Bomba ecologica in centro, cade il divieto per i costruttori

Bomba ecologica in centro, cade il divieto per i costruttori

Alessandra Serio

Bomba ecologica in centro, cade il divieto per i costruttori

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giovedì 27 Ottobre 2022 - 10:40

Vinciullo e Lupò possono tornare a lavoro dopo gli interrogatori del giudice sul ruolo nel traffico illecito di rifiuti

MESSINA – Si allenta la presa sui costruttori coinvolti nell’inchiesta Montagna Fantasma sulla gestione della discarica di Porta Legni da parte dei Mancuso e il traffico illecito di rifiuti a Messina. Al primo confronto tra gli imprenditori sospesi e il giudice, infatti, il quadro cambia, almeno sotto il profilo delle misure cautelari adottate.

Dopo gli interrogatori il giudice per le indagini preliminari Monica Marino ha infatti revocato la sospensione a Vincenzo Vinciullo e Giuseppe Lupò, tra i principali “palazzinari” cittadini.

Per Vinciullo il ragionamento del GIP è semplice: alla luce delle risposte fornite e della documentazione prodotta, non è chiaro se lui effettivamente sapesse delle irregolarità nei lavori effettuati dalla Sofia, la società riconducibile ai Mancuso, per conto della Edilfaro dei Vinciullo.

E’ certo che i mezzi col materiale di risulta della Edilfaro sono entrati nella discarica di Gravitelli, scrive il giudice, lo hanno immortalato le telecamere dei finanzieri che hanno anche intercettato il figlio del costruttore, Filippo, a concordare con uno dei Mancuso le modalità. Il figlio, appunto.

Ferma la gravità del quadro indiziario, quindi, scrive il Gip, non c’è la prova dell’effettivo coinvolgimento del rappresentante legale della Edilfaro. Sì quindi alla richiesta dei suoi difensori, gli avvocati Isabella Barone e Giuseppe Di Pietro, di revoca della misura di interdizione dalle attività di impresa.

Anche Giuseppe Lupò ha scelto di rispondere all’interrogatorio spiegando che dopo il 2019, anno del primo sequestro del sito, le sue imprese non hanno più utilizzato i mezzi e la discarica dei Mancuso. Anche per lui, quindi, il Gip revoca il provvedimento perché le esigenze cautelari non sono più attuali e il costruttore può tornare a lavorare.

Va avanti invece l’inchiesta della Procura di Messina su quella che è stata definita una autentica bomba ecologica in pieno centro dove, malgrado il sequestro di 3 anni fa, mezzi carichi di materiale continuavano ad entrare, scaricare e uscire.

Al centro degli accertamenti il ruolo di Daniele Mancuso e i figli, gestori effettivi, ai domiciliari dal 14 ottobre scorso. All’interrogatorio di garanzia, a differenza dei costruttori sospesi, i Mancuso hanno invece scelto di non rispondere, avvalendosi della facoltà di non rispondere.

“Non abbiamo avuto ancora il tempo di esaminare tutto il materiale depositato dalla Procura a sostegno dell’Accusa”, hanno spiegato i difensori, gli avvocati Filippo Mangiapane e Caterina Cavallaro.

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Un commento

  1. Complimenti, prima si arresta, si pubblicano articoli a grandi titoli, passano le settimane, i mesi, e poi tutti a casa!!!!! passerà anche questo, sono sicuro che passerà!!!!!!!

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