I rappresentanti sindacali si dicono preoccupati per il mancato trasferimento di tutte le risorse straordinarie che il sindaco aveva promesso. Intanto si attende la riunione dei soci per il futuro della società: ricapitalizzazione o liquidazione. Il trasferimento di inceneritore e autoparco tra i beni alla società di via Dogali potrebbe forse rappresentare una soluzione
Si avvinca il momento “x” per Messinambiente: in settimana dovrebbe tenersi la tanto attesa assemblea dei soci (Buzzanca e Di Maria), per capire, una volta per tutte, quale debba essere il futuro della società. E stavolta i rinvii stanno a zero, perché nell’approvazione del bilancio di previsione da parte del consiglio comunale, pesa come un macigno proprio la situazione debitoria di Messinambiente. In via Dogali però piove sul bagnato perché torna il malumore anche tra i lavoratori, preoccupati per il rincorrersi di voci sul mancato trasferimento da parte del Comune delle somme necessarie al pagamento degli stipendi relativi al mese di agosto. La consegna delle somme, spiegano Clara Crocè e Carmelo Pino della Fp Cgil avviene di solito il 15 di ogni mese, ma al momento sembra non esserci alcun sentore.
Un “avviso” preventivo quello lanciato dai rappresentanti sindacali, che chiedono dunque al sindaco Buzzanca un incontro urgente per avere delucidazioni: «Il sindaco – ricorda la Fp Cgil – aveva assunto l’impegno del trasferimento, tramite l’ATO 3 , di risorse straordinarie pari a 1.600,000 mila euro . Dopo il pagamento della prima trance di 400,00 euro l’Amministrazione Comunale non ha versato più nulla. Un impegno a tutt’oggi disatteso a rischio non solo la sopravvivenza della Messinambiente ma anche il servizio di raccolta. Senza gasolio , manutenzione dei mezzi difficilmente l’azienda potrà continuare ad espletare il servizio».
Preoccupazione per i lavoratori, ma anche per i dirigenti che attendono con ansia il momento del “giudizio”: la proroga del servizio affidato fino al 31/12 a Messinambiente, a seguito dei due bandi andati deserti, aveva parzialmente “rincuorato” gli Uffici di via Dogali, che si trovano però ora a dover superare lo scoglio più difficile, quelle appunto del bilancio. Un ostacolo che Di Maria spera possa essere “driblato”, offrendo però alla società di raccolta l’effettiva possibilità di operare sul territorio, con un progetto serio, prima di tutto economico. Importante in termini di numeri, potrebbe rivelarsi la valutazione dell’inceneritore di Pace – al vaglio del Tribunale – di proprietà del comune, ma gestito da Messinambiente, che potrebbe “slittare” fra i beni della società amministrata da Armando di Maria, colmando una parte del buco finanziario attualmente esistente. A ciò si aggiunge anche l’assegnazione definitiva dell’autoparco di via Salandra.
La struttura di Pace, lo ricordiamo, è ferma dal novembre scorso a causa dell’emissione di alcuni gas considerati nocivi per la salute che hanno dunque determinato lo stop. Per la riattivazione dell’impianto sarebbero necessari circa 800 mila euro, poco utile e soprattutto salutare, ma per la riconversione dell’impianto servirebbero circa 15 milioni di euro, cifra astronomica tanto per il Comune quanto per il Messinambiente. Ma questo è futuro e per immaginarlo e prima necessario che ci sia un presente…attualmente in bilico.