Otto pesanti condanne sono state decise oggi dal gup Massimiliano Micali nell'udienza, con il rito abbreviato, dell'operazione GRamigna. Alla sbarra presunti boss emergenti della criminalità organizzata messinese che traffica in droga con i clan della Campania.
Il gup Massimiliano Micali ha deciso stamani otto condanne, con il rito abbreviato, per altrettanti imputati nell’ambito dell’operazione “Gramigna” che il 22 luglio dell’anno scorso sgominò un’ organizzazione dedita al traffico di droga, usura, truffa e corse clandestine di cavalli. Il giudice Micali ha inflitto dieci anni di reclusione ad Angela Di Marzo, nove anni e mezzo ad Andrea Lucania ed Antonella Mazzara, ad otto anni e due mesi Luigi Ascione, a sette anni e due mesi Giuseppe Coletta, a sei anni e dieci mesi Carlo Pimpo, a sei anni di reclusione Antonino La Paglia e Tommaso Vadalà. L’operazione “Gramigna” era scattata all’alba del 22 luglio dell’anno scorso con due distinti tronconi condotti da Carabinieri e Polizia. Nel mirino delle forze dell’ordine i boss emergenti della mafia messinese che nel tempo hanno rimpiazzato i padrini storici,molti rinchiusi in carcere al 41 bis. Mesi e mesi di intercettazioni telefoniche ed ambientali hanno consentito agli investigatori di far luce sulle nuove leve della criminalità cittadina. Inoltre, dalle indagini dell’operazione Gramigna è emerso che la criminalità messinese acquistava la droga nel napoletano. A gestire il traffico sarebbe stato Davide Puleo. Era lui, secondo l’accusa, che curava i rapporti con Angela Di Marzo, considerata il terminale del traffico di droga, in provincia di Salerno. C’è poi il filone curato dalla Squadra Mobile e che riguarda un giro di usura, tra il 20 ed il 30% mensile, gestito da Nunzio Venuti, uno degli indagati che hanno già patteggiato.