I gestori dei pubblici esercizi associati a Fipe-Confcommercio esporranno in bella vista le ultime bollette del gas e dell’energia elettrica
MESSINA – La Fipe Confcommercio Messina ha aderito alla campagna nazionale “Bollette in vetrina” lanciata da Fipe. Un’operazione di trasparenza con l’obiettivo di mostrare ai cittadini e agli avventori di bar e ristoranti in quale situazione drammatica le imprese sono costrette ad operare a causa del caro bollette che ha di fatto triplicato i costi delle utenze. Nei prossimi giorni i gestori dei pubblici esercizi associati a Fipe-Confcommercio riceveranno una cornice da appendere nei propri locali, per mettere in bella vista le ultime bollette del gas e dell’energia elettrica.
Picciotto: “Situazione non più sostenibile”
“Fino a questo momento – spiega Carmelo Picciotto presidente Fipe Messina – i pubblici esercizi messinesi hanno cercato di ammortizzare i costi extra senza scaricarli sulla clientela. Oggi però il sistema non è più sostenibile. Siamo al collasso, con bollette che in molti casi sforano i duemila euro al mese, anche per esercizi piuttosto piccoli. E’ necessario che i cittadini conoscano lo sforzo sovrumano che le piccole imprese hanno fin qui sostenuto e che comprendano il perché tale sforzo non è più sostenibile. Bisogna immediatamente correre ai ripari, per questo – aggiunge Picciotto – ci uniamo al grido dall’allarme della Federazione Nazionale perché venga immediatamente esteso il credito di imposta anche alle imprese non energivore e non gasivore per coprire gli aumenti e venga concessa la possibilità di rateizzare le bollette” (Energivore sono quelle che consumano grandi quantità di energia per alimentare la propria produzione; si definisce gasivora l’impresa con consumo medio di almeno 1 GWh annuo, n.d.r.).
“Senza correttivi – conclude il presidente Fipe Messina – le aziende saranno costrette a scaricare sulla clientela i costi di gestione con il conseguente aumento dei prezzi”.
Ormai il cittadino si difende, lotta per vivere ogni giorno e taglia cio’che e’ superfluo. Il botto finale lo avete dato scaricando in precedenza sui costi finali gli aumenti. Le proteste andavano fatte prima, adesso non resta che chiudere, e se continua cosi scaricando i costi sul consumatore finale per mantenrre inalterati i guadagni, anche i supermercati abbasseranno le saracinesche. Ci sara’ un regresso di almeno 30 anni se non si cambiera’ la politica dei prezzi. ACQUA LUCE ED ENERGIA e beni essenziali alla vita quotidiana dovranno essere statalizzati. Lo Stato unico fornitore.