Tutti i numeri di Caronte & Tourist per raccontare il ruolo della società nel territorio. LE FOTO

Tutti i numeri di Caronte & Tourist per raccontare il ruolo della società nel territorio. LE FOTO

Francesca Stornante

Tutti i numeri di Caronte & Tourist per raccontare il ruolo della società nel territorio. LE FOTO

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martedì 01 Marzo 2016 - 16:25

La società di navigazione ha presentato il suo bilancio sociale, un documento che traduce i freddi numeri dei bilanci in impatto diretto e indiretto che le attività di C&T hanno sul territorio e sull'intera comunità. Ricco il parterre di ospiti per l'iniziativa che si inserisce nell'ambito del 50esimo anniversario della nascita della società. Foto di Giovanni Isolino

Dai numeri ai fatti. Dalle fredde cifre inserite nei consueti bilanci annuali di ogni società all’impatto che quelle cifre hanno sul territorio. E’ nato così il bilancio sociale di Caronte e Tourist, presentato oggi in un’affollatissima sala Sinopoli del Teatro Vittorio Emanuele nell’ambito delle iniziative promosse dalla società di armatori in occasione del 50esimo anniversario di attività nelle acque dello Stretto. Un documento che fotografa nitidamente cosa significa fare impresa per la società che vede in quei numeri i risultati di mezzo secolo di lavoro che ritengono possa essere a pieno titolo mezzo secolo di storia della comunità dello Stretto. Da quel primo biglietto staccato ad un autotreno al prezzo di 52 mila lire, oggi sarebbero 539 euro, la storia della società è stata lunga e costellata di tanti momenti importanti. Lo ha voluto ricordare l’amministratore delegato Antonino Repaci che ha voluto soffermarsi sulla funzione calmieratrice dei prezzi di attraverso dello Stretto che ebbe Caronte & Tourist nei primi anni di attività, quando il monopolio era nelle mani dello Stato che garantiva solo 8 corse al giorno e faceva pagare 72 mila lire, oggi 742 euro, agli autoreni che trasportavano le merci. Da allora il tempo è passato. Ed ecco come si vuole presentare oggi C&T.

Il “Rapporto di Comunità” presentato oggi è stato curato dall’equipe di Ad Hoc Communication Advisors e dal prof. Antonio Chiesi, ordinario di Sociologia e direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli Studi di Milano. E’ stato proprio Chiesi a illustrare i dati più significati emersi dall’analisi, partendo dall’illustrazione del metodo di studio utilizzato, basato su un modello elaborato circa 20 anni fa e già applicato alle aziende dei più svariati settori. Il primo punto è che Caronte e Tourist rientra a pieno titolo nel “modello funzionale” di integrazione tra impresa e comunità, poiché svolge un servizio a favore del territorio e funge da cerniera tra due territori divisi dallo Stretto. Un bisogno che secondo lo studio si traduce in 6 milioni di passaggi annui garantiti dalle navi della società Franza-Matacena che copre complessivamente il 78% del traffico passeggeri, il 94% del traffico di autovetture e il 66% di traffico pesante. Il modello funzionale di rapporto con la comunità è fondato sulle risposte alle esigenze rilevanti del territorio e nel caso di Caronte e Tourist si tratta di unire le due sponde nell’ottica di quell’Area Integrata dello Stretto di cui la società si sente attore protagonista. Il riconoscimento del ruolo sociale di C&T si è tradotto nel Codice Etico adottato dalla società e per mirare al miglioramento continuo di qualità e servizi ha puntato molto sullo sviluppo di un dialogo costruttivo con i propri stakeholder. C&T si trova al centro di una fitta rete di relazioni istituzionali e informali che si dividono in quattro grandi aree: welfare e assistenza, formazione, funzionalità portuale, sviluppo economico-imprenditoriale.

Fondamentale il contributo dell’attività della compagnia all’economica locale che può avere tre tipi di impatti: diretto (retribuzioni ai lavoratori, tasse locali, valore aggiunto generato), indiretti (acquisti dai fornitori locali), indotto (consumi del personale dei fornitori).

Nel 2014 C&T ha prodotto un valore aggiunto pari a 62,2 milioni di euro: 29,2 sono andati al personale dipendente, 15,9 all’amministrazione pubblica ( per esempio 1.685.000 di ecopass al Comune di Messina). Con questi numeri la società ha contribuito a creare il 5,7% della ricchezza generata dall’economia del mare nelle province di Reggio e Messina. 69,7 milioni sono invece stati pagati ai fornitori, di questa somma sono stati 14,6 i milioni indirizzati direttamente ai fornitori delle province di Messina e Reggio. Attraverso l’attivazione della catena di fornitura, i lavoro di C&T produce un giro di affari di 439,6 milioni nell’economia nel complesso e di 129,5 milioni specificamente a vantaggio dell’economia dello Stretto.

L’impatto sociale di questi numeri si traduce intanto nelle cifre dell’occupazione: nel 2014 il gruppo ha impiegato mediamente 605 dipendenti di cui 530 residenti nella comunità dello Stretto. Il 94,4% dei contratti sono a tempo indeterminato. C’è anche un impatto indiretto: il lavoro indotto dall’attività degli armatori privati genera un’occupazione ulteriore di 1272 posti di lavoro nell’indotto.

Secondo lo studio buon risultato anche sotto il profilo dell’impatto ambientale, grazie ad una serie di azioni mirate che hanno consentito anche le migliori certificazioni del settore. E poi il sostegno ad iniziative di tipo culturale, sportivo e socio-assistenziale che vedono la società spesso in prima fila e che hanno portato nelle scorse settimane anche alla fondazione della Onlus “Giuseppe Franza-Elio Matacena”.

Tanti numeri, dati, spunti di riflessione per il ricchissimo parterre di ospiti che hanno affollato la sala. Dalla sponda calabrese sono arrivati il presidente della Provincia di Reggio Calabria, il sindaco di Villa, il Rettore dell’Università di Reggio. C’era l’Autorità portuale di Messina con Antonino De Simone e Francesco Di Sarcina, c’era il Rettore Pietro Navarra, la presidente del consiglio comunale Emilia Barrile e c’era il sindaco Renato Accorinti che proprio con il gruppo Franza in questi due anni ha avuto più occasioni di attrito che di dialogo per l’annosa questione dell’utilizzo della rada San Francesco per i mezzi pesanti. Accorinti nel suo lungo intervento ha parlato di senso di comunità e impegno che deve andare nella stessa direzione, soprattutto quando si parla di una realtà imprenditoriale così importante per il territorio messinese e non solo. “Non una ma mille autostrade del mare ma senza tir in centro città” ha detto Accorinti seduto accanto ai dirigenti C&T e puntando a quel Porto di Tremestieri che dovrà essere la soluzione per coniugare profitto imprenditoriale e impatto ambientale. Parole che naturalmente non sono passate inosservate per Vincenzo Franza che ha lanciato un messaggio per evitare di cadere nei luoghi comuni delle buone intenzioni a tutti i costi: “Con un po’ di presunzione posso dire che se oggi si parla di Area Integrata dello Stretto è anche perché c’è Caronte & Tourist”. Un riconoscimento dato da tutte la autorità intervenute, i Rettori Navarra e Catanoso, il sindaco di Villa, il presidente della Provincia di Reggio. Un tripudio per C&T che attraverso questi numeri ha voluto dire alla città che fare impresa è possibile e che la società è sul territorio sotto mille sfaccetature.

Francesca Stornante

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