Una Commissione d'inchiesta per fare chiarezza sulla vicenda del 118 e del mancato insediamento del direttore generale. A chiederlo il capogruppo regionale dei Drs Beppe Picciolo: "A rischio c'è un servizio indispensabile per i siciliani. E' preoccupante il comportamento del Consiglio di sorveglianza e del Comitato di gestione che non hanno voluto dare seguito ad una decisione politica".
La vicenda del 118 e del mancato insediamento del direttore generale è diventata terreno di scontro ma anche cartina di tornasole per comprendere i rapporti di forza tra la politica e l’alta burocrazia, soprattutto quando si tramutano in un vero e proprio braccio di ferro. Per far chiarezza sulla vicenda il capogruppo regionale dei Democratici Riformisti Beppe Picciolo ha proposto l’avviio di una sottocommissione d’inchiesta all’interno della Commissione Ars sanità.
Ma facciamo un passo indietro. Per la direzione generale della Seus, la società partecipata regionale che gestisce il 118, il presidente Crocetta e l’assessore regionale alla sanità Lucia Borsellino, avevano scelto un “fedelissimo”, il manager Angelo Aliquò, rimasto fuori dal gruppo dei selezionati per le direzioni generali delle Asp siciliane. Sul suo nome però è arrivato lo stop del Consiglio di sorveglianza della Seus, che ha sollevato perplessità sostenendo che si sarebbe trattata di una nuova assunzione, pertanto non possibile in virtù del blocco di stabilità.
La giunta ha quindi chiesto il parere dell’Avvocatura di Stato che ha sgomberato il campo da ogni polemica spiegando che la nomina del direttore generale non è una “nuova assunzione” ma un atto obbligato previsto dallo Statuto della società e non si può fare a meno di questa figura.
Nel frattempo però lo stesso Aliquò, attualmente Commissario straordinario dell’Asp di Ragusa, ha deciso di rifiutare: “Se qualcuno non mi vuole mi farò da parte. Se la politica non mi vuole il danno maggiore è per i lavoratori, vista la situazione paralizzata”.
Sul caso interviene Picciolo invitando a fare chiarezza proprio su questi ostacoli “invisibili” che hanno causato un clima poco sereno: “ Appare fin troppo evidente che l'ostacolo più grosso viene frapposto dall'atteggiamento assunto dal Consiglio di sorveglianza e dal Comitato di gestione, due strutture che stranamente non stanno dando esecuzione ad una scelta politica. Viene fin troppo facile pensare che c'è qualcuno che vuole far saltare un servizio essenziale che ormai viene percepito come tale da tutti i cittadini che identificano nel 118, al pari del 112 dei carabinieri e del 113 della Polizia, un numero di emergenza importantissimo per la salvaguardia della salute. Deve uscire allo scoperto chi pensa che è meglio far saltare il sistema piuttosto che adeguarsi alle regole di buona amministrazione e di efficienza portate avanti dal governo Crocetta e dall'assessore Borsellino. Chiederò che venga insediata immediatamente presso la Commissione sanità dell'Ars una sottocommissione d'inchiesta per scoperchiare la pentola delle responsabilità negative di questa vicenda su cui mi aspetto anche una netta presa di posizione da parte di chi vuole chiudere col passato senza però distruggete quanto di buono è stato prodotto”.
Rosaria Brancato