La Procura di Messina ribadisce la richiesta di archiviazione per i magistrati Petralia e Palma, sospettati di calunnia per la gestione del falso pentito Scarantino, al centro del depistaggio sulla strage di via D'Amelio
La Procura di Messina ha ribadito la richiesto l’archiviazione dell‘indagine a carico dei due magistrati Anna Maria Palma e Carmelo Petralia, coinvolti in uno dei tronconi d’inchiesta sul depistaggio sulla strage di via D’Amelio
Il fascicolo oggi è sul tavolo del Giudice per le indagini preliminari Simona Finocchiaro, che sta conducendo l’udienza camerale e che ha ascoltato il procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia Vito Di Giorgio e l’aggiunto Liliana Todaro.
I due Pubblici Ministeri hanno ribadito le conclusioni messe nero su bianco nella prima richiesta di archiviazione ed hanno depositato una memoria che integra quella prima richiesta, confermando di fatto, anche nella discussione, che secondo loro l’ipotesi di reato nei confronti dei due magistrati non è sostenibile.
Il GIP Finocchiaro ha poi ascoltato gli avvocati delle parti civili, che si oppongono all’archiviazione, e i difensori di Petralia e della Palma, per poi ritirarsi. La decisione non è attesa in giornata.
A lavorare al caso, aperto su trasmissione di atti della procura di Caltanissetta, è stato anche il sostituto procuratore Antonio Carchietti, che ha valutato il ruolo dei due inquirenti, allora nel pool coordinato da Giovanni Tinebra – nel frattempo deceduto -nella gestione del pentito Vincenzo Scarantino.
Pentimento che la sentenza di Caltanissetta ha dichiarato falso, sollevando molti dubbi sull’inchiesta condotta ai tempi sulla strage in cui perse la vita Paolo Borsellino e sulle dichiarazioni di Scarantino in particolare.
La Procura messinese, guidata dal procuratore capo Maurizio De Lucia, hanno trascritto autonomamente le telefonate “incriminate” tra i magistrati e il pentito, riallineato i documenti processuali e ascoltato testimoni. E hanno concluso, alla fine degli accertamenti, che non ci sono rilievi penali nel comportamento tenuto dai due magistrati durante la gestione della collaborazione di Scarantino.
Non sono sfuggite ai magistrati messinesi alcune “anomalie” nella vicenda, ribadite oggi in aula, dei” buchi neri” nelle telefonate tra i mnagistrati e il collaboratore di giustizia, ma che non bastano a concludere neppure ipoteticamente che si siano stati degli lleciti, tanto meno quella contestata – calunnia aggravata dall’aver favorito Cosa Nostra – nei confronti della Palma e Petralia