Cgil e Fp Cgil: «Il Salva Messina privo di contenuti e di tutele certe»

Cgil e Fp Cgil: «Il Salva Messina privo di contenuti e di tutele certe»

Cgil e Fp Cgil: «Il Salva Messina privo di contenuti e di tutele certe»

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sabato 13 Ottobre 2018 - 18:15

Il segretario della CGIL Giovanni Mastroeni e il segretario della FP CGIL Francesco Fucile smontano per punto il documento venuto fuori dal confronto con consiglieri e sindacati

«Ancora una volta, quella raccontata dal sindaco De Luca è una verità distorta ed alterata dal suo bisogno di additare dei colpevoli, in questo caso CGIL ed FP CGIL, e distogliere l’attenzione dal vero “nocciolo” della questione: le conseguenze, devastanti, che il piano “Salva Messina”, anche alla luce dell’accordo sottoscritto da CISL e CISAL, avrà sui lavoratori dei servizi comunali, dei servizi sociali, delle partecipate». Questo il commento del segretario generale della CGIL, Giovanni Mastroeni e del segretario generale della FP CGIL, Francesco Fucile, all’indomani dell’ultimo incontro tra il sindaco De Luca e le parti sociali prima della grande maratona consiliare fissata per lunedì alle ore 11.00, in vista della quale CGIL ed FP CGIL auspicano che il civico consesso approfondisca e compia delle scelte che si muovano realmente nell’interesse della città e non di una sua penalizzazione.

CGIL ed FP CGIL hanno detto e dicono no al “Salva Messina” perché si propongono tagli pari a 10 milioni sul personale senza specificare dove e come: «Sottoscrivere un accordo a “scatola chiusa” sarebbe stata, da parte nostra – sottolineano Mastroeni e Fucile -, una scelta irresponsabile poiché, proprio alla luce del taglio in questione, non è credibile poter salvaguardare tutti i posti di lavoro».

Sul fronte dei servizi sociali, diversamente da quanto affermato da De Luca nelle ultime settimane in merito all’internalizzazione degli stessi nonché all’eliminazione delle cooperative sociali, nel documento non vi è alcuna traccia.

«Al punto 4 della parte II – continua la CGIL – viene indicata una generica “internalizzazione dei servizi comunali e delle partecipate” senza che venga fornita alcuna indicazione operativa sul modus operandi da seguire». E ancora «è possibile pensare di sottoscrivere un documento in cui è già stata decisa – senza accettare alcun proposta di modifica – l’immediata soppressione del servizio di pulizia e facchinaggio, con conseguente licenziamento di 40 lavoratori. Cifra quest’ultima che si somma ai 92 che hanno perso il posto di lavoro da quando De Luca ha fatto il suo ingresso a Palazzo Zanca».

«Non condividiamo – continuano Mastroeni e Fucile – i sacrifici richiesti ai dipendenti comunali e delle partecipate attraverso la riorganizzazione degli orari di lavoro e la consequenziale razionalizzazione dei buoni pasto, con un risparmio di spesa di circa 500 mila euro».

In merito poi alla riorganizzazione e alla razionalizzazione dell’apparato burocratico comunale e del sistema delle partecipate «diciamo no perché, prevede una ricollocazione del personale in esubero in altre realtà, e tale scelta non è sostenuta dalla normativa vigente in quanto l’unica procedura possibile è il comando temporaneo che è sbagliato richiedere ai lavoratori».

Per i rappresentanti della CGIL il Piano non affronta un progetto di crescita delle aziende partecipate (Atm, Amam, Messina Servizi Bene Comune), le quali, piuttosto, vengono interessate da un serie di tagli e di possibili future già annunciate da De Luca privatizzazioni, a cominciare da Messina servizi, che la CGIL rifiuta categoricamente, che ne mettono in discussione l’equilibrio economico, la qualità del servizio offerto e la sicurezza futura per gli addetti. «Esempio di ciò – continua la CGIL – è l’odierno, negativo, blocco del funzionamento del tram e il piano dei servizi ATM operante da alcuni giorni, che ha creato solo disservizi e proteste da parte dei cittadini».

Neanche un riferimento destinato alle economie che si verranno a determinare dal 2019 a seguito dei possibili nuovi pensionamenti legati alla riforma delle pensioni inserita nel DEF (quota 100), che comporterebbe un risparmio annuale di alcuni milioni di euro, tli da ridurre i tagli attualmente previsti nel “Salva Messina”.

«Per tali motivi la CGIL non h sottoscritto il Salva Messina e nei prossimi giorni proseguirà il percorso verso la mobilitazione dei lavoratori interessati dopo che sono stati sottoscritti, come prevede la normativa per l’effettuazione dello sciopero nei servizi pubblici, i verbali negativi all’ATM, AMAM, Messina Servizi Bene Comune. La CGIL e la Funzione pubblica, come sempre, si muoveranno solo ed esclusivamente per raggiungere accordi che veramente tutelino i lavoratori e gli interessi generali della città»

2 commenti

  1. Complimenti alla CGIL: il sindaco non è ne un manager di una impresa privata né un commissario liquidatore.

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  2. Non un sindaco ma un padrone. La terza città metropolitana della più grande regione italiana é governata da un padrone piuttosto che da un sindaco. Un padrone che dissemina astio fra i cittadini e che istiga all’odio contro i dipendenti pubblici (per primi quelli del “suo” comune). É facile ridurre le spese tagliando i servizi e licenziando i lavoratori, più complicato invece trovare le soluzioni non lasciando per strada i cittadini e non riducendo alla disperazione decine e decine di famiglie. Fare il padrone é più facile e, stranamente, più remunerativo. 20.000 euro di “stipendio da deputato regionale” sono più convenienti dei 5.000 euro di “stipendio da sindaco”. Dia l’esempio sig. Sindaco e lavori per costruire non per distruggere!

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