della struttura. Costi che in ogni caso dovrà sopportare il Comune di Messina nella qualità di socio, e che anzi sarebbero dovuti essere previsti annualmente con la relativa copertura a mezzo del proprio dipartimento preposto al controllo ed alla direzione delle società partecipate».
Calabrò mette nero su bianco le precise responsabilità di Palazzo Zanca: «Rimarrà sempre e comunque solo il Comune di Messina responsabile della mancata garanzia dll'equilibrio economico finanziario della società, così come per legge».

Il liquidatore elenca anche le fasi salienti e i principali obiettivi raggiunti nell’ultimo anno, specificando che le scelte organizzative aziendali sono state sempre condizionate dall’imminente passaggio alla multiservizi e dalle scadenze degli affidamenti alla società, costretta in pratica a vivere costantemente sul filo della precarietà:

• A luglio 2015 è stato contrattato, per la prima volta in azienda ed in via sperimentale, l’orario multi periodale per il servizio di trasporto in discarica;

• Il 29 gennaio 2016, per la prima volta in azienda, si è aperto un tavolo di confronto con le Rappresentanze Sindacali, al fine di delineare le principali linee guida sulla corretta fruizione dei Permessi Sindacali per l’anno 2016. L’incontro si è reso necessario per monitorare e contenere la fruizione delle ore di permesso godute dai Dirigenti Sindacali e dalle RSU;

• In data 07 aprile 2016 si è convocato un primo incontro con le OOSS e le RSU al fine di rappresentare l’esigenza aziendale di munirsi di un Regolamento interno sulla Mobilità del Personale a copertura dei posti vacanti e una chiara ed innovativa procedura Sinistri, e a seguito dell’incontro la società ha redatto e messo in atto le procedure prestabilite;

• In data 17 giugno 2016 la Società ha presentato agli RLS aziendali il Progetto Formativo denominato “Tutela ambiente e sicurezza nei luoghi di lavoro”, per l’espletamento della formazione obbligatoria in materia di sicurezza ed igiene.

• Da luglio 2015 a tutt’oggi, la Società ha continuato a perseguire un monitoraggio serrato sul corretto comportamento del personale, ha proceduto inoltre a riorganizzare alcuni settori interni all’azienda, al fine di poter garantire una migliore efficienza e produttività.

• La Società ha inoltre valutato e posto in essere, sulla base dei dati anagrafici del personale dipendente, in conformità agli atti di indirizzo dell’Ente Controllante Comune di Messina ed in applicazione alla Delibera della Giunta Comunale n. 741 del 17 dicembre 2015, la modalità di prepensionamento di personale dipendente con incentivazione all’esodo.

Francesca Stornante

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