Al termine del summit di Arcore tenutosi ieri pomeriggio, esclusa l’ipotesi di “accorpamento” dei comuni inferiori a mille abitanti e dunque la conseguente eliminazione di alcuni di essi. Prevista però l’unione di alcune funzioni. Meno tagli per gli enti locali delle regioni a statuto speciale, province da abolire per via costituzionale
Il summit di Arcore terminato nel tardo pomeriggio di ieri per decidere le sorti economico-finanziarie del paese, ha lasciato sul campo di “battaglia” vincitori e vinti. A far parte di quest’ultimo schieramento i sindaci dei così detti piccoli comuni, i centri cioè con una popolazione inferiore ai mille abitanti, per i quali è stato definitivamente bandita l’ipotesi eliminazione, inizialmente paventata. A cantare vittoria, dunque, anche i 23 primi cittadini delle amministrazioni comunali della provincia peloritana: Antillo, Casalvecchio Siculo, Malfa, Tripi, Forza d’Agrò, Limina, Santa Marina Salina, Motta Camastra, Reitano, Mottad’Affermo, Alì, Malvagna, Frazzanò, Mojo Alcantara, Roccella Valdemone, Leni, Basicò, Mongiuffi Melia, Mandanici, Floresta, Condrò, Gallodoro e Roiccafiorita. Ricordiamo che nei giorni scorsi, in attesa della “rilettura” del provvedimento da parte dell’esecutivo, i sindaci hanno viaggiato alla volta di Roma, insieme ai colleghi di diverse altre zone d’Italia, per manifestare dissenso verso le misure adottate. Lo scorso 25 agosto, nel giorno precedente la protesta organizzata nella capitale, si è tenuto un incontro a palazzo dei Leoni durante il quale era stato affidato al presidente Ricevuto, insignito della fascia di capitano, il compito di convocare preventivamente la deputazione nazionale di Messina per tutelare, al momento opportuno, gli interessi dei comuni peloritano. L’allarmismo, però, alla luce delle “freschissime” novità, è rientrato.
Secondo quanto stabilito al termine del summit, i comuni potranno continuare a mantenere una propria dimensione amministrativa, ma dovranno, quello sì, procedere all’ “unione di alcune funzioni fondamentali”, per venire incontro alle esigenze di risparmio stabilite dal governo centrale. L’articolo della manovra che ne disponeva l’accorpamento, dunque, sarà sostituito con un nuovo testo che prevede, appunto, “l’obbligo dello svolgimento in forma di unione di tutte le funzioni fondamentali a partire dall’anno 2013, nonché il mantenimento dei consigli comunali con riduzione dei loro componenti senza indennità o gettone alcuno per i loro membri”.
Brutte notizie, invece, per le amministrazioni provinciali, non “risparmiante” dagli effetti cesoia della manovra bis. Nel testo, infatti, si legge che “in attesa della complessiva revisione della disciplina costituzionale del livello di governo provinciale, a decorrere dalla data di scadenza del mandato amministrativo provinciale in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto, sono soppresse le Province diverse da quelle la cui popolazione rilevata al censimento generale della popolazione del 2011 sia superiore a 300.000 abitanti o la cui superficie complessiva sia superiore a 3.000 chilometri quadrati”. E quest’ultimo è il caso del territorio peloritano, la cui dimensione supera, anche se di poco, il limite previsto: l’estensione è infatti di 3247 chilometri quadrati.
Tirano invece un sospiro di sollievo, seppur lieve, gli enti locali a statuto speciale, per i quali l’impatto della manovra, che si sarebbe dovuto ripercuotere in maniera ben più “dolorosa”, verrà alleggerito e controbilanciato dall’attribuzione di maggiori poteri e responsabilità nel contrasto all’evasione fiscale con vincolo di destinazione agli stessi del ricavato delle conseguenti maggiori entrate.
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Palermo e Catania superano di molto i 300.000 km. quadrati, saranno abolite?
Probabilmente la legge prevede l’abolizione delle province che contano meno di 300.000 ab. ed hanno una superficie superiore ai 300.0000 Km. quadrati.
Corrego, 3.000 Km. quadrati di superficie, 300.000 sono gli ab.
A mio parere la legge, forse, stabilirà l’abolizione delle provinnce con superficie superiore a 3.000 km. quadrati che contano meno di 300.000 ab.